Scivoloni e condanna di Signoroni, ma tutti tacciono

14 Giugno 2021

Nel folto elenco dei personaggi politici inconsapevoli, svetta l’ex ministro Claudio Scajola, un autentico fuoriclasse. Ha scoperto per caso che gli era stato intestato un appartamento a Roma con vista sull’anfiteatro Flavio. Strano, non ne sapeva niente. Siate onesti: non vi è mai capitato di ricevere una casa in dono a vostra insaputa da qualcuno che voleva mettervi in difficoltà? A lui sì. Il giudice gli ha creduto perciò è stato assolto dall’accusa di finanziamento illecito e prosciolto per intervenuta prescrizione. E’ andata peggio al suo emulo Mirko Signoroni. Sosteneva di non sapere di essere ineleggibile quando si candidò la prima volta alla presidenza della Provincia  di Cremona, ma il collegio del tribunale civile presieduto dal giudice Andrea Milese non gli ha creduto e lo scorso dicembre lo ha condannato a una pena pecuniaria. Quando il giornalista gli ha chiesto di commentare la sentenza è trasecolato: era all’oscuro di tutto, anche della condanna. Qualcuno deve spiegargli che Scajola è un satellite che ruota attorno a un pianeta di nome Berlusconi, un po’ appannato ma che consente di orbitare a molti come lui. Può permettersi di atteggiarsi a gnorri e farla franca. Per i meteoriti come Signoroni il destino è meno generoso. Talvolta ingrato. Il suo percorso politico è segnato da frequenti scivoloni. Nel gennaio 2019 dichiara che ‘è inevitabile considerare Cremona lontana e che come sindaco di Lodi saprebbe dove portare il suo Comune: sotto Lodi’. E’ sorprendente che a uno che la pensa così sia stata affidata la rappresentanza della Provincia di Cremona. Ed è ancora più stupefacente che lui, uomo di destra, sia stato votato anche dalla sinistra. Un abbaglio di qualche Mazzarino dem, avvezzo agli accordi consociativi, che per oscure ragioni ha contribuito ad affidare a un onesto sindaco di campagna un compito più grande di lui. Nell’agosto 2019 Signoroni viene eletto ma è ineleggibile. Si dimette e il 23 novembre successivo viene rieletto dopo avere rimosso la situazione di ineleggibilità dimettendosi dal consiglio dell’Ato. Un doppio ruolo che aveva indotto l’allora segretario generale della Provincia, Maria Rita Nanni, a esprimere i propri dubbi. Dei 1305 aventi diritto al voto 1014 disertano le urne. Solo 281 vanno a votare. Una partecipazione così bassa dimostra quanto poco rappresentativo fosse il candidato alla presidenza. Lo scorso dicembre Signoroni viene condannato. In altra epoca con personaggi differenti non sarebbe stata ufficializzata la richiesta di dimissioni perché l’interessato avrebbe giocato d’anticipo, lasciando l’incarico. In questo caso non solo il presidente resta beato al suo posto, ma nessuno commenta. Silenzio assoluto e assordante, come oggi va di moda dire. Zitti i partiti, zitti i politici, zitte le associazioni, avvezze a sproloquiare, zitti gli opinionisti ufficiali. Soprattutto la Lega, che aveva fatto il diavolo a quattro nella fase preelettorale se  ne sta acquattata. E dopo l’aperitivo dell’auspicato passaggio di Dovera con Lodi ecco che Signoroni serve il piatto forte: ‘Non sapevo della sentenza di condanna’.  Poche settimane prima il presidente della Provincia, socio di maggioranza di Padania Acque, aveva dichiarato in assemblea ‘di non essere informato sulle nomine per il rinnovo del consiglio d’amministrazione’.

Un’altra perla di Signoroni è la richiesta di soldi per finanziare il masterplan 3C ai piccoli Comuni che dovrebbero pagare pro capite 12 volte più di Cremona e 6 più di Crema.

Che dire? Questo passa il convento. Si grida allo scandalo se un sindaco dopo avere svolto una pratica per il Comune a bordo dell’auto di servizio si ferma al bar per bere un caffè ed episodi come quelli citati finiscono in cavalleria. Mala tempora currunt.

Vittoriano Zanolli

Una risposta

  1. Sarebbe un capolavoro di comicità se questa comicità non fosse involontaria. Il che ne fa una tragedia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *