Home

«Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente!»

 Si racconta che Mao Tse Tung abbia pronunciato queste parole durante la rivoluzione, terminata con la proclamazione della Repubblica popolare cinese. 

A circa ottant’anni di distanza viene da dire «Grande è la confusione politica in provincia di Cremona, quindi la situazione è eccellente».

Sarà vero? 

Il disordine politico è innegabile. Cresce e pare inarrestabile, al punto che quelli bravi potrebbero scrivere un saggio di entropia politica in salsa cremonese.  Gli scettici non credono che la confusione in atto sia prodromica a un cambiamento reale e duraturo. A maggior ragione dubitano sulla possibilità di una rivoluzione della politica locale.  Diffidano dei leader di zucchero filato e di marzapane.

Bradipi e prudenti, i generali locali non possiedono il carisma e la determinazione necessari per trasformare l’attuale stagno in un lago da cartolina.  Foriera di impegni e di responsabilità, la mutazione contrasterebbe con il comodo tran tran quotidiano al quale sono abituati.   

Questi dubbi si scontrano però con il duello all’arma bianca in atto nel centrodestra e tra una parte del centrodestra e il centrosinistra inteso come Pd. 

I cremaschi di Fratelli d’Italia hanno messo il carico e creato un caos da manuale, degno della certificazione di qualità ISO 9001. Una tempesta meritevole del bollino blu.

Poi c’è il silenzio di Michele Bellini, il big data man, segretario provinciale del Pd. Esperto d’Europa, un po’ meno del territorio, non ha profferito parola sullo scontro in atto. Non una dichiarazione. Non una parola. Nemmeno «Ah!». 

Eppure non gli mancano gli strumenti per intervenire.  Sul numero di Pasqua del bollettino delle parrocchie di Sant’Agata, Sant’Agostino e Sant’Ilario, il segretario piddino ha pubblicato due interessanti interventi sull’Europa.

Uno: Lo scenario geopolitico attuale: una sfida all’Europa.  L’altro: Alle origini del sogno europeo: Spinelli e De Gasperi. 

Tanto di cappello a Bellini.  Accreditato dal bollettino del ruolo di analista politico, oltre a illuminare i fedeli su Bruxelles, potrebbe diradare il buio del cortile provinciale. Potrebbe ricordare di essere anche segretario del Pd. Potrebbe fare proprio il concetto gramsciano di intellettuale organico e quello marxista su teoria e prassi. Già, potrebbe. Ma, oggi, a un dirigente piddino è chiedere troppo. Comunque, l’aggancio con gli antenati non gli impedirebbe di scrivere sui bollettini parrocchiali. E, perché no? anche sul sito ufficiale della diocesi e senza difficoltà.  I piddini di oggi sono infatti i democristiani di ieri, in alcune circostanze anche più bacchettoni.  Certo, non riusciranno ad essere uguali agli originali, ma non si può avere tutto. E lui non pare essere un seguace della teologia della liberazione, roba da vecchi cattocomunisti.

A scoperchiare la pentola e rendere ufficiale la confusione cara a Mao Tse Tung sono stati i segretari di Forza Italia, Lega di Cremona e Lega di Crema, Udc, rispettivamente Gabriele Gallina, Simone Bossi, Tiziano Filipponi e Giuseppe Trespidi (Udc).  Senza troppi riguardi i quattro pistoleri hanno puntato le Colt contro Marcello Ventura, coordinatore provinciale e consigliere regionale di Fratelli d’Italia.  Contemporaneamente hanno lanciato il guanto della sfida a Roberto Mariani, presidente della provincia, non iscritto al Pd, ma eletto con i voti del partito della Schlein.

Verità parziale, sostengono i quattro cavalieri dell’apocalisse che accusano il presidente d’essere stato eletto grazie al soccorso fumo di Londra di traditori targati Fratelli d’Italia. Voltagabbana traghettati sulla sponda sinistra dal pokerista di centrodestra Fabio Bertusi.

Ma questo è l’antefatto. Il bordello – la politica non è per educande –   è scoppiato la settimana scorsa per le nomine del consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale). I segretari contestatori, indossato l’eskimo, sono saliti sulle barricate. Hanno firmato un comunicato congiunto.  Un j’accuse su presunti accordi tra PD e Fratelli d’Italia per spartirsi i posti nell’Ato, negli enti pubblici e nelle società partecipate. Una molotov lanciata nel panorama politico provinciale. Non una novità assoluta. Da tempo la questione era oggetto di riflessione e di dibattito tra pubblici amministratori e  politici. Ma anche argomento di articoli della stampa non allineata alle direttive dell’establishment.  Mai però con questa vis polemica e forza incendiaria. Mai con questa ferocia. Mai con così tanto testosterone. 

«Gli elettori di centrodestra – scrivono Gallina, Bossi, Filipponi e Trespidi – avrebbero potuto avere un sindaco di centrodestra in comune a Cremona e avrebbero potuto avere un presidente della Provincia di centrodestra; invece, l’unica cosa che ottengono sono alcuni posti remunerati nelle partecipate per gli esponenti di Fratelli d’Italia, nominati dal Sindaco di Cremona e dal Presidente della Provincia: posti che crediamo interessino di più ai dirigenti di Fratelli d’Italia che ai loro elettori!!» (Vittorianozanolli.it, 24  aprile)

Le risposte non si sono fatte attendere.

