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Dopo la diagnosi di tumore ovarico avanzato, il timore di non farcela e l’intervento chirurgico con una tecnica complessa. «Oggi sto bene e voglio raccontare la mia storia alle altre donne, grazie ai medici di Cremona ho avuto la possibilità di veder crescere il mio nipotino Mattia»

A questo link la video testimonianza di Donata:

https://www.youtube.com/watch?v=d_PGN04ndx8

Donata ha 61 anni, vive in provincia di Bergamo e oggi 8 maggio 2025, giornata dedicata alla prevenzione del tumore ovarico, celebra la sua rinascita. Sì, perché tre anni fa, in questi stessi giorni, è stata operata all’ospedale di Cremona di un tumore ovarico di grosse dimensioni e in stadio avanzato. Un marito due figli e un nipotino, Mattia, che nomina di continuo, Donata racconta con energia luminosa il suo lungo percorso di malattia e cura: «Da subito ho capito che la situazione era seria, con poche speranze, mi sono sentita impaurita, non ero pronta per una malattia così grave. Pensavo alla mia famiglia, ai miei figli, a quello che forse non avrei più potuto fare – spiega -. Per me non era la prima volta, avevo già avuto un tumore al seno, per questo facevo i controlli. Ero seguita dall’ospedale di Treviglio, l’ho scoperto così. Non avevo sintomi, mi sentivo bene. È stato il mio oncologo, il dottor Petrelli, a consigliarmi l’ospedale di Cremona». L’Asst di Cremona, infatti, è tra i pochi centri italiani, una trentina in tutto, a praticare una metodica chirurgica altamente specialistica su pazienti con carcinosi peritoneale. Si tratta della citoriduzione con chemioterapia ipertermica intraoperatoria (HIPEC), una tecnica in grado di fare la differenza per affrontare questa tipologia di tumore addominale.

«UNO SPIRAGLIO DI VITA»

«Aver trovato il tumore in tempo (adesso dico in tempo perché sono passati tre anni!) mi ha permesso di stare bene ed essere qui a raccontare – continua Donata -. Quando ho ricevuto la diagnosi non avevo la certezza di farcela, è stato un percorso molto complicato. Poi ho conosciuto il dottor Andrea Celotti (chirurgo) e la dottoressa Annalisa Abbiati (responsabile di Ginecologia e Ostetricia) e tutto è cambiato. Dopo l’intervento, che mi avevano spiegato sarebbe stato molto difficile, ho visto uno spiraglio di vita, e giorno per giorno sono stata sempre meglio. Non mi stancherò mai di ripetere quanto è importante fare prevenzione».

TUMORE SILENZIOSO SENZA SINTOMI

«Il tumore dell’ovaio in Italia colpisce circa 5.000 donne all’anno. È un tumore molto silenzioso che non dà sintomi e quando li dà, la patologia spesso è già molto avanti – spiega Abbiati -. Per questo tipo di patologia, in pazienti selezionate, l’Asst di Cremona offre un percorso combinato che prevede una fase diagnostica, una fase di chemioterapia neoadiuvante, una fase chirurgica e un post-operatorio con un piano di cura programmato che coinvolge più reparti e più specialisti, come ginecologia, chirurgia, oncologia, urologia, anestesia».

COLLABORAZIONE FRA DIVERSI SPECIALISTI

«La signora Donata ha accettato e visto la nostra proposta chirurgica come una possibilità di cura – precisa Celotti -. Insieme agli altri specialisti, abbiamo iniziato un percorso terapeutico complesso, soprattutto per lei che lo ha affrontato con forza e determinazione. All’inizio era preoccupata, ma aveva anche molta voglia di guarire».

 TECNICA COMPLESSA

«La tecnica dell’HIPEC prevede molte ore di chirurgia demolitiva per l’asportazione di tutta la malattia primitiva e della malattia che coinvolge il peritoneo – continua Celotti. «A questo segue il lavaggio della cavità addominale con un farmaco chemioterapico perfuso ad alta temperatura utilizzando un macchinario in grado di regolare e monitorare l’intera procedura. Tale metodica aumenta le possibilità di controllo della malattia. Naturalmente ci sono rischi e possibilità di complicanze durante l’intervento e dopo».

CHIRURGIA HIPEC, PER PATOLOGIE RARE

Da qualche anno la chirurgia generale diretta da Gianluca Baiocchi si occupa di carcinosi peritoneale e quindi anche di tumori ovarici insieme alla Ginecologia. «Questa tipologia di interventi viene praticata per patologie piuttosto rare – precisa Celotti -. Servono decine di ore di sala operatoria e un’équipe affiatata, con un alto expertise anestesiologico e rianimatorio, oltre che personale di sala e personale infermieristico con competenze specifiche»

UNICA PREVENZIONE, CONTROLLI UNA VOLTA L’ANNO

«Per il tumore dell’ovaio non esiste una prevenzione in termini strettamente scientifici, esiste però la possibilità di intervenire in modo adeguato – spiega Abbiati -. Le visite e le ecografie ginecologiche, effettuate da operatori esperti che l’ospedale di Cremona offre, sono il modo migliore di fare prevenzione: è bene fare controlli annuali in tutte le età della vita della donna».

LA SPILLETTA CON IL FIOCCO BLU

L’8 maggio è la Giornata mondiale della lotta contro il Tumore dell’ovaio, ci tenevamo a dare il nostro contributo – raccontano Abbiati e Celotti -. Per questo abbiamo deciso di donare la spilletta con il fiocco azzurro (che è il simbolo della giornata per la lotta al tumore ovarico) a tutte le pazienti che verranno in Area Donna. Pensiamo sia giusto parlarne».

LE COSE IMPORTANTI DELLA VITA

«Tutto quello che prima mi sembrava importante alla fine non lo era più. Con questa malattia ho capito ciò che conta è avere la salute, poter vivere ancora qualche anno con i miei figli e con Mattia, che è la mia forza – conclude Donata -. Grazie ai medici di Cremona, che mi hanno preso in cura, sono tornata a vivere e posso fare quasi tutto quello che facevo prima».

Nella foto centrale a Donata viene appuntata la spilla blu.

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