Sei consiglieri provinciali eletti nella lista del centrodestra, altrettanti nella lista del centrosinistra. Si è chiuso con un pari e patta il rinnovo del consiglio provinciale di Cremona. Affossata la proposta della lista unitaria caldeggiata dal PD e appoggiata da Fratelli d’Italia, i vertici provinciali dei due partiti, segnatamente Luciano Pizzetti e il consigliere regionale Marcello Ventura, hanno lavorato per una soluzione consociativa che riproponesse sotto forma diversa ma con identici obiettivi il listone, minestrone indigesto ai partiti alleati di centrodestra, colti di sorpresa dal tradimento – così lo definiscono nel comunicato che pubblichiamo di seguito – dei fratellini che a Cremona e a Soresina non hanno votato il candidato presidente del loro schieramento Alberto Sisti, ma quello del PD, Roberto Mariani, risultato poi eletto. Parte attiva nella traduzione in pratica di questo accordo, secondo voci bene informate sarebbe stato Fabio Bertusi, direttore generale della Fondazione Ios, esponente di Forza Italia ora vicinissimo a Fratelli d’Italia. Un nuovo inciucio si è consumato all’ombra del Torrazzo, dopo quello maturato alle elezioni amministrative tra Fratelli d’Italia e PD. A questo punto gli alleati rompono col partito di Giorgia Meloni e il centrodestra cremonese si frantuma.
Il nuovo consiglio provinciale risulta così composto.
Roberto Mariani presidente
Centrodestra
Roberto Rava consigliere
Valeria Patelli consigliere
Giovanni Rossoni consigliere
Filippo Raglio consigliere
Federico Oneta consigliere
Attilio Zabert consigliere
Centrosinistra
Luciano Toscani consigliere
Giovanni Gagliardi consigliere
Mauro Giroletti consigliere
Eugenio Vailati consigliere
Graziella Locci consigliere
Edoardo Vola consigliere
Ecco il comunicato sottoscritto dai responsabili provinciali di Fratelli d’Italia, Lega e Udc.
Nessuna discontinuità amministrativa e politicamente nulla di nuovo in Provincia a Cremona. Il presidente Signoroni, le scorse elezioni, aveva avuto voti trasversali provenienti dal PD e dai civici del centrodestra; poi confluiti in questi anni in Fratelli d’Italia.
Allo stesso modo, in queste elezioni provinciali Roberto Mariani ha avuto voti trasversali dal PD e da una parte di Fratelli d’Italia.
La legge Delrio è una pessima legge, ma una cosa positiva almeno ce l’ha: con i voti ponderati risultano chiari i flussi elettorali.
Ancora più chiari quando, come nel caso di Cremona, i medio-grandi elettori non sono tanti e vi sono due sezioni elettorali ben distinte tra il Cremasco e il Cremonese.
Dati alla mano, l’analisi del voto sulla sezione cremonese è molto semplice e fin troppo palese: Fratelli d’Italia cremonese ha tradito il centrodestra. È un dato oggettivo che emerge quando si analizza sia la fascia di voto di Cremona, dove due consiglieri di fratelli d’Italia non hanno votato per il presidente di centrodestra e addirittura ben tre consiglieri di Fratelli d’Italia hanno votato per Mariani, sia la fascia di voto dove è presente Soresina, i quali consiglieri di Fratelli d’Italia hanno votato per Mariani. Queste due sono le cartine di tornasole che spiegano a chi fa riferimento il gruppo di amministratori oggi in Fratelli d’Italia che ha dato continuità a questo accordo “innaturale” con il PD.
Il voto sulla sezione elettorale del Cremasco, invece, riporta una Fratelli d’Italia cremasca che ha operato e votato correttamente nel perimetro del centrodestra: in tutte le fasce del Cremasco, tranne ovviamente quella dei grandi elettori di Crema città, il centrodestra è in vantaggio.
Anche il voto dei consiglieri di centrodestra di Casalmaggiore è stato compatto per il candidato presidente di centrodestra.
Ora si riapre un problema politico, che ci si augurava fosse superato: Fratelli d’Italia, che aveva garantito nel tavolo politico provinciale del centrodestra la coesione e la compattezza di voti insieme a Forza Italia, Lega e Udc, dopo l’esito di queste elezioni, si è dimostrata per l’ennesima volta inaffidabile e si è posta al di fuori dal perimetro del centrodestra; Forza Italia, la Lega e l’Udc ritengono siano venute meno le condizioni per collaborare con Fratelli d’Italia all’interno della coalizione di centrodestra.
Si può anche comprendere che al PD possa far piacere ricevere voti da amministratori iscritti a Fratelli d’Italia, continuando a perseguire questi accordi politicamente “innaturali”; ma non si può capire come il partito di Fratelli d’Italia si presti a fare da portaborracce a questo “gruppetto di potere” che questa volta ha utilizzato i voti degli elettori di Fratelli d’Italia per far eleggere le proprie persone negli enti locali che poi, come nel caso di queste elezioni provinciali, al momento del voto hanno tradito il centrodestra.
Ora si fanno più chiare anche le motivazioni per cui il PD dopo aver promosso il formarsi di una lista unitaria, ad un certo punto ha fatto un improvviso passo indietro, che ha lasciato sorpresi un po’ tutti.
Il periodo era fine agosto e probabilmente sarà stato il momento della chiusura di questo innaturale accordo politico, che speriamo non releghi la Provincia di Cremona per altri quattro anni ad un ruolo sociale, economico e politico marginale nel panorama istituzionale regionale.
Gabriele Gallina, Forza Italia
Simone Bossi, Lega Cremona
Tiziano Filipponi, Lega Crema
Giuseppe Trespidi, Udc
5 risposte
Con questa “mossa” la Provincia si è auto relegata ai margini del panorama istituzionale. E’ gente che non crede più in niente ; i mediocri al potere sono un’autentica iattura.
E’ sempre così: pochi decidono e anche se in democrazia tutti hanno diritto di essere ascoltati, comunque quei pochi portano a termine il risultato. O dalla porta, o dalla finestra. Non importa. L’importante è che si faccia quanto è stato decretato. E chi non è d’accordo si adegua. E questo è vergognoso per politici che non hanno rispetto se non per chi li asseconda.
Questa volta la premiata ditta l’ha spuntata. Non ce l’aveva fatta qualche mese fa con Padania Acque, ma ora la spartizione bipartisan è andata a buon segno. Siamo preda di cacciatori di poltrone! Grazie di tutto. E noi che li abbiamo votati ed eletti! Poi ci si chiede come fare per ritrovare l’interesse degli elettori in modo che non disertino le urne: provare con l’onestà e la trasparenza?
Stando nell’ombra, o comunque defilato, questo novello Metternich, è evidentemente a quanto pare molto potente! Al punto che quelli che si credono di esserlo trattano con lui!
In questo caso però non c’era bisogno di andare a votare. Ci aveva pensato Delrio prima a toglierci di mezzo. Intanto…