Quel pasticciaccio brutto di via Bosco tra connivenze, omertà e figuracce

2 Aprile 2023

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è un affare milionario legato a una centrale di biometano da realizzare nel Comune di Cremona, in una zona già penalizzata da un inceneritore e da un impianto di biomasse legnose. C’è una multiutility, A2A, quotata in borsa, che vuole costruirlo. Che si autoproclama Life company. Che è più affine a una money maker. Che nel 2022 ha chiuso il bilancio con un utile netto di 401 milioni e un dividendo per i soci di 0,0904 euro per azione.

C’è un documento del 7 dicembre 2022 dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia (Arpa) che avverte: «Il proponente non ha presentato uno studio di impatto atmosferico volto a valutare le ricadute presso i recettori dei principali inquinanti caratterizzanti l’attività di progetto» e non solo questo (testo integrale in Vittorianozanolli.it, 30 marzo).

C’è una relazione del 9 dicembre 2022 del direttore del Settore area vasta, ambiente e transizione ecologica del comune di Cremona che evidenzia: «l’area di progetto si colloca all’interno del perimetro del parco locale di interesse sovracomunale Parco del Po e del Morbasco» e anche qui, altro ancora (testo integrale in Vittorianozanolli.it, 27 marzo).

Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona – 74 mila abitanti – applaude all’operazione della multiutility. Michel Marchi, suo collega di Gerre de Caprioli – 1400 abitanti – Comune confinante con il capoluogo, pianta il chiodo. Si oppone all’impianto. Minaccia un altro Forte Apache (Cremonasera, 19 marzo). Maciste contro lo hobbit.   

Non manca la legge di Murphy: «Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo», infallibile su questioni ambientali rilevanti. E il qualcuno è la sicurezza strafottente dei promotori dell’intervento. Poi arroganza, presunzione, sottovalutazione degli oppositori ci mettono il carico da undici. Stupidità e insipienza di relegare storia ed esperienze passate in posti inaccessibili alla memoria completano il quadro. Il fiocco lo fornisce l’ignoranza di credersi i più furbi del bigoncio per la semplice ragione di ritrovarsi in maggioranza e di essere pesi massimi, incuranti di possedere muscoli fasulli.

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è un delitto con relativi mandanti, esecutori e sospettati.  I comunicati per depistare le indagini si sprecano. Ci sono pagine pubblicitarie (27 marzo e 1° aprile) di A2A sul quotidiano La Provincia per acquisire consenso, scelta che non giova alla causa. Ma, insegna Enzo Jannacci, non tutti hanno orecchio.

C’è il centrosinistra, Pd in testa, che sulle questioni ambientali spesso sta dalla parte sbagliata. Comunque diversa da quella che molti cittadini si aspettano da lui e, sull’impianto di biometano, si trova spiazzato dal colpo di scena di un centrodestra più ecologista e di buon senso. Più saggio.

Michele De Crecchio, ex assessore comunale a Cremona, uomo di sinistra, nel commentare un documento dei consiglieri comunali di Forza Italia Carlo Malvezzi, Federico Fasani e Saverio Simi scrive: «È decisamente sgradevole constatare che la tutela dell’ambiente, un tempo tradizionale cavallo di battaglia delle forze politiche di sinistra, venga oggi (temo solo strumentalmente) reclamata dalla destra. Purtroppo, da non pochi anni ormai, mala tempora currunt per la tormentata storia urbanistica della nostra città!» (Cremonasera, 29 marzo).  Non una carezza per il centrodestra, ma per il centrosinistra cremonese è peggio. È un montante di Muhammad Ali. Devastante.

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. Ci sono tre moschettieri di maggioranza Roberto Poli (Pd), Enrico Manfredini (Fare nuova la città) e Lapo Pasquetti (Sinistra italiana) che difendono l’Amministrazione comunale dai cattivoni di Fratelli d’Italia e Forza Italia, peggiori anche delle guardie di Richelieu.

«Anziché – chiosano – attaccare la maggioranza con allusioni criptiche e riferimenti sibillini il centrodestra farebbe meglio a spiegare ai cittadini cremonesi le sue proposte, sempre che le abbia, a fronte della necessità non rimandabile di produrre energia pulita avviando la transizione energetica con l’obiettivo di rendere l’Italia più autonoma rispetto al fabbisogno energetico» (Cremona sera, 30 marzo).

Gioverebbe ai tre moschettieri esprimersi in maniera più chiara e non in politichese. 

Spiegare perché l’inceneritore imposto dal centrosinistra, contro la volontà dei cittadini, continua a rimanere in funzione di fronte alla necessità non rimandabile di produrre energia pulita.

