Sole 24 Ore, qualità della vita: Cremona 18^ perde 7 posizioni

4 Dicembre 2023

La 34ª indagine del Sole 24 Ore vede la prima volta di Udine in testa alla classifica generale, seguita da Bologna e da Trento. Foggia torna ultima e il Sud popola gli ultimi posti, dove scivolano anche nove territori del Centro Nord. Monza Brianza vince «Ricchezza e consumi» e arriva tra le prime dieci. Milano si conferma 8ª, Firenze scende 6ª, Roma è 35ª e perde quattro posizioni. Cremona si classifica al 18° posto, perdendo ben 7 posizioni rispetto alla classifica stilata l’anno scorso dal Sole 24 Ore.

È la prima volta che vince la Qualità della vita, raggiungendo il primo posto nella 34ª edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sui territori più vivibili. La provincia di Udine entra così nella storia della classifica che misura il benessere della popolazione italiana, dopo essersi piazzata nella top ten solamente tre volte dal 1990 (prima edizione) ad oggi, precisamente nel 2016, nel 2020 e nel 2021.

Suonano più come delle conferme, invece, il secondo e il terzo posto di Bologna, vincitrice dell’edizione 2022 e sempre in testa nella categoria «Demografia, salute e società» spinta dai livelli d’istruzione elevati, e Trento, già vincitrice dell’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

La scalata del territorio friulano (+11 posizioni) tra le 107 province italiane prese in esame attraverso 90 indicatori statistici è trainata da alcune particolari performance: ottiene il primo posto nell’indice sintetico della Qualità della vita delle donne e l’ottavo posto in quello che misura la Qualità della vita dei bambini; detiene il record di palestre, piscine e centri per il benessere fisico; si distingue (4° posto) nella categoria «Giustizia e sicurezza» per la limitata frequenza di incendi, delitti informatici e furti di autovetture; eccelle anche per la bassa incidenza di famiglie con Isee sotto i 7mila euro e di imprese in fallimento.

Quella di Udine non è l’unica prima volta. Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al 5° posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di «Ambiente e servizi». Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte.

Più solido, invece, oltre alla medaglia di bronzo di Trento, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano che è stabile rispetto allo scorso anno e resta prima nella categoria «Affari e lavoro», e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta.

Il territorio del capoluogo toscano perde tre posizioni, appesantito dai dati relativi alle denunce di furti con strappo e rapine in pubblica via, dai canoni di locazione (che erodono fino al’84% del reddito medio dichiarato) e da alcuni nuovi parametri, come il consumo di farmaci contro l’obesità.

Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria «Ricchezza e consumi» grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la top 10 c’è Verona, che l’aveva presidiata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in 12ª e 13ª posizione.

Le performance di queste due storiche teste di serie dell’indagine del Sole 24 Ore sono state influenzate anche da un piazzamento nella seconda metà della classifica del comparto «Ambiente e servizi», complici valori non positivi in alcuni indicatori, tra cui le scuole accessibili e le farmacie per Bolzano; l’energia da fonti rinnovabili e gli investimenti Pnrr per Trieste.

Quest’ultima, però, riconquista la leadership in «Cultura e tempo libero». Osservando le sei classifiche tematiche, emerge invece un primato inedito, quello di Chieti in «Giustizia e sicurezza», spinta sul gradino più alto del podio – ad esempio – per il più basso indice di litigiosità tra i suoi abitanti (cause iscritte in tribunale).

Le ultime 40 posizioni

Anche questa edizione fotografa una concentrazione del Mezzogiorno nella seconda metà della graduatoria, con l’unica eccezione di Cagliari che arriva al 23° posto. Ma non mancano le variazioni. In primis il ritorno di Foggia, 107ª, a vestire la maglia nera dopo dodici anni (come nel 2011 e nel 2002).

Nelle ultime 40 posizioni scivolano ben nove province del Centro o del Nord, tre più dell’anno scorso al netto della risalita di Fermo: a Latina (87ª), Imperia (81ª), Frosinone (80ª), Alessandria (70ª) e Rovigo (68ª), si sono aggiunte Grosseto (74ª), Viterbo (75ª), Rieti (73ª) e Massa Carrara (72ª).

Perdono terreno AgrigentoSud SardegnaPalermoBrindisiTrapani; conquistano diversi gradini Vibo ValentiaEnnaCatanzaroSalernoPotenza e soprattutto Isernia (+24).

Tra le ultime cinque classificate arrivano anche Siracusa (104ª, -14 posizioni) e Napoli (105ª, -7 posizioni): la prima penalizzata, tra l’altro, dalla bassa speranza di vita (nel 2022 registrò un picco di decessi per le ondate di calore estive), dalle imprese in fallimento, dal gender pay gap e dal risibile numero di lavoratori domestici regolari; la seconda – nonostante l’«effetto scudetto» sul turismo locale, non rilevato nei dati presi in esame – dalla densità abitativa, dalla criminalità predatoria in ripresa, dagli scarsi dati occupazionali e da un saldo migratorio sfavorevole.

I trend 2023

Per capire come è cambiato il Paese nell’ultimo anno, infine, abbiamo selezionato 15 dei 90 indicatori della Qualità della vita, analizzandone la variazione registrata nel corso di quest’anno a confronto con lo stesso periodo del 2022. Crescono indici economici come Pil pro capite e occupati, ma aziende e famiglie rimangono in attesa.

La cartina di tornasole della crescita è il valore aggiunto per abitante: secondo le stime di Prometeia, a livello nazionale il Pil pro capite crescerà in media del 5,8% sull’anno scorso, con picchi del +6,9% in provincia di Belluno, del +6,5% di Arezzo e del +6,4% di Biella. Accanto all’aumento del valore aggiunto pro capite, un altro indicatore che registra un incremento tendenziale è il tasso di occupazione: secondo l’Istat il numero di occupati, a ottobre 2023, ha superato quello di ottobre 2022 del 2 per cento.

Guardando al presente o al passato recente, dunque, la fotografia risulta incoraggiante. L’altra faccia della medaglia, tuttavia, lo è molto meno. L’impennata dei costi (dal mutuo alle bollette, passando per la spesa e le vacanze) ha portato le famiglie italiane a intaccare i propri risparmi, molti dei quali accantonati durante e immediatamente dopo il Covid: dopo anni di aumenti, infatti, i depositi bancari hanno registrato calo del 3,8% tra agosto 2023 e lo stesso mese del 2022. L’erosione più significativa si è registrata in provincia di Rimini (-8,8%) ma in generale i territori del Centro Nord con Biella (-7,4%), Modena (-7,1%) e Milano (-7%) con una flessione quasi due volte superiore alla media.

Sono 15 gli indicatori dell’indagine della Qualità della vita selezionati per raccontare l’attualità e presentati in base al loro andamento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
LE PRIME 19 CITTA
1
+11 Udine 605,68
1
2
-1 Bologna 598,24
5
1
1
3
+2 Trento 597,09
2
2
9
4
+2 Aosta 594,21
3
2
2
5
+9 Bergamo 592,33
6
-3 Firenze 587,72
1
1
7
+10 Modena 586,61
1
8
Milano 586,37
2
5
9
+14 Monza-Brianza 583,62
10
+6 Verona 583,12
11
-2 Parma 582,79
2
4
12
-5 Trieste 582,00
3
1
2
13
-11 Bolzano 581,02
5
9
3
14
+12 Pordenone 579,91
15
+7 Brescia 576,67
16
-3 Reggio Emilia 575,98
1
2
17
+16 Como 574,37
18
-7 Cremona 573,52
19
+10 Padova 572,15

 

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