Salviamo il Santuario di Caravaggio dalla logistica

4 Aprile 2024

Lo scorso dicembre il Santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio, provincia di Bergamo, diocesi di Cremona, ha presentato ricorso al Tar per dire ‘no’ alla logistica che potrebbe sorgere sul terreno a nord della strada provinciale Rivoltana, nel territorio di Misano, nella Bergamasca. Nel mirino della curia di Cremona è finito l’ambito di trasformazione “At1” del Piano di governo del territorio del Comune della Bassa, osteggiato da Legambiente che aveva già depositato il suo ricorso al Tar. E proprio Legambiente il 20 aprile promuove una mattinata di mobilitazione che prevede alle 10 il ritrovo all’ingresso del Santuario e tra le 10,30 e le 11,15 gli interventi di don Amedeo Ferrari, rettore del Santuario, Barbara Meggetto, presidente Legambiente Lombardia, Paolo Falbo, Circolo Legambiente Serio e Oglio, Dipartimento Economia e Management dell’Università di Brescia, Eugenio Bignardi, Laudato sì. Tra le 11,15 e le 12 formazione della catena umana ‘Abbracciamo il Santuarioi di Caravaggio’.

Per info sugli altri appuntamenti della mobilitazione: salviamoilsuolo.it

Dunque dopo Legambiente anche il Santuario di Caravaggio ha depositato al Tar un ricorso contro l’ambito di trasformazione “At1” del Piano di governo del territorio del Comune di Misano che prevede la realizzazione di un’area produttiva, con annessa logistica, su circa 120mila metri quadrati di terreno agricolo a nord della provinciale Rivoltana. L’annuncio ufficiale è arrivato lo scorso gennaio dal sito della Diocesi di Cremona e non è da escludere che un terzo ricorso possa arrivare anche dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, proprietario di alcuni terreni in quella zona, ma che già in una osservazione presentata al Comune di Misano – in vista della revisione del Pgt -, unitamente al Rettore del Santuario aveva chiesto che l’intero ambito tornasse a vocazione agricola com’era nel Prg.

“Il 26 maggio 2023, nell’anniversario dell’apparizione della Vergine, il Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio è stato ufficialmente riconosciuto come “Santuario regionale della Lombardia” – ha scritto la Diocesi di Cremona -. Nell’omelia della concelebrazione, l’arcivescovo di Milano Mario Delpini rimarcava l’importanza, sia spirituale che geografica, che esso riveste per il territorio lombardo, aggiungendo che la comunità, radunata per onorare santa Maria del Fonte, è invitata a imparare una devozione “facile”, alla quale proprio il Santuario regionale educa. Facile, anche perché al centro del territorio lombardo, facile perché è facilmente raggiungibile, facile perché è accogliente, facile perché la sua maestosità è “familiare”. Purtroppo queste sue caratteristiche sono oggi messe a rischio da piani urbanistici che vogliono sfruttare gli spazi agricoli circostanti, che fino a ora favorivano la piena vista del Santuario e gli hanno consentito di essere una vera oasi spirituale, immersa in un ambiente naturale di grande respiro, di ristoro per i numerosi pellegrini che vi si recano. È evidente che un massiccio intervento di urbanizzazione nella zona adiacente il Santuario pregiudicherebbe la quiete che attualmente la caratterizza, danneggiando il Santuario e quanti lo frequentano nella sua funzione spirituale e culturale. Gli effetti negativi (emissioni rumorose e inquinanti, forte impatto visivo, aumento del traffico di mezzi pesanti) che ricadrebbero sul Santuario, pregiudicandone la quiete e il pregio paesaggistico, hanno spinto i responsabili del Santuario a ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale contro le decisioni che il Comune di Misano sta assumendo per attuare una importante trasformazione di terreno da agricolo ad area produttiva (parco logistico)”.

Salvare l’ambiente circostante al Santuario, per la Diocesi di Cremona, è una priorità come si evince dalla chiusura del comunicato della Curia vescovile: “Il Santuario di Caravaggio, da quasi 700 anni, si sente a pieno titolo parte di questo patrimonio di tutti e vuole continuare a tutelarlo. Dopo essere stato insignito dello “Scudo blu”, simbolo internazionale di protezione dei beni culturali, promosso dalla Croce Rossa, che “individua i monumenti di notevole interesse culturale e storico, un simbolo per preservarli in caso di conflitto armato”, il Santuario di Santa Maria del Fonte ora ha bisogno di uno “scudo verde” per tutelare il valore artistico, culturale, territoriale e paesaggistico di tutto il complesso”.

6 risposte

  1. Che tempi grami ci tocca vivere caro Vittoriano. Direi che siamo di fronte al classico caso bisognoso di …’miracolo’. Il che, trattandosi nientemeno che del santuario di Caravaggio, fa ben sperare circa un buon esito finale.

  2. Vergogna!!! Il profitto economico non rispetta niente e nessuno! Basta costruire, cementare, deturpare il paesaggio. Dopo le recenti alluvioni in Emilia Romagna, il cui imputato principale è stato individuato proprio nel consumo di suolo e costruzione selvaggia, ancora continuiamo sulla stessa falsariga. Politici, amministratori, speculatori, le vostre malefatte le paghiamo tutti!

  3. Le decisioni, come sempre, vengono prese dall’alto e calate su noi cittadini, più gli interessi sono grossi e più le decisioni viaggiano sopra le nostre teste.
    D’altro canto si sa chi ha tanti soldi comanda, punto e stop, gli altri si devono adeguare. In Italia è stato deciso dalla nostra politica che la logistica su gomma sarà il business del futuro, in questo modo le merci viaggeranno più velocemente grazie ai punti di stoccaggio che si diffonderanno in maniera capillare, con il COVID-19 ci hanno sempre più abituato ad acquistare on line: è più economico e veloce e si risparmia un sacco di tempo, ti recapitano a casa la merce senza problemi, così scompare il rapporto umano con il commerciante, l’artigiano, il commesso, la commessa e la nostra società si impoverisce anche se ci dicono il contrario, si impoverisce soprattutto di rapporti umani che invece sono fondamentali per mantenere l’essere umano vivo e creare una società ad alto valore aggiunto, pensante, critica, attiva e migliorativa socialmente parlando. Purtroppo ci vogliono relegare alla funzione di consumatori consenzienti, facilmente orientabili, gestibili, vogliono condizionare anche il nostro modo di pensare, decidere per noi.
    Più il pianeta si popolerà e più le nostre libertà verranno meno, si creeranno sempre più regole da rispettare perché più siamo e più è difficile convivere pacificamente. La nostra libertà finisce dove inizia quella dell’altro.
    Meditate gente meditate..

    1. Ma a proposito dei tempi di acquisto, per ora non impiego granché quando devo comprare il pollo piuttosto che il vino, quello buono però, o il detersivo. Due passi da casa. Per ora faccio a meno di internet, almeno per questo. E poi il commercio online non è salutare perché è un incentivo alla pigrizia e all immobilismo.

  4. Tutti indignati e tutti che comprano online. Camion, tir, furgoni, poli logistici, traffico bestiale, inquinamento alle stelle sono anche il prodotto delle nostre scelte. Sono i nostri comportamenti a mettere in moto questo casino di cui poi ci lamentiamo.

  5. Esatto , e a Piadena si appoggia l’ampliamento del polo logistico già esistente…..pazzesco e vergognoso …..

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