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Caro direttore,

i dati che emergono dal VII rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale presentati ieri sono davvero allarmanti per la nostra regione: nel 2023 il 7,2% dei lombardi ha rinunciato a cure sanitarie a causa di tempi di attesa insostenibili nel pubblico e di costi privati inaccessibili. È inaccettabile che migliaia di persone siano lasciate senza cure e la dipendenza dal settore privato è ormai fuori controllo, con il 71,2% delle prestazioni sanitarie erogato da strutture private.

C’è poi il tema della carenza di personale: con 104.495 dipendenti sanitari, la Lombardia è sotto la media nazionale per numero di operatori rispetto alla popolazione e questo si traduce inevitabilmente in un servizio inefficiente e in una crescente pressione su medici e infermieri, costretti a operare in condizioni difficili. Mancano, infatti, 1.237 medici di medicina generale e 244 pediatri di libera scelta; quattro su dieci posti vacanti di medici di base sono nella nostra regione, sei su dieci se parliamo di pediatri.
Sette medici su dieci hanno più dei 1.500 pazienti che dovrebbero avere. E delle case di comunità attivate, la stragrande maggioranza sono ancora scatole vuote, pressoché inutilizzabili dai cittadini.
Fontana e Bertolaso non possono continuare a fare finta di nulla.
Questi dati sono impietosi e raffigurano plasticamente lo stato drammatico della medicina territoriale nella nostra regione, sono il risultato di anni di impoverimento della sanità pubblica da parte della destra che governa la Regione, quelli in cui la sanità lombarda ha perso il primato, scivolando dalla prima alla quinta posizione per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini.

È proprio quanto noi vogliamo cambiare con la nostra legge di iniziativa popolare che circa centomila tra cittadine e cittadini lombardi, tra cui molti cremonesi e cremaschi, hanno firmato e che nelle prossime settimane approderà in commissione per essere discussa.

Matteo Piloni

consigliere regionale Pd

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