Giustificare la loro reticenza a incrociare il ferro contro A2A per costringerla a spegnere l’impianto. 

«Da subito – precisano – abbiamo sostenuto la necessità del massimo rigore nella valutazione dell’impatto ambientale e nessuno ha mai avallato eventuali scorciatoie, nel pieno rispetto dell’iter tecnico-amministrativo più corretto». 

Cosa significa da subito?  La valutazione di impatto ambientale (Via) è stata chiesta volontariamente da A2A pochi giorni fa, quattro mesi dopo le relazioni di Arpa e Settore area vasta, ambiente e transizione ecologica del Comune di Cremona. A2A ha fatto un figurone e la maggioranza è rimasta con il cerino in mano. Come quelli della mascherpa.

Perché la Via non è stata imposta dal Comune?  Nessuno dei moschettieri del re aveva letto i due documenti citati?  Perché si sono agitati a fine marzo dopo la dichiarazione di guerra del sindaco Marchi e non a inizio dicembre? E dopo ed essere stati superati in ambientalismo da una parte della minoranza. Non dalla Lega, non pervenuta.  Quattro mesi per da subito, sono eccessivi, anche per le abitudini da bradipo di Cremona.

«Spiace – sottolineano – constatare che le minoranze, nonostante abbiano la responsabilità del governo regionale e nazionale, preferiscano il gioco delle parti anche su partite strategiche per il territorio e il Paese. Vediamo posizioni ondivaghe e addirittura poco credibili, travestimenti pseudo ambientalisti, pur di cavalcare alcuni malumori, come sempre accade quando ci sono progetti forti».

Spiace!!!  Commovente.

Il moralismo in politica è la pretesa di entrare in un bordello e invitare le lavoratrici all’illibatezza, ma nel contempo usufruire delle loro prestazioni.

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. C’è implicita la richiesta di connivenza. Di tacere.  Il centrodestra dovrebbe rimanere muto. Dopo la maggioranza silenziosa, l’opposizione silenziosa. Ma in Comune non esiste un cartello con l’avvertimento: non disturbate il manovratore. Anzi se si è opposizione più si disorienta l’autista meglio è. È anche vero che un rincoglionimento costruttivo è più apprezzato e l’accordo è assicurato.

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. In un giallo il mistero è un obbligo.

Un paio di giorni prima dell’entrata in scena dei tre moschettieri, il Pd divulgava un documento firmato dal vicesegretario provinciale Roberto Galletti e dal segretario cittadino Luca Burgazzi.  Il testo (Cremona sera, 28 marzo) è più sgamato di quello dei tre moschettieri. Non afferma nulla di eccezionale. Difende l’operato dell’Amministrazione comunale.  Si arrampica sui vetri. Come si dice oggi, ci sta.  Stupisce, invece, che sia sottoscritto dal vicesegretario provinciale e non dal segretario Vittore Soldo.

Se il Pd intendeva sottolineare che la questione fosse di pertinenza della segreteria cittadina la sola firma di Burgazzi sarebbe bastata e nessuno avrebbe eccepito.  Ma l’autografo di Galetti indica che la questione è stata allargata a quella provinciale. E allora perché Soldo non ha firmato?

Quel pasticciaccio brutto di via Bosco. La sinossi del romanzo è completata. Ma chi è la vittima?  La politica. Ancora una volta, l’ennesima. Elementare Watson. Abbandonata a se stessa e prona all’economia.  E un paio di documenti colmi di buone intenzioni non la rianimano. E non basta un Michel Marchi in versione Mister Smith va a Washington per accendere la speranza di cambiamento.  Cremona non è l’America. Il sindaco di Gerre non James Stewart.  Il film di Frank Capra un reperto da cineteca. Un ricordo. E poi i film hanno quasi sempre l’l’happy end.  La realtà molto meno.

 

Antonio Grassi

2 risposte

  1. Bravo Antonio. CHIARO ! ATTENTO ! DOCUMENTATO . Grande esperienza la tua. Illuminante poi L’accostamento del Moralismo in politica con le prestazioni da BORDELLO. E che dire dei “Tre moschettieri “ un costume cucito a pennello. Chiaramente non sorvolo sul resto…Anzi !!! Voglioso di leggerti prossimamente sul blog di Vittoriano Zanolli, mantieniti così!!!

  2. L’analisi puntuale e documentata dimostra come le argomentazioni siano non solo fondate, ma impostino una critica che va ben oltre posizioni partitiche. L’ambientalismo non è una bandiera, non è una pagliacciata da imbratta monumenti, ma è un valore ” non negoziabile”. Ricordiamo che muore un fra’ Cristoforo, ma anche un Innominato.

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