Pacata quella di Mariani. Il presidente contesta la narrazione dei quattro segretari del centrodestra. Non esaspera i toni. Non s’incazza. Cita numeri che secondo lui dimostrano la correttezza del suo comportamento. Evita polemiche dirette e personali (Cremonaoggi, 24 aprile).   Il banco ha vinto e lui è il banco e chissenefrega delle paturnie degli sconfitti.

Velenosa la replica di Ventura.  Prende cappello e usa la clava.  In versione Rambo, imbraccia la mitragliatrice M60 e spara senza pietà sugli ex alleati manco fossero dei vietcong. In particolare su Gallina, imputato «d’essere regista di divisioni e polemiche». Sistemato il segretario di Forza Italia, Ventura posa la M60 e sale su un Caterpillar. Promette: «Fratelli d’Italia andrà avanti comunque, con coerenza, coraggio e responsabilità. Anche da sola, se necessario. Perché il nostro unico riferimento è – e resterà – il popolo. Non le dinamiche di potere, non le ambizioni personali, non le vecchie appartenenze» (Vittorianozanolli, 26 aprile). È un salto nel giurassico con gli Inti Illimani e la loro El pueblo unido jamás será vencido.

Bene, bravo bis. Grande energia. Grande sicurezza, Grande interpretazione del maschio alfa tanto apprezzato dalla destra. Ma… Sì, c’è un ma.

Ventura dimentica d’essere coordinatore provinciale del partito e che Crema e il Cremasco sono in provincia di Cremona.  Dimentica che in riva al Serio, i Fratelli d’Italia, sono Fratelli coltelli. Che al congresso di Crema hanno partecipato un numero di iscritti sufficiente per formare una squadra di calcio con relativi panchinari. Che «sull’Aventino è andato anche il numero uno del partito, il senatore Renato Ancorotti. Al congresso non c’era, non ha inviato gli esponenti del suo gruppo, non ha mandato messaggi» (Crema News, 16 febbraio). 

Dimentica che il nuovo segretario Alberto Bonetti dopo circa un mese e mezzo dall’elezione, revoca l’incarico a tre membri del direttivo: Paolo BoschettiMaurizio Ferrari e Giuseppe Carusillo.  Tre consiglieri scelti e nominati da lui stesso.

Dimentica che Susanna Guerini Rocco, in prima fila nella campagna di tesseramento, rivendica il ruolo di vice coordinatrice del circolo. Ruolo – spiega La Provincia del 13 aprile – «garantito dall’ex coordinatore provinciale Stefano Foggetti e da Fabio Bertusi, tramite un accordo ad hoc firmato prima del congresso».

Dimentica che nei giorni scorsi è stata bloccata dagli organismi regionali del partito la nomina di Giovanni De Grazia, Paolo Patrini e Roberta Giubilo, designati a subentrare nel direttivo ai tre consiglieri sollevati dall’incarico. Che Patrini ha dichiarato: «Non avevamo condiviso il metodo con cui si era arrivati al congresso, che era stato quello della conta delle tessere. E non ci era piaciuto il modo in cui Susanna Guerini Rocco è entrata nel partito» (La Provincia, 22 aprile). 

Ventura dimentica che, prima di   alzare salmi in lode alla coerenza, al coraggio, alla responsabilità del Partito e di inneggiare al disinteresse dei militanti per le dinamiche di potere e il distacco dalle ambizioni personali, avrebbe dovuto contare fino a dieci. Anche fino a venti e poi eventualmente tacere. Metodo migliore per evitare figure rese famose da Emilio Fede.

Sotto il sole provinciale la confusione è grande, ma la situazione non è eccellente. È solo confusione. È distrazione di massa per spostare l’attenzione dalla Confraternita della Poltrona, ossessione e maledizione della politica locale. È paravento dell’immobilismo endemico del nostro territorio. È placebo per gli illusi, utopisti irrecuperabili che ancora credono alle citazioni di Mao Tse Tung, mai disperati e sconfitti. Quelli che il 25 aprile, nel vedere le piazze di Cremona e Crema piene di cittadini, hanno detto: «Tanta gente sotto il cielo, la situazione è eccellente». La speranza non è morta.

 

Antonio Grassi

L'Editoriale

Giuliana Guindani

Unicef: Afghanistan, l’inferno dei bambini

Di seguito una sintesi delle dichiarazioni attribuibili al capo delle operazioni sul campo e dell’emergenza dell’Unicef in Afghanistan, Mustapha Ben Messaoud, sull’attuale situazione dei bambini

Leggi Tutto »

In Breve

Voglio farti un regalo

Te ne voglio parlare. Voglio raccontarlo proprio a te. Mi chiedo dove sei, ma conosco la risposta: sei là, nel tramonto, sei nello sciabordio del

Leggi Tutto »

Un passaggio fino a casa

Negli anni Settanta, le fasi iniziali del rapporto amoroso molto spesso nascevano all’interno di un’automobile. Mario, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia, era attirato dalle

Leggi Tutto »

Il signorino

Alle nove precise, quasi ogni mattina, si sentiva toc toc alla porta della terza A del liceo classico “Daniele Manin” di Cremona, mentre il professore

Leggi Tutto »

Contatti

Per contattarci puoi scrivere una email all’indirizzo qui sopra riportato. Oppure compila il modulo qui a fianco.