Nuovo ospedale, Movimento e Direzione Asst: dialogo tra sordi

11 Settembre 2023

Una rappresentanza del Movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona ha consegnato alla Direzione strategica dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, composta dal direttore generale, Giuseppe Rossi, dal direttore sanitario Rosario Canino e dall’architetto progettista Maurizio Bracchi, le firme raccolte che sono la testimonianza del malessere della cittadinanza cremonese in relazione al progetto di edificazione di un nuovo ospedale e di demolizione dell’esistente. Il progetto, che è stato avviato tre anni fa, è sostenuto da costi rilevanti. Il movimento rappresentato da una delegazione formata da Fernando Cirillo, Enrico Gnocchi, Paola Tacchini, Celestina Villa, Pietro Cavalli, Giorgio Mantovani ed Enrico Cardesi, ha espresso le proprie perplessità, ciascuno in funzione della propria competenza e ha chiesto chiarimenti. ‘Il Movimento – recita una nota – si riserva di inviare ai responsabili una serie di quesiti specifici sul progetto per tenere puntualmente informata la cittadinanza’.

Per l’incontro con il Movimento contro il nuovo ospedale di Cremona, l’Azienda socio sanitaria territoriale ha schierato l’artiglieria pesante: direttore generale, direttore sanitario, direttore sanitario, responsabile del progetto, responsabile Ufficio stampa. Strano, visto che in precedenti contestazioni (dal trasferimento della Terapia intensiva neonatale a Brescia sino alla battaglia su Area Donna) nessuno, ma proprio nessuno, si era preso la briga di spiegare ai manifestanti le ragioni di alcune scelte che definire impopolari era dir poco: Uno sparuto numero di cittadini normali (i responsabili del Movimento) , a fronte delle spiegazioni tecniche fornite e delle certezze manifestate, poco ha potuto fare se non esprimere alcune perplessità. D’altra parte se un direttore sanitario afferma che bisogna costruire tre sale operatorie e che nella struttura attuale è impossibile farlo,  che bisogna allargare alcuni servizi e non c’è proprio posto nella attuale struttura, poco può dire un normale cittadino che esprime solamente una forte perplessità per come verranno impiegati i soldi pubblici in un contesto in cui la sanità, più che di muri ed edifici, ha la necessità di personale ed attrezzature per potere assistere chi ne ha bisogno.

Dunque oggi pomeriggio si è assistito a un dialogo del tutto impossibile tra chi si pone dei problemi (che cosa facciamo del vecchio ospedale, cosa ci mettiamo nel nuovo, solo per fare un esempio) e chi invece procede diritto per la propria strada, incurante di tutto.

D’accordo, il Movimento è l’espressione della gente comune, quella che ha bisogno comunque di essere assistita e curata mentre chi afferma che l’attuale struttura non può venire né migliorata né adattata alle nuove esigenze della medicina cremonese (quali?) rappresenta il Potere nella sua forma meno discutibile.

Il Movimento è sprovvisto di artiglieria pesante ma si fa scudo delle quasi duemila firme raccolte in piena estate quando la gente comune pensa più alle vacanze che alle cure che potrà offrirgli il nuovo avveniristico ospedale.  Con non poca sorpresa è stata notata la nuovissima sala di cui si è dotata la Direzione ospedaliera. La palazzina che la ospita non seguirà l’infausto destino del Maggiore che, salvo imprevisti, crollerà sulle cariche di tritolo, sprigionando una quantità micidiale di Co2. La Direzione resterà lì dove si trova adesso, cioè ancora più lontano dal blocco ospedaliero, vale a dire dagli ammalati, dai medici e dal personale sanitario. Una lontananza fisica, psicologica e operativa. Già, diagnosi e cura sono attività collaterali quando l’ospedale diventa azienda è guarda prima al business, poi ai malati.
Vittoriano Zanolli

3 risposte

  1. Ci sono voluti oltre
    30 anni, ma finalmente si e’ giunti alla conclusione: l’ospedale non puo’ essere considerato azienda. Ai vari reparti non possono essere imposti dall’alto i budget. L’ospedale non e’ un prosciuttificio. Nei letti non ci sono salami, ma PERSONE che soffrono e che hanno bisogno di cure. I miei 30 anni di presidenza del TDM mi hanno messo in condizione di avere una visione generale precisa dei problemi. Nonostante sia ricoverato per diversi problemi di salute, metto a disposizione, per chi lo ritenesse utile, la mia esperienza.

  2. Come è possibile dire che non si possono costruire 3 sale operatorie in una struttura così?ci prendono per degli stupidi?

  3. Il problema sta in un difetto di comunicazione attraverso i locali organi di stampa che hanno riportato ciò che è stato dichiarato dai fautori del nuovo ospedale; già ad iniziare dalla edificazione di un ospedalino, come lo chiama Cavalli, per far fronte a possibili future pandemie, quando invece, con le parole dell’architetto Bracchi, non sarà solo un ospedale innovativo da un punto di vista edilizio, ma detterà le regole future per una nuova medicina del territorio (sic). Ecco qual è l’obiettivo primario del Movimento capeggiato dal bravo Enrico Gnocchi, non quello di mettersi di traverso “modello val di Susa” a un progetto in itinere, ma quello di chiedere necessari chiarimenti e di sensibilizzare la cittadinanza che da questo progetto, e non solo da questo, è stata esclusa. Con il Movimento si è avuta la conferma che la cittadinanza c’è, è consapevole, e chiede di essere informata. Comunicare in modo corretto non è solo una regola giornalistica ma è un fatto di responsabilità nei confronti della comunità.

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