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«Contento di lavorare a Cremona, dove trovo una équipe competente e consolidata. Il nuovo ospedale? Una prospettiva che mi attrae».

Il direttore Belleri «Concorso svolto in tempi rapidi, nefrologia fondamentale nella presa in carico dei pazienti fragili»

Marco D’Amico è il nuovo direttore della nefrologia dell’Ospedale di Cremona. Attualmente in forza alla nefrologia dell’Asst Lariana (Como), entrerà in servizio entro il mese di luglio. Succede a Fabio Malberti in pensione dal gennaio di quest’anno.

La notizia dell’incarico è stata accolta con entusiasmo – spiega D’Amico «Vivo con grande gioia questo momento. Sono molto contento di proseguire il mio percorso professionale all’interno dell’Asst di Cremona e soprattutto di iniziare una nuova avventura. La Nefrologia ha un’ottima fama, è un reparto consolidato grazie a professionisti molto competenti e iperspecializzati, cresciuti sotto la guida del dottor Malberti».

«MI PIACE LAVORARE IN OSPEDALE»

«Amo lavorare in ospedale, mi appassiona l’idea di contribuire a valorizzare il gruppo e i singoli professionisti, accogliere i giovani medici e supportarli nel percorso di crescita professionale» – aggiunge D’Amico. «Dopo la laurea ho scelto la specialità di Nefrologia perché se è vero che si occupa di un organo specifico non è strettamente settoriale; intendo che il paziente con patologia renale richiede un approccio simile a quello della medicina interna e generale, questo è uno degli aspetti che mi appassionano di più. Per me sarà fondamentale collaborare con le altre specialità ospedaliere, con i servizi territoriali e i medici di famiglia».

LA NEFROLOGIA STA VIVENDO UNA FASE DI INNOVAZIONE ED EVOLUZIONE

«Il trattamento della nefropatia cronica sta evolvendo in modo rapido. Abbiamo a disposizione nuovi farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia renale cronica e farmaci che permettono una migliore gestione delle fasi che accompagnano il trapianto. Non solo. La genetica applicata alle malattie renali permetterà diagnosi ancora più precise e soprattutto consentirà di valutare, in base all’assetto genetico, qual è la possibile risposta di un paziente a un tipo di terapia» – precisa D’Amico.

«Possiamo dire che la nefrologia sta vivendo una specie di primavera che apre a nuove possibilità di cura. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che il miglioramento delle terapie porta ad avere un’utenza più fragile e anziana, che ha bisogno non solo di interventi ad alto impatto tecnologico, ma anche di cure multidisciplinari e multiprofessionali. In sostanza, di supporti di prossimità che devono tener conto delle esigenze dei pazienti e dei caregiver. Il paziente nefropatico è il più fragile dei fragili e compito del nefrologo è – tra l’altro – organizzare collaborazioni con i servizi territoriali (medici di medicina generale, ospedali di comunità, case di comunità, centri riabilitativi, RSA) per facilitare la dimissione dall’ospedale per acuti e il recupero delle abilità residue».

NUOVO OSPEDALE, ESPERIENZA POSITIVA VISSUTA DUE VOLTE

«Fra i motivi che mi hanno portato ad accettare l’incarico a Cremona c’è il progetto del nuovo ospedale. Una prospettiva che mi attrae molto, anche perché ho già vissuto questa esperienza per ben due volte. Prima da specializzando all’Ospedale di Lecco (che nel 2000 si è trasferito nell’attuale struttura Ospedale Alessandro Manzoni), poi nel 2010 all’Ospedale Sant’Anna di Como dove mi sono occupato – su incarico del dottor Minoretti – della riorganizzazione della nefrologia nella nuova struttura pensata per intensità di cura» – conclude D’Amico.  «In entrambi i casi posso dire di aver toccato con mano alcuni miglioramenti oggettivi come l’uniformità dei percorsi e l’interazione fra diverse specialità. Il Sant’Anna era organizzato per padiglioni distanti fra loro, dislocati su un terreno collinare. L’aver condensato, ad esempio, in un’unica area tutti i servizi di emergenza-urgenza (Pronto soccorso, radiologia, piastra operatoria, unità subintensiva e terapia intensiva), dove tutto accade a pochi metri di distanza, ha ottimizzato la gestione dei pazienti e l’impiego delle risorse umane».

CURRICULUM, IN BREVE

Classe ’71, Marco D’Amato si è laureato con il massimo dei voti in Medicina e chirurgia all’Università degli Studi di Milano e ha conseguito la specialità in Nefrologia nel 2001. Nello stesso anno è entrato a far parte dell’équipe di nefrologia dell’Ospedale Sant’Anna di Como, dove si è occupato di nefropatie e dialisi in regime di degenza, dell’attività ambulatoriale e di dialisi territoriale. Ha una lunga esperienza nella diagnosi e terapia delle nefropatie immuno-mediate e nel coinvolgimento renale in corso di malattie sistemiche. Fra i principali ambiti di interesse l’esecuzione della biopsia renale percutanea e la sua interpretazione in collaborazione con l’anatomopatologo, il trattamento delle nefropatie immuno-mediate.

Ha partecipato al gruppo di lavoro per il Registro Lombardo Dialisi e Trapianto; è membro della Società Italiana di Nefrologia e del gruppo di progetto di immunopatologia renale.

Nella foto centrale l’équipe di Nefrologia

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