Un risparmio di 400 euro in 5 anni per ogni deputato? Mi faccia il piacere

6 Dicembre 2022

Filippo Scerra, deputato Cinque stelle, è uno dei tre questori che hanno deliberato i 5.500 euro destinati a ciascun dei 400 onorevoli di Montecitorio per acquistare smartphone, computer portatili, tablet, cuffiette e monitor da utilizzare nel corso dell’intera legislatura. La precedente dotazione era di 2.500 euro.

Scerra ha scritto una lettera per giustificare questa scelta, lettera che è stata correttamente pubblicata su questo blog.

Non è mia abitudine intervenire sulle opinioni dei lettori, ma ho derogato a questa prassi e ho chiesto al direttore la possibilità di commentare le motivazioni-giustificazioni che l’onorevole adduce per giustificare i 5.500 euro.

Premessa. I deputati incassano circa 14.000 euro netti al mese. Sono da aggiungere 5.500 euro in cinque anni, che corrispondono a 91,66 euro al mese. Prima ne incassavano 2.500 pari a 41,66 al mese. Hanno ottenuto un aumento di 50 euro al mese. Era indispensabile l’aumento? Era necessario questo ulteriore privilegio? C’è una dotazione anche per la carta igienica utilizzata dagli onorevoli?

Punto uno. Scerra confonde le pere con le mele. Unisce le spese tecnologiche con quelle di cancelleria, che comunque restano separate se, come si evince dal suo intervento, è previsto un capitolo specifico di 320 euro, senza precisare se al mese come in passato, o per cinque anni. Ma voci autorevoli sostengono che i 320 euro vengono corrisposti ogni anno ai singoli deputati, cioè 1.600 euro nel quinquennio che sommati ai 5.500 di rimborso per spese informatiche dà 7.100 euro.

Punto due. Scerra informa che nella precedente legislatura i deputati incassavano 1.000 euro all’anno per la cancelleria, quindi cinquemila euro in cinque anni. In questa legislatura sono ridotti a 320 euro: una tantum o moltiplicati per 5? Pertanto, sostiene Scerra, se si somma la dotazione per la tecnologia con quella della cancelleria si ottiene un risparmio rispetto alla precedente legislatura. Togliamo i quattrini alla mano destra per metterli nella sinistra. Se la matematica non è un’opinione, nella passata legislatura i deputati ricevevano 7.500 euro per i rimborsi e adesso ne prendono 7.100 se ogni anno ricevono 320 euro di rimborso per spese di cancelleria. Se questo fosse confermato il risparmio sarebbe di 400 euro nei cinque anni.  È così? Ma mi faccia il piacere direbbe Totò. E le spese per la carta igienica in che capitolo sono inserite?  Spese di cancelleria per comperare tempera matite? Risme di fogli per la stampante personale? Buste e carta per lettere?

Punto tre. In questi giorni il Comune di Casale Cremasco dove sono sindaco pro tempore ha pubblicato un bando per un contributo dai 200 ai 350 euro finalizzato al pagamento delle utenze domestiche. Per partecipare è necessario presentare un Isee inferiore a 15 mila euro. L’Isee è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari richiedenti una prestazione sociale agevolata. È calcolato sui redditi e sugli immobili dell’intero nucleo familiare richiedente, decurtati in base ad alcuni coefficienti stabiliti dalla normativa che regola la questione.

Lei, onorevole, percepisce un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. Facendo un rapido calcolo lei, onorevole, incassa 13.971,35 euro al mese, escluse eventuali indennità di funzione. Inoltre dispone di altri 5.500 euro in cinque anni per comperarsi computer e cellulari  e altri spiccioli, 1.600 euro, per la cancelleria. Insomma lei in un mese incassa quasi quanto l’Isee necessario ad un nucleo familiare per accedere al bando per avere un aiuto a pagare le bollette.

Pendolari e studenti si accollano le spese viaggio e la maggior parte dei cittadini paga con soldi suoi le bollette telefoniche, cellulari e computer e anche la biro e i fogli per la stampante.

Punto quattro. Quello che è più grave è che ha voluto giustificarsi senza comprendere  che i 5.500 euro sono un dettaglio che non giova al buon nome della politica e di chi la rappresenta. Sono un dettaglio che fanno dire alla gente: «ma andate a lavorare», «morti di fame», «vergognosi» senza distinguere tra meritevoli e approfittatori. Fare di ogni erba un fascio è sbagliato. I 5.500 euro favoriscono questo comportamento.  Sono un dettaglio devastante per la credibilità dei deputati.

Punto cinque. Non ho pregiudizi nei confronti dei Cinque Stelle. Anzi con i militanti cremaschi ho un ottimo rapporto. Li devo anche ringraziare per l’aiuto politico spassionato e molto efficace che mi hanno fornito quando ho chiesto informazioni su problematiche amministrative riguardanti rapporti tra Comune e Regione.

Punto sei. Nessuno pretende che lei, se è in minoranza, cambi il mondo. Ma per i 5.500 euro ha votato contro o si è adeguato? Questo non si evince dal suo scritto.

Punto sei. Quando si fa una cazzata è meglio tacere invece di giustificarla. Ha perso un’occasione per stare in silenzio. Ma non è grave. Può essere una lezione per la prossima occasione che mi auguro non ci sia. Si dice che prima di parlare occorre contare fino a dieci. Per scrivere, anche fino a mille può essere poco.

 

Antonio Grassi

Una risposta

  1. quasi 8 euro al mese di risparmio su certe spese, però non è male su uno stipendio fisso mensile di 14 mila euro circa !! A me il cellulare non lo regala nessuno, e lavoro sull’emergenza. E neppure le fotocopie, indispensabili sul lavoro!! E’ proprio vero che qualcuno a tacere perde una grande occasione di dignità.

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