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Il PD nella persona del consigliere regionale Matteo Piloni ha risposto agli appelli del Comitato. Alle richieste in cui si chiarivano le ragioni contro il Progetto Ospedale e in difesa del Servizio Sanitario Nazionale è seguito un incontro segnato da qualche cenno di apertura. Pur appoggiando il progetto, il PD si dice intenzionato a monitorarne con scrupolo le fasi esecutive, aprendo una prospettiva che lascia margine a correzioni di un iter da attenzionare e rivalutare, come già avvertivano il dottor Paolo Bodini (‘Manca uno studio comparativo sulle opzioni riqualifica/edificazione. Appaiono sotto-stimati i costi’) e il dottor Gianfranco Lima (‘Il budget muri è spendibile in 6 anni ma per gli specialisti servono risorse per almeno 20. Mancano i fondi per le tecnologie’).                       

Un barlume in fondo al tunnel (del silenzio e della chiusura del PD) o un fuoco fatuo?

Il Comitato comunque ringrazia.

E invero c’è qualcosa di nuovo se l’apertura trova rinforzo nel dichiarato di Piloni sul progetto del raddoppio della ferrovia Piadena-Cremona (Welfare Cr. Network-05/08/24), “una delle opere più importanti in provincia” ma su cui pesa “la forte preoccupazione circa l’aumento dei costi”, che sconta il “grave mancato coinvolgimento dei pendolari” e pone il tema, per lui prioritario, del consumo di suolo, per cui chiosa “Ogni decisione va presa avendone presente la fattiva e concreta sostenibilità insieme alla certezza di tempi e risorse”.                                                                                 

Il Comitato fa sue queste preoccupazioni estensibili al Progetto Ospedale, di pari rilievo. Il tema del consumo di suolo in capo al progetto non è banale: si edificherà sul polmone verde posto su 3 lati del Maggiore “in un contesto compromesso da siti industriali in area urbana”(Cnr-UniBo/Ba ’23) e Cremona è terza in Regione per consumo di suolo, mentre nel mondo si punta a depavimentare sostituendo terra e verde al cemento contro eccessi climatici e sigillatura dei suoli. Ed è la provincia più esposta al rischio idrogeologico, cui la Regione destina più fondi e proprio ai Comuni di Cremona, Gerre e Stagno Lombardo collocati a breve raggio attorno all’area scelta per il Progetto. Condivisibili quindi gli alert di chi denuncia il consumo di suolo non dettato da cogenza.                                                                                                     

“La grave mancanza di non aver coinvolto i pendolari” quali portatori di interesse fa il paio con la scelta di non coinvolgere i cittadini sul Progetto Ospedale (tema ‘bandito’ dalla tornata elettorale di giugno) cui è legato il destino sanitario di 200.000 persone in pieno diritto di dire la loro, se la legge detta (l.833/78-dl.502/92) “Va garantita la partecipazione dei cittadini. Stato, Regioni, enti locali devono assicurarne la piena partecipazione alla programmazione dei Servizi Sanitari, al controllo della loro funzionalità e rispondenza alle finalità”.                                                                                            

L’allarme del consigliere sui costi del Raddoppio ferroviario è estensibile al Progetto Ospedale. Il budget lieviterà con la stesura del progetto esecutivo. In più, le attuali attrezzature vanno dismesse e gli importi inclusi nei costi non calcolati ma il finanziamento è tutt’altro che garantito visto che si è decretato di compensare il taglio di 1,2 miliardi in capo alla sanità (PNC) con i fondi ex art 20-67/88, il cespite che finanzia il nuovo ospedale. E si profilano limiti di bilancio per l’Italia, tenuta al rientro a titolo di Patto di stabilità per 12 miliardi/anno.

In caso di definanziamento del Progetto si andrà ad accordi in conto PPP (parternariato pubblico-privato), formula già considerata in quanto, dopo che la Regione ha espunto dalla copertura del PNRR la casa di comunità di viale Trento Trieste, si proponeva (settembre 2022) il progetto agli stakeholder. L’omologo Comitato piacentino avverte “L’intervento dei privati a titolo di PPP in campo ospedaliero causa solo sciagure (vedi Mestre e Castelfranco Veneto): per almeno 20 anni andranno sottratti alla spesa corrente decine di milioni a copertura dei canoni”.

Dunque? Il monito di Piloni in capo a un progetto ferroviario quanto a metodo e garanzie vale anche per un progetto ospedaliero con le stesse criticità. È una questione di metodo che investe il merito. Se ci sono metodi sbagliati e priorità da rispettare in nome del bene comune e del buon uso del denaro pubblico, segnalazioni e correttivi valgono per qualsiasi progetto, dalle ferrovie alla sanità. E il consigliere indica come gestire i grandi progetti: “Ogni decisione va presa avendone presente la fattiva e concreta sostenibilità insieme alla certezza di tempi e  risorse”, sostenibilità che è economica e ambientale in risposta ai veri bisogni del territorio.

Alla luce di questo monito e dell’apertura, da declinare in un percorso, resta la domanda: è sostenibile il progetto? serve un nuovo ospedale perchè la sanità funzioni? Il SSN nelle sue articolazioni regge se sostenuto da volontà politica e sapienza gestionale. Questi i chiodi su cui battere, il resto è business, perché “non c’è correlazione tra il malfunzionamento di un ospedale e il fatto che sia vecchio o nuovo“ (Paolo Bodini).

E c’è una certezza: quando la politica esce dal fortino, apre al confronto e misura le scelte in ragione della loro sostenibilità e adesione ai bisogni dell’ utenza, si ripropone in quel ruolo di servizio a tutela degli interessi collettivi che ne è la ragion d’essere in democrazia.

 

Rosella Vacchelli

Gianluca Franzoni

Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale di Cremona
                                                                                                                                                                                  

 

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