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Un non meglio definito ‘parco della salute’ al posto dell’ospedale

21 Ottobre 2022

Con la convocazione dei rappresentanti dei locali ordini professionali di architetti e ingegneri, prosegue la problematica opera di convincimento dei cremonesi circa la correttezza della singolare proposta di abbandonare qualsiasi opera di pur necessario e urgente aggiornamento dell’ospedale esistente di Cremona, costruito solo cinquant’anni or sono, e di sostituirlo con un nuovo “ospedalino”. Uso quest’ultimo termine perché, anche all’inizio del secolo scorso, a Cremona fu costruita, allora ad integrazione delle strutture preesistenti, una struttura che venne così denominata nell’uso corrente della popolazione. Per quanto a me pare, leggendo il comunicato emesso dall’Azienda socio sanitaria territoriale di Cremona convocante, non sarebbero stati però portati argomenti nuovi a sostegno della sopra ricordata proposta di lavoro. Si è invece dato notizia di due piccoli, anche se certamente importanti, avanzamenti che sarebbero stati realizzati nella complessa procedura che porterà, se ci sarà effettivamente, all’avvio dei lavori. Si sarebbero infatti, se ho ben capito, concluse le due gare preliminari indette, l’una per definire le linee guida per la stesura del bando di concorso che dovrebbe portare alla scelta del progettista e l’altra per definire il corretto dimensionamento della futura nuova struttura. Peccato davvero che dell’esito di tali gare non venga data notizia alcuna.

Per la verità il comunicato un’altra notizia, sia pure di sfuggita, sembra darla. Si tratterebbe del destino futuro dell’area di risulta dalla prevista demolizione dell’imponente edificio esistente. Il comunicato dice che tale area verrebbe destinata a “parco della salute”, definizione che, di per se stessa, lascia purtroppo ancora spazio per molteplici interpretazioni. Certo, come ebbe a suo tempo a saggiamente obiettare Paolo Bodini, ex sindaco ed ex primario ospedaliero, non sarà certamente facile procedere a tale colossale demolizione (presumibilmente con l’impiego di esplosivi) che potrà, ovviamente, realizzarsi, con i gravi disagi conseguenti, solo una volta costruito il nuovo ospedale ed ivi traferiti malati, operatori ed attrezzature.

Una sola cosa mi sembra più che probabile e cioè che, per non pochi anni (cinque? dieci? o di più?). la logica economica impedirà quasi tutte le opere di manutenzione dell’edificio esistente, opere delle quali già oggi, in molteplici parti, l’edificio stesso avrebbe urgente necessità.

 

Michele De Crecchio

7 risposte

  1. Al di là della presa in giro… Perché la parola Parco è come nel ‘green washing Parco Rottami per indicare un luogo di deposito rottami ferrosi che di verde non aveva nulla, e quindi al Parco si va per divertirsi o per respirare aria buona tra le piante. Per curarsi bisogna essere ospitati in strutture con personale competente e materiale idoneo, come accadeva nel nostro ospedale cittadino. Dopo una lotta persa per la terapia Intensiva Neo Natale e una, diciamo pareggiata, per non far chiudere Area Donna, adesso dobbiamo mobilitarci per avere un ospedale funzionante oggi … E se vogliono fare un parco della salute lo facciano altrove.
    Mancano di fatto ausili basilari per curare i pazienti… manca il personale… e, di sicuro, i cittadini della città più inquinata d’Italia e con i più alti tassi di malattie derivate, non possono rimanere in standby aspettando questi amiconi che se la cantano e se la suonano da soli. Non accettiamo di andare a curarci altrove, Oggi deve essere possibile farlo nel nostro ospedale cittadino.

    1. Mi piacerebbe sapere tante cose. 1 costi della demolizione. 2 costi della nuova struttura. 3 anno di costruzione degli ospedali dove ci manderanno per tutti questi anni che saremo senza servizi. 4 cosa costerebbe ristrutturare le carenze dell’ospedale. 5 chi ci guadagna? Noi cittadini sicuramente no 😠

  2. Idea originale… perché non replicarla anche riguardo al cimitero cittadino? Se si smantella un ospedale per farne un ‘Parco Salute’ perché non smantellare anche il camposanto per farne un ‘Percorso Vita’ ? Dopodiché nel primo si piazza un bel VIETATO AMMALARSI’ e nel secondo un bel “VIETATO MORIRE’

  3. Finalmente una voce autorevole e indiscutibile, quella dell’architetto Michele De Crecchio. professionista di altissimo livello, già Assessore al Comune di Cremona. Amato dai cittadini che non vogliono sfregi all’armonica architettura della nostra città, e detestato dai costruttori edili per il suo grande rigore morale. Credo che i “nostri amici” non potranno, anzi, non dovranno non tenere conto del parere di questo nostro concittadino che si è sempre speso per la difesa del bello. Continua così’ carissimo Michele, inserisciti in questa operazione che ha tutti i requisiti per essere definita clientelare. I cremonesi per bene ti seguiranno, io per primo, se necessario anche dal Kenya. Ci affidiamo alla tua indiscussa onestà e professionalità.

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