Riforma della sanità, molti misteri. Intanto costruiamo poi si vedrà

21 Luglio 2022

La riforma della sanità sta decollando. Per adesso con i quattrini del PNRR, destinati in gran parte alla costruzione o la messa a norma di 1300 Case di Comunità, edifici dei quali non si sa chi dovrà coprire i costi di gestione e neppure dove si andrà a prendere il personale per farle funzionare. E poi ci sono gli almeno 400 Ospedali di Comunità, strutture intermedie tra l’Ospedale ed il territorio, dotati di 20 posti letto e che necessitano, alla minima,  di almeno una ventina di dipendenti per garantirne il funzionamento, senza che ancora nessuno abbia compreso  in che modo saranno sostenuti i normali costi di gestione e di personale. Oltretutto in un momento nel quale già infermieri e medici scarseggiano e senza neppure sapere chi dei due dovrà assumersi la responsabilità dei pazienti ricoverati. Quasi come costruire un albergo (oppure una scuola, oppure un tribunale, oppure un stazione dei Carabinieri oppure fate voi…) senza conoscere le esigenze del territorio, senza preoccuparsi dei successivi costi di gestione, senza avere disponibilità di personale per farlo funzionare. Anzi, senza neppure i soldi per arredarlo. E’ per questo motivo che il Presidente della Regione Campania, a cui sono destinati 800 milioni per realizzare 70 Case di Comunità, ha espresso la sua contrarietà ai progetti governativi, chiedendo in che modo e con quale personale questi potranno funzionare e  ricevendo come risposta “intanto costruite, poi si vedrà”. A chi pensa che Napoli sia un posto magnifico ma totalmente diverso da Cremona, andrebbe ricordato che, nel nostro piccolo, il piccolo nuovo ospedale di Cremona sembra obbedire alla stessa logica: intanto costruiamo, poi si vedrà.

Si accettano scommesse su quanto e cosa dovremo vedere. Magari una riduzione dei posti letto che garantirà affari d’oro al privato e ridurrà le competenze all’attuale struttura. Magari una qualifica che un giorno è un DEA di secondo livello ed il giorno dopo se ne è già dimenticata. Magari una struttura antisismica di fianco a quella esistente che antisismica non lo è per niente. Magari  Reparti specialistici dei quali ad oggi si ignora il progetto specifico e quello complessivo.

Nell’indifferenza generale ci permettiamo allora di suggerire qualche spunto di riflessione per il progetto del nuovo Ospedalino di Cremona, appena finanziato con un milione e mezzo di euro. Ad esempio il nuovo polo logistico di San Felice, certamente associato ad un incremento del traffico pesante e i cui benefici effetti sull’aria salubre di Cremona si faranno sentire, potrebbe suggerire il potenziamento del reparto di Pneumologia e magari della Chirurgia Toracica. Anche il quasi certo  incremento di traumi e fratture tra i dipendenti potrebbe consigliare una adeguata revisione/rivalutazione del reparto di Ortopedia. Al contrario, bisognerebbe tener conto del fatto che la prossima iniziativa edilizia in grado di rovinare irrimediabilmente  l’unico verde cittadino  ancora intatto, avrà lo scopo di fornire assistenza psicologica, psichiatrica e riabilitativa (non è noto se a pagamento, ma è assai probabile) e quindi potrebbe portare ad una riduzione della richiesta di questi servizi presso l’ospedale. Per inciso, ai pochi che protestano per il saccheggio del verde pubblico (leggi Parco del Morbasco) ad opera di Privati, Sindaci e Banche, si contrappone l’indifferenza dei politici (tutti) e dei cittadini (la maggior parte). Il che conferma l’indifferenza di buona parte dei cremonesi, tangibile  anche nei confronti dell’erigendo nuovo ospedalino di Cremona. A questo proposito sarebbe auspicabile che, tra i tanti reparti da potenziare, la Cardiologia possa rivestire un ruolo importante: pur nell’indifferenza generale giunge voce che qualche raro cittadino stia vivendo una situazione di grande stress davanti a certe scelte di politica cremonese  (non solo di quella sanitaria) e, come molti sanno, il cuore rappresenta uno dei principali bersagli di condizioni che amareggiano l’esistenza. Un rafforzamento della Cardiologia potrebbe quindi essere molto utile, anche perché la maggior parte delle persone di cuore ne ha uno solo.

A chi  invece il cuore non ce l’ha più, si può proporre una fantastica soluzione: diminuire l’assistenza (meno posti letto, meno servizi) a quelli che più ne hanno bisogno. In quest’ottica si potrebbe drasticamente ridurre il numero degli assistiti dalla Sanità pubblica, con indubbi vantaggi in termini di costi, farmaci, pensioni. E soprattutto con meno seccature.

 

Pietro Cavalli

Una risposta

  1. Ora però basta con questa indifferenza cari cittadini, e dare poi la colpa a chi invece prova a fare qualcosa … non se ne può più.
    Abbiamo fatto diverse mozioni sull’ospedale, sulla carenza di medici, sulla chiusura dei reparti, e non solo il consigliere Luca Nolli, o noi del comitato spontaneo Rivogliamo Area Donna, ma anche il Consigliere Riccardo Merli, il consigliere Nicola Pini e altri… ma tutto rimane impantanato. Perché?
    Siamo andate a protestare davanti al taglio degli alberi… persino a Cavatigozzi contro l’inquinamento dell’aria, sempre i soliti e sempre senza nessun risultato.
    A questo punto mi potrebbe dare qualcuno una proposta risolutiva? Farò un presidio, quando potrà esserci il dottor Cavalli che vedo molto preparato, vedrà con i suoi occhi chi ci tiene davvero al proprio territorio… potrei già scrivere qui i nomi e non sarebbe una lista lunga.
    Io l’ho detto e l’ho fatto e continuerò ad esserci per le giuste cause, ma senza un governo, anche a livello comunale e regionale che si interessi a noi, continueremo ad essere sempre i soliti 4 “gatti” masochisti sotto il sole di questa torrida estate!
    Aiutati che il ciel ti aiuta non funziona più!

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