Vincenzo Colombo dal 100° US Open di Golf al Torrazzo

29 Aprile 2023

I casi imprevedibili che la vita riserva a ognuno di noi hanno portato Vincenzo Colombo, genovese doc, a Stagno Lombardo, dove vive da alcuni anni con la moglie e il figlio. La passione per il golf  maturata da giovane si è riaccesa al Club Il Torrazzo di San Predengo. Qui Colombo ha ripreso a giocare e di recente ha parlato di sè in un coinvolgente incontro coi soci del circolo. Intraprendente sin da ragazzo, si imbarca come marittimo per un breve periodo. Si trasferisce poi negli Stati Uniti dove consegue la laurea in Professional Golf Management al Professional Golfer Career College di San Diego, in California. Viene assunto nel 2000 dalla società Pebble Beach Co. con la qualifica di Food & Beverage Director ed entra nel Comitato esecutivo del 100th U.S. Open di Golf. Terminata l’esperienza americana, rientra in Italia con l’incarico di direttore generale del gruppo Rete Gamma, proprietario del campo di golf di Is Molas e del costruendo percorso di Villa Paradiso di Cornate d’Adda, del quale segue il progetto e la realizzazione. Viene poi nominato direttore del Golf Club Grado Resort. L’incontro al ‘Torrazzo’ ha ruotato attorno alla straordinaria esperienza lavorativa allo U.S. Open disputato a Pebble Beach senza trascurare altre esperienze non meno interessanti vissute dal relatore nel corso della sua carriera.

Il primo approccio al golf di Vincenzo Colombo, oggi 66enne, avviene nel 1978 ed è subito amore, al punto che decide di trasformare quella passione sportiva in un lavoro. All’epoca viveva all’isola d’Elba. Incontra un professionista americano che gli suggerisce di trasferirsi a San Diego dove si laurea in Golf Management. Una scelta oculata e lungimirante, considerato il fatto che negli Stati Uniti si contano 26 milioni di golfisti (poco più di 92mila in Italia). Nell’ultimo semestre di studi gli viene suggerito di inviare il curriculum a Pebble Beach dove viene assunto con la qualifica di Food & Beverage Director con contratto di un anno proprio durante la fase organizzativa del 100th U.S. Open. Pebble Beach è uno dei templi mondiali del golf: fondato nel 1919, a due ore d’auto a sud di San Francisco, è arroccato lungo la costa sulla penisola di Monterrey. Ha un fatturato di 334 milioni di dollari in crescita del 10 per cento in media all’anno. Solo lo U.S. Open genera un giro d’affari annuo di 45 milioni di dollari. I soci oscillano tra i 700 e i mille. Il green fee costa 595 dollari. La Pebble Beach Company (mille dipendenti) è proprietaria di cinque campi in zona; un sesto percorso, estremamente esclusivo, il Cipress Point Golf, sorge nei pressi e conta solo 100 soci.  Nel 1999 Pebble Beach viene acquistato per 800 milioni di dollari da un gruppo formato da quattro investitori tra cui Clint Eastwood e Arnold Palmer, uno dei più grandi golfisti di tutti i tempi.

‘Per comprendere la difficoltà del percorso di Pebble Beach, spazzato dal vento buona parte dell’anno – ha spiegato Colombo – basti pensare che la buca 7 lunga 99 metri si affronta a seconda delle condizioni  meteo con un wedge 56 o con un ferro 7′.  Coinvolgente il racconto di quella memorabile edizione dello U.S. Open vinta da Tiger Woods (nella foto centrale Vincenzo Colombo col cappellino autografato da Tiger). Il fuoriclasse americano conclude i quattro giorni di gara con -12 davanti a Ernie Els con +3. Ed ecco lo straordinario score di Tiger: 65, 69, 71, 67. Al terzo giorno di gara, il campione americano, insoddisfatto del risultato, dopo 5 ore in campo ne trascorse altre due e mezza a praticare nel driving range col suo allenatore.

E veniamo al lavoro di Colombo: gestire per 10 giorni 500 cuochi  che preparano 30mila pasti per 40mila spettatori che bevono 25mila bottiglie di birra al giorno.  Suoi compiti sono stati il controllo e la responsabilità di tutta l’organizzazione.

La soddisfazione maggiore al termine della manifestazione? ‘La lettera di ringraziamento del presidente dello U.S. Open’.

Che cosa l’ha più colpito in quella lettera? ‘La seguente frase testuale: ‘Hai tolto tempo alla tua famiglia per il successo dell’evento’. ‘Nella mia carriera – ha precisato il relatore – ho fatto tesoro di quella lezione: il riconoscimento alla persona è l’aspetto più importante del lavoro’.

Terminata quell’esperienza, Colombo torna in Italia dove prosegue la sua attività nel settore golfistico  fino all’avventura successiva che comincia alla Fiera del Golf di Orlando, in Florida,  dove incontra un capitano di nave da crociera che gli  prospetta l’opportunità di diventare manager di bordo. Detto fatto: solca i mari di tutto il mondo finché in uno dei suoi viaggi simpatizza con una bella crocierista cremonese. Gli chiede un chinotto ma il bar ne è sprovvisto. Alla crociera successiva gliene procura una cassa. Galeotto fu il chinotto: di lì a poco quella diventerà sua moglie. Oggi vive con lei e il figlio nella campagna cremonese. Dalla California alla Padania: un bel salto, non c’è che dire. Ma l’amore fa miracoli.

 

Vittoriano Zanolli

2 risposte

  1. Siamo Maurizio e Silvia amici di Vincenzo e famiglia persone che sanno dare più che ricevere siamo onorati di poterli frequentare

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