Uomini e donne: essere belli e desiderati nell’antica Roma

22 Gennaio 2022

In duemila anni sono cambiati i canoni di bellezza maschile e femminile? Per poterlo stabilire analizziamo i precetti che Ovidio, il poeta di Sulmona che ha vissuto dal 43 avanti Cristo al 17 dopo Cristo, ha indicato all’interno di una delle sue opere più note, l’Ars amatoria. Al giovane raccomanda di essere elegante ma senza eccessi e lontano da ogni effeminatezza. Precisa: ‘Che non ti venga in mente di arricciarti i capelli con il ferro né di lisciarti con la pomice le guance. Agli uomini dona la bellezza trascurata. Teseo non si era di certo fatto i ricci quando portò con sé la figlia di Minosse; Fedra amò Ippolito che non era certo un raffinato; Adone era nato per l’agricoltura, eppure fu la fiamma di una dea. Raccomando: scegli una sobria eleganza. Limitati ad
abbronzarti il corpo al campo Marzio, il luogo riservato ai giochi con la palla, col cerchio, col giavellotto, all’uso di varie armi e all’equitazione. Indossa una toga che cada bene e che sia senza macchie. Quanto ai calzari, bisogna che la linguetta sia morbida, i ganci privi di ruggine e che il piede non nuoti in una scarpa sformata. Sta’ attento dal parrucchiere, che non ti faccia un taglio che renda ispidi e brutti i capelli. Anche la barba va tagliata da una mano esperta. Cura le unghie, non tenerle troppo lunghe e che siano ben pulite. Guai se ti spuntano peli dalle narici e guai all’alito cattivo di una bocca maleodorante’.

Lo sottolineò anche Catullo (Verona 84 a.C. – Roma 54 a.C.), il quale ammoniva con questa efficace immagine un giovane in cerca di donne: ‘Che la valle delle tue ascelle non riveli il soggiorno di un vecchio caprone’. Questo canone di eleganza e di bellezza trova conferme in Teofrasto (371 a.C. – 287 a.C.) e in Cicerone (106 a.C. – 43 a.C.), secondo i quali la bellezza virile ha regole diverse da quella femminile, ma entrambe devono sapientemente mantenere la misura. Un concetto espresso in Grecia quattro secoli prima da Filenide, una scrittrice dell’antica Grecia, che riferì che l’uomo non deve mai apparire troppo curato, ma presentarsi senza abbellimenti e senza fronzoli, e soprattutto non pettinato. Ancora Ovidio: ‘Anche il mio consiglio di non arricciarsi i capelli con il ferro è condiviso dai miei contemporanei, perché i riccioli sono considerati un segno di scarsa virilità. Giovenale (60-127 d.C.) condannò, come segno di effeminatezza, le gambe lisce degli orientali che usano, fin dalla gioventù, cerette depilatorie. E’
ammessa, invece, la depilazione delle ascelle. E’ vero che Cicerone propose un ideale di bellezza molto vicino a quello da me suggerito. Lo fece in modo conciso ma efficace: dalla bellezza resti lontano ogni ornamento non degno di un uomo. E’ molto apprezzata, invece, una sana abbronzatura. Quel colorito che si prende durante gli esercizi fisici è il decoro della bellezza. Non va più di moda ‘l’innamorato pallido e sofferente celebrato dal genere letterario dell’elegia’.

E alle donne quali consigli di bellezza ha elargito Ovidio? ‘Le donne belle non hanno bisogno di imparare l’arte di sedurre e non cercano aiuto nei precetti; hanno la loro dote personale che è la bellezza che s’impone senza strategie, ma un fisico senza difetti è assai raro e perciò se una è piccola di statura è meglio se si siede, affinché non sembri seduta stando in piedi e nel triclinio si tenga ben distesa e, perché non si misuri la sua taglia mentre è sdraiata, consiglio di ricoprirsi i piedi col drappeggio di una coperta. La donna troppo magra porti abiti di stoffa spessa e il mantello le scenda morbidamente sulle spalle. Chi è pallida si passi sulla pelle del rossetto e chi ha la carnagione scura ricorra alla crema di coccodrillo egizio che rende la pelle chiara. Un piede mal fatto sia sempre nascosto dalla candida pelle di un calzare e le gambe secche non vengano mai liberate dai suoi lacci. A spalle alte e ossute sono adatte leggere spalline e un petto striminzito dovrà essere sostenuto da una fascetta. Non gesticoli, mentre conversa con qualcuno, chi ha dita grassocce e unghie mal curate e chi ha l’alito pesante non parli mai a digiuno e si tenga a debita distanza dal viso dell’uomo a cui parla’. E prosegue: ‘Il modo di camminare attira o fa fuggire lo sconosciuto che guarda le donne. Una muove i fianchi con arte e fa gonfiare la tunica ondeggiante, mentre incede superba, bilanciando il passo; un’altra, invece, come una contadina rubiconda, cammina a gambe larghe facendo passi grandi. Ci vuole misura, come in tutte le cose: se è rozzo il secondo tipo di andatura, il primo è affettato più di quanto sia ammesso. In ogni modo, consiglio di tenere nuda la parte più bassa della spalla sinistra e la parte superiore del braccio, in modo che si veda, soprattutto alle donne di carnagione chiara. A vederla, viene voglia di coprire di baci quella spalla scoperta’.

E per mantenersi in forma? ‘A differenza dei maschi, per le ragazze non sono molti i consigli. Per gli uomini ci sono: la palla, il giavellotto, il cerchio, le armi e il cavallo; ma le donne non nuotano nel Tevere. Per i maschi è proficuo passeggiare per le vie di Roma, frequentare il Campo Marzio, i vari teatri, i portici ombreggiati. Esorto la donna a mostrarsi in pubblico, perché ciò che è nascosto è ignoto e di una cosa sconosciuta nessuno ha desiderio. Non c’è alcun vantaggio, quando un bell’aspetto resta senza testimoni. Del resto, i poeti che cosa cercano, se non la fama? Omero, chi lo conoscerebbe, se l’Iliade, opera immortale, fosse rimasta nascosta? A voi, belle ragazze, è utile la folla: andate, andate spesso fuori casa a passeggio. La lupa punta su di un intero gregge per far preda di una sola pecora e l’aquila, cara a Giove, si getta su di un intero stormo di uccelli. Anche una bella donna deve, perciò, offrirsi allo sguardo della gente: fra tanti che la
guardano ci sarà qualcuno che ne resta affascinato. Tenga l’amo sempre pronto; nell’acqua dove meno crede ci sarà il suo pesce. Spesso corrono i cani vanamente per i monti selvosi, e intanto il cervo cade nella rete senza che nessuno lo spinga’.

 

Sperangelo Bandera

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