Uniti per CremonaFiere con mano al portafogli

13 Aprile 2021

Come un pugile suonato che si rialza barcollando prima del definitivo ko, CremonaFiere organizza la controffensiva. Stretta alle corde, tramortita ma non sconfitta, reagisce al colpo basso incassato da un avversario, Coldiretti, spalleggiato da un arbitro non imparziale, Regione Lombardia, e da un regista occulto ma non troppo, Lega Nord. Si muove percorrendo la via giudiziaria e quella politica. La prima serve a tentare di recuperare il maltolto, l’altra a ottenere i mezzi necessari a finanziare il piano di rilancio che prevede investimenti per 10 milioni di euro in tre anni. Questo programma di potenziamento era stato stilato e messo all’ordine del giorno della riunione di consiglio che l’ha discusso prima dell’uppercut ricevuto la mattina del 26 marzo, quando in conferenza stampa è stato annunciato che la Mostra del bovino da latte organizzata da 68 anni a Cremona, dal prossimo novembre trasloca al Centro Fiere Montichiari.
Al netto della scarsa simpatia che il mondo agricolo riscuote nell’opinione pubblica cremonese, retaggio di privilegi e di rendite di posizione di una classe in passato dominante, il ratto della mostra ha scosso città e territorio. Se non ha provocato moti di indignazione, impensabili da queste parti, ha quanto meno suscitato una reazione. Fatto non scontato in una città passiva e ripiegata su se stessa. Ha risvegliato un barlume d’orgoglio, vuoi per la storica rivalità coi vicini bresciani vuoi per l’arroganza degli autori del colpo. A guidare la riscossa è il presidente Paolo Carletti che subito dopo il fattaccio ha incontrato i vertici di CremonaFiere, ha convocato una riunione del consiglio comunale a Ca’ de’ Somenzi, ha stilato una mozione d’intesa con tutti i gruppi politici e ha predisposto un manifesto a sostegno di CremonaFiere e della sua mostra, che presto sarà reso pubblico. Scopo di questo ventaglio di iniziative è catalizzare sulla ‘questione fiera’ un consenso vasto e trasversale e fare pressione sulla Regione e sul ministero delle Politiche agricole guidato dal pentestellato Stefano Patuanelli. La sfida è infatti anche in sede governativa, oltre che al Pirellone e in tribunale. Anafij è controllata da Coldiretti ma è diretta emanazione dell’Aia, Associazione italiana allevatori e riceve finanziamenti pubblici. Pertanto deve rispondere delle sue decisioni ai referenti statali. Cremona scommette su se stessa e una volta tanto non fa melina. Immaginiamo l’imbarazzo di alcuni vip comodamente seduti in tribuna d’onore ‘che fanno i boss, che compran Class’, che preferiscono vedere sul ring pugili bolsi che combattenti veri. Perché se la città perde, loro vincono sempre.
La politica fa la sua parte e altrettanto devono fare le associazioni economiche. In che modo? Non solo a parole ma nei fatti. Il che significa mettendo mano al portafogli. Se i soci fondatori e le categorie imprenditoriali presenti in consiglio credono in una Fiera moderna e competitiva lo dimostrino rifinanziandola pro quota. Fino a pochi mesi fa sembrava che il destino fosse la consegna dei libri in tribunale. Adesso, nonostante un colpo micidiale, c’è la volontà di riappropriandosi del proprio destino. All’appello alle armi manca ancora Fondazione Comunitaria, braccio operativo in sede locale di Fondazione Cariplo, sempre attenta a soddisfare qualsivoglia necessità e urgenza del territorio. Ma al primo successo, molti andranno in soccorso al vincitore.

2 risposte

  1. Caro Vittoriano , conoscendo le difficoltà nel far quadrare i conti delle associazioni imprenditoriali,sopratutto in questo momento, mi sembra molto difficile che le medesime mettano mano al portafoglio. Ci può essere un cavaliere bianco tentato di fare il colpo di teatro usando mezzi finanziari e politici ma non ci farei molto conto. In attesa ti saluto cordialmente.

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