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GLI EDITORIALI DI ADA FERRARI

Mi auguro che queste  righe procurino a chi legge lo stesso divertimento che hanno procurato a chi scrive. Nell’ovvio sottinteso che sorridere non significa non pensare e non  trarre dai curiosi casi della vita le debite conclusioni politiche. Specie se ci rammentano  con la forza dell’evidenza che la volpe, specie in politica, perde il pelo ma non il vecchio vizio.

Ma ecco l’antefatto. In un recente incontro fra amici noto strani sorrisetti e frequenti allusioni a quel luogo, non a caso definito di ‘pace eterna’, in cui le umane ansie approdano a definitivo sollievo. Ogni sguardo, cautamente trasversale, punta su di me, in evidente attesa di una mia reazione. Debitamente torchiati, i congiurati confessano: causa del mistero è un articolo comparso sul Blog lo scorso 25 maggio  (Sicurezza e cattivi pensieri in attesa della militarizzazione di Cremona). Ricordo di averlo forse frettolosamente letto e poco cordialmente commentato. Ben altra impressione ne ricavo dopo immediata rilettura. In effetti l’articolo, pur tacendo il nome del bersaglio, è la rancorosa caricatura del profilo sociale di una “privilegiata” ciecamente insensibile ai mali del mondo.

In realtà l’autore, con generoso corredo di citazioni cinematografiche, letterarie e musicali, si è cimentato in un gigantesco saggio di retorica populista fondato su fragilissime supposizioni personali. Scintilla di tanta foga tribunizia? Mi ero precedentemente espressa sul problema della sicurezza chiedendo fatti e non parole. Purtroppo natura ha voluto che fossi solo una femminuccia geneticamente priva della consumata arte che consente alla superiore razza maschile di arrampicarsi sui vetri del più abile virtuosismo dialettico sostenendo tutto e il contrario di tutto. Tipo invocare più sicurezza e contemporaneamente meno repressione. Al che le opposte verità si eludono reciprocamente ed ecco l’alibi del perfetto immobilismo.

Massì, lo confesso, le sedute fiume per stabilire se forze dell’ordine in tuta mimetica sono compatibili con la Costituzione o possono urtare la delicata sensibilità dei rampolli che accoltellano, massacrano e vandalizzano mi provoca orticaria. E sono per giunta tanto screanzata, e poco cremonese, da farne aperta confessione. Così come apertamente ho dichiarato, non immaginando di offendere la pubblica morale, di scappare più che posso da Cremona in cerca di aria in ogni senso più respirabile. Comportamento comune a migliaia di altri presunti ‘parassiti’, espressioni di una borghesia socialmente indifferente ai problemi del mondo, chiusa in oasi di dorato ozio, felicemente libera da scadenze di mutui o affitti che affliggono la maggioranza degli umani.

Sono ammirata dalle stupefacenti doti sensitive che consentono al veemente censore di sapere per divinazione situazioni patrimoniali, pendenze, proprietà immobiliari. Suppongo che lo affianchi nell’opera di divinazione un certo commercialista locale che sostiene di capire da come uno cammina la consistenza del suo conto in banca .E’ sicuro che scappare da Cremona significhi andare alle Maldive o non, magari, nella casetta ereditata dai nonni a Soresina?  E quand’anche di Maldive si trattasse, a che titolo esercitare censura? Ma va da sé che evocare dorati scenari resta il mezzo retoricamente più efficace per alimentare il vecchio arnese del conflitto di classe che a quanto pare è ancora a sinistra ben vivo e vegeto sotto il belletto della conversione liberal democratica.

Apprendo dunque d’essere “privilegiata”. Bizzarro modo di definire “privilegio” la vita di impegno professionale che mi ha consentito una cattedra universitaria pur senza tessere di partito in tasca o scodinzolante pemanenza in quelle serre calde del clientelismo politico che in Italia  notoriamente sono via maestra per carriera accademica quanto giornalistica.

Ma le doti sensitive non si fermano qui. L’ autore pratica anche diagnostica clinica a distanza. E il verdetto non lascia scampo. Chi scappa da Cremona appartiene alla malinconica schiera dei “depressi” a cui addita con elegante premura il luogo di pace eterna che spegne ogni umana afflizione. Lezione appresa. D’ora in poi prima di scappare da Cremona chiederò il dovuto consenso. Ancora meglio sarebbe ricevere la lista delle destinazioni ammesse. Possibilmente senza includervi quelle a cui solitamente si perviene lungo mesti viali di cipressi.

 

Ada Ferrari

L'Editoriale

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