Sanremo 2024. Né pro né contro: lunga vita al popolo degli indifferenti

8 Febbraio 2024

C’è un popolo a cui il Festival di Sanremo non fa: né caldo, né freddo. Non gli è: né contro, né a favore. Semplicemente non gliene importa una ‘cippa’. Se ne frega dei buoni sentimenti, delle polemiche, e di quanto accade sul palcoscenico dell’Ariston. Se ne infischia del ‘politicamente corretto’ e ancor di più del ‘politicamente scorretto’.

È il popolo degli ‘indifferenti’: a cui va la mia più assoluta e infinita simpatia. Invece di stilare inutili classifiche ‘casalinghe’, di spettegolare su outfit o su gossip politico/erotici, si riversa nelle strade deserte di Cremona. Un universo policromo.

Ci sono gli ‘zanza certificati’. Quelli che ogni sera, aldilà di quanto possa accadere nell’universo mondo, tirano tardi davanti a infiniti boccali di birra. Gli ‘zanza d’occasione’: fuggono dalla dittatura della tv.

Nella piazza centrale, a un tavolino all’aperto, una coppia di donne narra di ‘corna’, dispetti e altre amenità che accadono nelle corsie degli ospedali. Poco più in là, liutaie orientali, discutono all’infinito davanti a un violino appeso in bottega. Poco ci manca che non si prendano per i capelli.

‘Maranza’, fuori tempo massimo, ascoltano, a bordo di berline di seconda mano, musiche del Turkmenistan. Tengono il volume altissimo. Pensano di rimorchiare: ma non c’è trippa per gatti.

Solitari cronici percorrono, anche in queste sere di Festival, chilometri con il cane pur di stare lontano da altri umani.

Pensatori liberi osservano, all’infinito, statue e monumenti; riflettono sulla caducità umana. In qualche bar, si recrimina sulla buona e cattiva sorte dei ‘pallonari grigiorossi’.

Politicanti, del tempo che fu, approfittano del deserto per ‘tramare’ nell’ombra le infelici sorti della città.

Lunga vita al ‘popolo’ degli indifferenti.

 

Ghino di Tacco

Una risposta

  1. Indifferenza, il peggiore dei sentimenti! Meglio è ammettere apertamente che Sanremo è un avvenimento nazionale e che ascoltare canzoni e ammirare e criticare personaggi televisivi è un modo per vivere qualche giorno all’anno senza pensare a faccende più cariche di significati. Ci si deve vergognare? Il deserto in città c’è lo godiamo in ogni stagione e così le corna e tutto il resto. È meno disdicevole non perdere nessuna partita di calcio di tutti i campionati del mondo?

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