Virgilio,107 studenti a Cucinella: ok il nuovo ospedale

4 Maggio 2024

Caro Mario, ti scrivo per dirti che «secondo me il nuovo ospedale è molto bello e utile, perché per i pazienti che magari soffrono di ansia, attacchi di panico, il giardino e il verde all’aria aperta aiutano a controllare i pensieri e le emozioni della persona e la calmano». Queste le parole scritte a penna, in un corsivo ordinato, su un comune foglio a quadretti da R., una studentessa della scuola media Virgilio di Cremona che l’ospedale lo frequenta con regolarità dalla nascita e pensa che «sinceramente stare in ospedale non è molto bello».

Quella di R. è una delle centosette lettere che le ragazze e i ragazzi di sei classi (seconde e terze medie) hanno indirizzato all’architetto Mario Cucinella, vincitore del concorso internazionale per la progettazione del nuovo ospedale di Cremona. È accaduto grazie ad un laboratorio di architettura partecipata, svoltosi nei primi due mesi di quest’anno, curato dal professor Francesco Custode e dalla professoressa Alessandra Fiori. Gli obiettivi? Sentirsi parte dei cambiamenti che coinvolgono la città e allenarsi a pensare in modo critico. In una parola, imparare ad essere cittadini responsabili e consapevoli.

Nella convinzione che «con il nuovo ospedale Cremona diventerà una delle città più belle d’Italia», gli studenti e gli insegnanti esprimono un desiderio (che si fa invito): incontrare l’architetto Cucinella, prima della fine dell’anno scolastico, per capire come nasce un progetto di questa portata, fare domande e offrire suggerimenti.

 DAL VIDEO AL DIBATTITO CON ENTUSIASMO E IDEE CHIARE

«Siamo partiti dalla proiezione in classe del video che mostra il progetto del nuovo ospedale – spiegano i professori. Poi abbiamo chiesto agli studenti di scrivere, a mano libera e su fogli di quaderno, le loro impressioni anche critiche. Il dibattito è venuto dopo». Nell’immediato le reazioni sono state di entusiasmo per la bellezza del progetto: «Ma lo stanno già realizzando? Quanto tempo ci vorrà?». Se l’ospedale di oggi viene descritto come un posto «tutto grigio» quello di domani prende «colore e calore», al punto che «le persone non lo vedranno più come un luogo triste in cui le cattive emozioni hanno il sopravvento». Inoltre, «i bambini non avranno più paura, ma faranno amicizia con altri bambini». Leggendo le lettere, a emergere con forza è che gli studenti sanno di cosa parlano con proprietà di linguaggio e hanno le idee chiare. Ad esempio, F. scrive: «Struttura rivoluzionaria, che va ben oltre l’ospedale. Spero che altri edifici in futuro possano ispirarsi al suo progetto. Spero di avere l’occasione di visitare la struttura e preferibilmente in salute».

UN LABORATORIO PER «STARE DENTRO LE COSE»

«L’idea del laboratorio è nata dal fatto che ci piace stare dentro le cose, discuterne in modo aperto – spiega Custode. Questi giovanissimi studenti saranno le persone che useranno il nuovo ospedale, penso sia giusto interpellarli per conoscere il loro pensiero che non è contaminato dalla memoria, dall’esperienza o dall’affettività. Ci siamo chiesti se il progettista avesse tenuto conto del punto di vista dei più giovani, quelli che guardano da un metro di altezza. Ci interessava anche capire come quest’opera monumentale appare ai loro occhi. Gli esiti di questo laboratorio – prosegue l’insegnante – come per i molti altri che promuoviamo da anni sui temi di bioarchitettura, urbanistica e attualità, mette in risalto il potenziale delle nuove generazioni, le loro doti umane, la sensibilità, le competenze e la lungimiranza. Ascoltare la loro voce è fondamentale, anzi dovrebbero avere la possibilità di partecipare a tavoli decisionali, alle commissioni di concorso. Sarebbero di grande aiuto agli adulti nel compiere scelte difficili».

QUALCOSA DA DIRE

«La cosa che ci ha stupito – spiega Fiori – è che tutti hanno avuto qualcosa da dire e lo hanno fatto con interesse e in modo spontaneo, d’istinto. Le parole degli studenti sono state capaci di mettere in discussione il punto di vista degli adulti, ci hanno aiutato a capire che non c’è una parte giusta e una sbagliata dalla quale stare, ma un forte desiderio comune di comprendere e immaginare come le cose possano cambiare in meglio, anche con il contributo di tutti e tutte». Possiamo definirlo «un compito di realtà, una sperimentazione didattica che consiste nell’affiancare lezioni teoriche a lezioni di confronto e dialogo, che spesso partono dalla lettura dei giornali – aggiunge Fiori.-. Si tratta di un metodo pratico per fare educazione civica, ragionare con serietà, rigore e oggettività; per imparare ad interessarsi delle questioni pubbliche, a rispettare il pensiero dell’altro anche quando è diverso dal nostro».

Anche per questo, Custode e Fiori tengono molto a ringraziare la professoressa Daniela Marzani (dirigente scolastica), «per averci lasciato liberi di lavorare in grande autonomia e libertà, nel rispetto della nostra onestà intellettuale, certa del nostro, di rispetto, nei confronti del pensiero dei giovanissimi studenti».

PER IL 90% DEI PARTECIPANTI IL PROGETTO È OK

Il 90% dei messaggi rivolti a Cucinella è decisamente positivo e propositivo «penso che a Cremona serva un po’ di innovazione delle strutture ed è giusto iniziare da quelle molto importanti come l’ospedale». Anche se non sono mancate le critiche più che legittime. Il 10% degli studenti, infatti, si è interrogato sul tempo di realizzazione «che non sarà poco» e sui costi molto alti di realizzazione. Se «un punto debole è la manutenzione» resta «una bella idea, quindi almeno un tentativo si può fare, perché se tutto andrà come previsto, Cremona avrà uno degli ospedali più belli e più moderni del mondo». È anche per questo che G. spiega «da grande, dato che vorrei diventare chirurgo o comunque lavorare nell’ambito della medicina, mi piacerebbe lavorare in un ospedale come questo».

UN EDIFICIO CHE «COLLABORA» CON LA NATURA

A colpire i ragazzi e le ragazze – senza bisogno di spiegazioni – è stata la concezione di un ospedale come luogo di cura e vita, senza distinzione. Uno spazio da abitare per i malati, ma anche per i medici e gli infermieri: «Farà sentire ogni paziente come se fosse a casa sua».

La maggior parte degli studenti ha ritenuto importantissima la relazione con il verde e l’impatto ambientale. Hanno capito che oltre all’edificio c’è di più. «Penso che questa idea di unire di più la vita quotidiana all’ospedale attraverso la natura è molto buona – scrive A. -. Una struttura dall’effetto terapeutico, un ambiente tranquillo per avere con sé gli animali». L. aggiunge: «Mi ha stupito molto il modo con cui l’architetto ha cercato di integrare tutto quel verde che ti dà conforto. Ti viene voglia di entrare in quel parco e di passarci intere giornate». V. precisa: «Questo progetto mi piace perché non dà l’impressione di un blocco di cemento inserito in un paesaggio, ma si collega con il paesaggio. Ricorda un teatro antico che cerca di collaborare con la natura e non di opprimerla».

UN DESIDERIO CONTRO LA TRISTEZZA

Caro Mario, «il tuo progetto per me è perfetto, non cambierei niente, ma vorrei delle camere colorate, soprattutto per il reparto bambini perché secondo me mette molta tristezza vedere una stanza tutta bianca senza nessun quadro». Su una cosa sono tutti d’accordo: «Andare in ospedale non è bello, ma averne uno piacevole è meglio».

BELLERI, «IL VOSTRO LAVORO MERITA LA LODE»

«Sono molto colpito dal lavoro fatto da insegnanti e studenti sul nuovo ospedale – afferma Ezio Belleri (Direttore generale ASST di Cremona) -. Al punto che mi piace considerarlo parte dei workshop di confronto fra architetti e sanitari che ci hanno impegnato negli ultimi due mesi. Ho colto lo stesso spirito, quello di far dialogare diversi punti di vista, esperienze e sensibilità per trovare elementi di sintesi basandosi sull’oggettività dei fatti. Quindi bravi: avete fatto un ottimo lavoro che merita la lode, anche per l’impegno e la passione con cui è stato svolto. È utile anche per noi. Sapere che il progetto piace così tanto e suscita considerazioni precise, domande intelligenti e ragionevoli dubbi a persone di 11 e 12 anni è un segnale positivo di cui faremo tesoro. Fanno riflettere le parole di R. che frequenta l’ospedale e ci invita a fare il possibile per abbassare il livello di ansia che accompagna spesso la condizione di malattia o disabilità. Sono felice di sapere che G. desidera fare il chirurgo e per di più a Cremona».

Belleri infine aggiunge: «Siamo consapevoli che progettare un nuovo ospedale è un lavoro molto complesso, per questo abbiamo deciso di aprirci al confronto con chi l’ospedale lo farà funzionare e con chi lo userà. Concordo in pieno con gli insegnanti che hanno ideato il laboratorio, ascoltare la voce dei più giovani è molto importante. Grazie per tutte le suggestioni e i suggerimenti che ci avete regalato».

12 risposte

  1. Mi stupisce che proprio la Virgilio, scuola che organizza da anni i lunedì Virgiliani per insegnare ai ragazzi la cura dell’ambiente e il senso di responsabilità, porti avanti un’iniziativa così! È stato detto ai ragazzi quanta CO2 verrà prodotta demolendo il vecchio ospedale? Come conciliare la cementificazione e l’inquinamento prodotto con l’educazione ambientale che tanto promuovono? Hanno riflettuto sulla professionalità dei medici e infermieri di cui nessuno parla o si sono limitati a restare estasiati di fronte a uno splendido disegno? I professori mostrando il progetto dell’ospedale-luna park non potevano non impressionare positivamente i loro alunni. Sicuramente le immagini sono bellissime! Ma un ospedale è valido per quello che sta dentro i muri.Del resto i ragazzi sono facilmente influenzabili, si sa, e non è difficile supporre che il progetto sia stato presentato dai docenti con un certo taglio. Ai miei tempi i miei genitori dicevano, e avevano ragione, che ciò che dicevano gli insegnanti era legge, oro colato.

  2. Per portare avanti correttamente questo tipo di lavoro e dare ai giovani alunni il modo di crescere e creare in loro la capacità di pensare criticamente, penso che si sarebbe dovuto fornire loro le giuste adeguate informazioni. Si è parlato del DEA di secondo livello promesso e ora scomparso da ogni tipo di discorso? Si è parlato della riduzione dei posti letto che però magicamente possono raddoppiare pur senza incrementare il numero dei medici e del personale sanitario? Oppure si sono convinti che guardando fuori dalla finestra si possa guarire? Hanno potuto confrontare il progetto fantasmagorico con il concreto progetto di ristrutturazione del vecchio? Certo che guardare immagini promozionali ovviamente impressiona positivamente. Addirittura questi ragazzi penseranno che andare all’ospedale sarà come andare alla Fiera di S.Pietro!

  3. Non sarei contenta di questo lavoro se avessi un figlio/a in quella scuola. A scuola si fa cultura e non politica! Si danno agli alunni i mezzi per pensare autonomamente, non si informano in modo fazioso. Caduta di stile, chiamiamola così, della scuola media che da sempre è ritenuta la migliore.

  4. Ma non si sarebbe potuto organizzare un laboratorio di architettura studiando la piazza del Comune, i palazzi storici della città, le costruzioni tipiche del periodo fascista, l’auditorium del museo del violino… Ci sono edifici concreti e non virtuali da considerare perché presentare progetti virtuali?

  5. Questi sono pazzi! Non sapendo più cosa inventare per giustificare l’ennesimo scialo di denaro pubblico e non sapendo nulla di assistenza ospedaliera, hanno tirato dentro pure i ragazzi delle medie. In termini di marketing è un’ iniziativa spiazzante: d’ora in poi i temi in classe verteranno sulle meraviglie architettoniche del polo logistico, sul fascino al tramonto dei fumi inquinanti, sulla bellezza dei guard-rail nuovi e luccicanti, sul coinvolgimento emotivo delle liste d’attesa. E li pagano pure ( i professori).

  6. Penso che la Dirigente Scolastica si sarebbe dovuta chiedere se un laboratorio realizzato in questo modo non avrebbe portato a influenzare il pensiero dei ragazzi solo in una direzione. Non una visione oggettiva, ma parziale. Gli organi collegiali, i genitori… tutti d’accordo? Tutti favorevoli alla costruzione del nuovo ospedale con abbattimento del vecchio? Tutti del PD?

    1. Questa davvero una bella e utile riflessione che obbliga la dirigente scolastica a porsi qualche domanda e a dare una risposta, ammesso che non vi sia in questa operazione una matrice di partito.

  7. Quando mi è capitato di dover assistere i miei figli in pediatria, ho constatato che il reparto non era affatto tetro o opprimente. L’ambiente, compatibilmente con il fatto che ci si trovasse pur sempre in ospedale, aveva pareti colorate, era attrezzato con giochi e sale dedicate allo svago dei pazienti, il personale era molto disponibile e aveva l’atteggiamento giusto per trattare con tutti i ricoverati, c’erano anche volontari che portavano svago e buonumore. L’Associazione Giorgio Conti aveva collaborato per vivacizzare le permanenza dei piccoli pazienti. Ho frequentato anche altri ospedali, meno recenti del nostro, meno accoglienti ma sicuramente molto attrezzati sia dal punto di vista medico che tecnologico e in grado di affrontare i problemi e risolverli indipendentemente dalle pareti colorate. Che cosa vogliamo far credere ai ragazzi della Virgilio che le stanze colorate e altri orpelli estetici siano fondamentali e non semplicemente importanti, ma non così indispensabili? Sarebbe come dire che si prega meglio in una chiesa adorna di dipinti e affreschi, statue e vetri colorati, mosaici preziosi invece che in una piccola cappella spoglia. La prima è perfetta per una visita culturale, la seconda per chiudersi in raccoglimento.

  8. Poco, sono poco pagati, ma questo non c’entra! Gli insegnanti hanno responsabilità enormi e questi alunni sono davvero piccoli. Mi piace l’idea della visita guidata al polo logistico…

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