Salvini e il suo ‘credo laico’. Carletti: elogio del dubbio

17 Agosto 2022
Caro Direttore,
abbiamo letto la replica di Salvini all’Avvenire in ordine al motto leghista ” Credo”, ovviamente il motto “Credo” in un Paese a fortissima tradizione cattolica, detto da chi utilizza i simboli religiosi come gingilli di bassa bigiotteria, sembrava avere una valenza schiettamente religiosa.
 Invece no, colpo di scena, il nostro Salvini ci dice altro, ci riferisce che il suo è un credo laico, un atteggiamento che debbono avere i leghisti nei confronti degli accadimenti sociali, atteggiamento che è contrario a quello del dubbio, così lo definisce Salvini.
Nei confronti delle scelte politiche serve credere e non dubitare.
Accidenti, forse era meglio che quel credo avesse un’odiosa valenza religiosa perché, così come lo ha definito ora Salvini, è un odiosissimo atteggiamento di sottomissione che a occhio e croce mi pare non dissimile dal “Credere, obbedire, combattere” di qualche tempo fa…
Per nostra fortuna la cultura occidentale, che Salvini vorrebbe difendere, si è proprio formata sul dubbio e non sugli assiomi; Socrate stesso affermava che il dubbio  era espressione di verità, che può essere raggiunta solo confutando errori; Cartesio poi, con il celebre Cogito ergo sum, altro non intende dire se non dubito ergo sum perché il solo fatto di dubitare, la sola ipotesi che io possa essere ingannato implica necessariamente che io esista.
La cultura laica che da duemila anni plasma la società occidentale si fonda sul dubbio e mai sulle certezze, d’altra parte il metodo scientifico si fonda sulla confutazione di errori possibile solo attraverso l’atteggiamento dubitativo, atteggiamento questo che è il solo a poter portare alla conoscenza, quella che persegue Ulisse divorato dalla curiosità, intesa come brama di sapere.
Insomma, nello spiegarci che dovremmo credere laicamente di più e dubitare laicamente di meno, Salvini ci dice che dovremmo gettare a mare, non una parte, bensì tutta la tradizione culturale su cui si fondano i valori dell’occidente di cui tanto si vanta lo stesso Salvini.
Se però leggiamo la ricetta di Salvini per il Paese capiamo subito la necessità di un atteggiamento fideista, senza il quale un essere pensante non potrebbe aderire alle proposte della Lega: la ricetta prevede infatti una serie di misure che comportano minor gettito allo Stato senza dirci dove si possano reperire le centinaia di miliardi richiesti per l’attuazione delle stesse: flat tax, abbattimento Iva, conversione al nucleare sicuro, assunzione di decine di migliaia di nuovi dipendenti statali, anticipazione dell’età pensionabile, autonomia regionale, solo per dirne alcune, ma con quali soldi? O meglio, tagliando cosa? Non c’è traccia di una sola risorsa per attuare quanto proposto e mica basta dire “togliamo il reddito di cittadinanza”, perché la Meloni ci dice che questo è costato all’oggi 9 miliardi e Salvini ci dice che la sola flat tax ne costerebbe 65!!
Allora lasciamo il credo a chi ha la fortuna di trovare un sollievo alle tribolazioni terrene con la certezza di un riscatto misericordioso e teniamoci ben stretto per gli affari terreni il dubbio, perché solo dubitando si può sperare di non essere fregati.
Paolo Carletti
PD Cremona

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *