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La recente classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, che colloca il sindaco Andrea Virgilio all’88° posto su 97 primi cittadini italiani per indice di gradimento, rappresenta un segnale che non può essere ignorato. Pur consapevoli che i sondaggi non rappresentino il verbo incarnato, l’autorevolezza della fonte attribuisce valore a un dato evidente: il consenso del sindaco è in calo. Si tratta di un indicatore significativo di un malessere crescente nella cittadinanza.

Molto del confronto elettorale si era giocato sulla contrapposizione tra continuità e discontinuità rispetto alla precedente amministrazione, accusata di autoreferenzialità, distanza dai cittadini e perdita di credibilità nelle scelte. Andrea Virgilio, pur avendo ricoperto il ruolo di vicesindaco nella precedente giunta, era stato presentato dai suoi come interprete di una fase nuova. Tuttavia, a distanza di un anno, emergono con chiarezza dinamiche già note, segnate da difficoltà strutturali e da una persistente disconnessione tra amministrazione e territorio.

Da anni, ormai, il malcontento diffuso viene espresso soprattutto dai quartieri, spesso ignorati o coinvolti solo formalmente. L’esperienza delle cosiddette “Giunte nei quartieri”, annunciate come segno di apertura, ha finito per rivelarsi un’iniziativa meramente simbolica. A poco servono le vasche di gruppo per le vie e due chiacchere con qualche passante: i problemi concreti – pulizia, decoro urbano, illuminazione, piccole manutenzioni, cura del verde, programmazione e monitoraggio dei cantieri – rimangono irrisolti, o affannosamente rattoppati, alimentando la frustrazione di tanti cittadini.

Altro tema ricorrente è il presunto coinvolgimento delle minoranze, rilanciato anzitutto dall’ubiquitario Luciano Pizzetti. Ma la nostra esperienza consiliare ci restituisce un coinvolgimento che si è limitato a dichiarazioni d’intenti senza veri momenti di confronto politico sui temi centrali per la città. La collaborazione, per essere tale, deve fondarsi sulla condivisione di obiettivi e progetti, non su logiche di cooptazione. Con uno scarto di soli 190 voti la ricerca della collaborazione con tutta la minoranza, specialmente con quella più propositiva, dovrebbe rappresentare la strada maestra. La risicata vittoria elettorale non ha portato ad un’apertura, come sarebbe stato politicamente intelligente, ma ad una chiusura a riccio, tradottasi in inutili forzature ed esibizioni muscolari, rilevatesi dannose per la città.

Inoltre, l’assenza del Sindaco su dossier rilevanti solleva interrogativi sulla sua effettiva centralità nell’azione amministrativa. Un sindaco deve assumersi la responsabilità politica e istituzionale delle scelte. Delegare non significa sottrarsi: la presenza reale, e non di facciata, è parte integrante della credibilità e dell’autorevolezza di una Giunta.

In un contesto di confusione istituzionale come quello cremonese, l’attuale esecutivo comunale appare segnato da contraddizioni. Il Sindaco ha dichiarato di aver scelto una squadra “politica” e non tecnica, ma in molti casi gli assessori si trovano a gestire deleghe complesse per le quali mancano competenze specifiche. Non stupiscono, dunque, le indiscrezioni su un possibile rimpasto in autunno. Chi amministra si deve assumere la responsabilità di ciò che succede sul proprio territorio. La consolidata abitudine della Giunta comunale e dell’intera maggioranza di scaricare su altri i propri insuccessi e i propri errori dopo circa 12 anni di amministrazione dello stesso colore e con le medesime persone, rende ancora meno credibile l’autorevolezza dell’esecutivo.

La buona volontà comunicativa, quindi, non è sufficiente per colmare le distanze tra amministrazione e cittadini. Servono atti concreti, capacità di ascolto, coraggio istituzionale e senso del ruolo. Chi governa deve agire non come detentore della propria delega, ma come rappresentante di un’intera comunità.

Forse così si potrà iniziare a ricostruire un rapporto di fiducia con una cittadinanza che, ancora una volta, rischia di sentirsi esclusa e non rappresentata.

 

Luca Ghidini

segretario comunale FI Cremona

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