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Mi permetta di fare alcune considerazioni, su un articolo apparso sul quotidiano La Provincia, in  merito alle sperticate lodi che fa del suo partito il Luca Ghidini commissario cittadino di Forza Italia in  merito alla paternità del “nuovo ospedale di Cremona” e della sua convinzione che “il futuro dell’ospedale  è ormai scritto”. 

E’ inutile forse ricordagli che le più grandi decisioni devono essere meditate a lungo, comprovate da dati  inoppugnabili e facendo conto delle disponibilità economiche evitando di rapinarle ad altri. Siamo nel terzo  millennio e affidarsi alle “intuizioni” di sia pur di blasonati politici non ci esime di usare anche il cervello e  non solo “il naso”. 

Il trio Massimiliano Salini, Gabriele Gallina, Carlo Malvezzi nell’aprile 2020, prendendo motivo della pandemia del covid19 scoppiato in  quei mesi, hanno pensato che costruire un nuovo ospedale sarebbe stata la medicina vincente per ogni  nuova epidemia. 

Il trio ha scampato la pelle grazie a semplici ma efficaci mascherine e a provvedimenti di prevenzione come  l’isolamento della loro persona, che non è stata possibile per tutti i lavoratori con funzioni fondamentali  nella nostra società, non ultimi medici e infermieri esposti e colpiti e anche purtroppo a volte sopraffatti  dal virus. 

Il numero di colpiti dal virus è stato enorme, ed è inutile e illogico il ragionamento del trio per il quale se ci  fosse stato un ospedale con camere singole (stanze di isolamento a pressione negativa o positiva, a  seconda delle esigenze del paziente e del tipo di infezione) in numero sufficiente per affrontare l’epidemia  ci saremmo salvati tutti. Quante camere a pressione negativa sarebbero state necessarie?  

Che dimensione avrebbe dovuto avere un ospedale con così tante stanze d’ isolamento? Lo sa il trio quante camere sono previste nel nuovo ospedale con la suddetta classe d’isolamento ?  

Ma ammettiamo che tutte le camere singole (464) previste nel nuovo ospedale siano istantaneamente  adattate a pressione negativa, sarebbero state sufficienti ad accogliere tutti le persone infette e a fronteggiare il periodo di 30 mesi dell’epidemia del covid 19? 

Non entriamo nell’analisi delle carenze del piano pandemico nazionale e regionale risalente al 2016, e non attivato nei primi mesi del 2020, ma è ovvio, anche al più sprovveduto cittadino, che la soluzione “ricovero  di tutti le persone infettate” non è risolutiva del problema. 

Come non è risolutivo, ripetere la domanda “è nato prima l’uovo o la gallina ?”, ed è ciò che afferma il signor  Luca Ghidini “ è necessario sia una struttura ospedaliere moderna e funzionale sia una medicina territoriale  strutturata”. Ma signor Ghidini, secondo lei quale delle due strutture determina la dimensione dell’altra? 

Dire che “nella futura assistenza sanitaria la medicina territoriale e ospedaliera saranno complementari,  non significa che si debba decidere a priori un rapporto dimensionale 1:1, anzi con la costruzione di un  mega e costosissimo nuovo ospedale targato Cucinella, sia dal punto di vista delle superfici a disposizioni sia dei costi dei fabbricati e della loro gestione, il rapporto è sbilanciatissimo a danno delle case per la  salute/case della comunità.  

Mi pare ovvio che se “le strutture” della medicina territoriale fossero sempre più diffuse e con un rapporto  del numero sempre più piccolo case salute/abitanti (ora le case della salute sono solo sulla carta, pardon su  3 targhe affisse a un muro in tutta la provincia, e ne sono previste 1/60.000 abitanti) , e se fossero ben  attrezzate e con un numero di personale adeguato, è certo che si potrebbe applicare un piano pandemico,  e anche una medicina preventiva, funzionale a ridurre drasticamente le patologie più Comuni e a rendere   sempre meno necessario il ricovero in un ospedale, trionfo dell’abbondanza del superfluo e della inutilità dei muri, all’opposto di una scelta a favore delle persone che ci lavorano e persone che vengono curate. 

In merito alla certezza del signor Ghidini “ora tutti sono concordi sulla scelta di costruire, contrariamente a  quando nel 2023 disse l’allora segretario provinciale del P d Vittore Soldo del nuovo ospedale”… “cattedrale  nel deserto”…”strutture faraoniche”.., sappia che è ancora attivo, e che ancora per molto ne sentirà  parlare, e ne sentirà gli “strali”, un Movimento che da subito propose un confronto, mai accettato, di  costruire un nuovo ospedale sulla struttura ancora forte del nostro ospedale, certi che ciò sia possibile la riqualificazione, fino a prova contraria.

Sfida e confronto mai accettato da tutti i partiti ora concordi, perché  volutamente stanno ignorando questa possibilità alternativa, e si sono fidati dei pifferai magici che in  ognuno di queste formazioni politiche stanno dettando legge. Ci piace pensare che qualcuno di loro non si è  fatto trascinare nell’inganno e coerente a quanto aveva affermato non ha accettato la dittatura del capo, e  nel dicembre 2024 si è dimesso dal suo incarico al vertice. 

 

Enrico Gnocchi 

Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona

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