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La premessa: i giorni che verranno dovranno necessariamente essere, per chi crede, giorni di intensa preghiera allo Spirito Santo, affinché la Chiesa possa essere guidata nei tempi futuri: tempi non facili per la comunità dei credenti, ma anche per il mondo intero. Papa Francesco ci ha abituati ad una voce ferma sui temi della pace, dell’accoglienza, dell’uguaglianza, del rispetto dei diritti di ciascuno, ci ha abituati ad una voce ferma su quelli che sono i principi del Vangelo e ci ha chiesto insistentemente di pregare e di pregare per Lui. Ci ha aiutati a guardare alle periferie del mondo e dell’umano proprio come faceva Cristo; la sua predilezione per gli ultimi degli ultimi, come ad esempio i detenuti, personalmente la ritengo una delle attenzioni più evangeliche che possano esistere, ma quanti non hanno apprezzato o forse nemmeno tentato di capire.

Ma non voglio in questo scritto fermarmi a parlare di papa Francesco. Sono state dette e scritte in questi giorni tante parole, ma nessuna di esse potrà mai arrivare ad eguagliare la potenza e la grandezza di un Papa che metteva in atto, compiva e faceva davvero tutto ciò che con le parole predicava. Per me resta un profeta di questi tempi, un testimone potente del Vangelo e un gigante della storia dell’umanità. 

Voglio invece fermarmi su cosa chiederò allo Spirito in questi giorni. Chiederò che la Chiesa, alla quale mi sento di appartenere anche se in alcuni momenti non avverto così vicina, possa essere sempre di più evangelica, una Chiesa Madre aperta a tutti. La bussola è il Vangelo, è quel Gesù che ha sempre scelto gli ultimi, guardato le profondità del cuore delle persone, vissuto la povertà, insegnato a pregare il Padre, che non ha mai chiesto nulla per sé se non di essergli amico.

Vorrei una Chiesa che continuasse a sporcarsi le mani lasciando le sacrestie e i paramenti liturgici, ma andando nelle strade, nelle periferie, nelle miserie con un semplice grembiule.

Vorrei una Chiesa che sappia arrivare a tutti i giovani dicendo loro che è vivere felici e realizzando la propria personale vocazione ciò che veramente conta e non una Chiesa giudicante e che ancora troppo spesso afferma “tu sei dentro” e “tu no”.

Vorrei una Chiesa che apra alle diversità, facendo tesoro della potenza di un Dio che si è incarnato nell’uomo, in tutto l’uomo, anche quello che non ti piace, anche quello del quale non condividi le scelte, anche quello che apparentemente sembra lontano anni luce da te. Ancora troppe volte, anche all’interno delle nostre comunità,  ho visto dividere le persone in base alle loro scelte, non considerando le storie di vita alle spalle.

Vorrei una Chiesa che abbia il coraggio di stare là dove nessuno vuole andare, che sappia alzare la voce quando ci sono ingiustizie sulle spalle di chi non ha voce o ne ha poca.

Vorrei una Chiesa capace di perdonare sempre senza stancarsi, che sappia far prendere coscienza dell’errore, della caduta e aiuti a rialzarsi e a ricominciare perché ogni uomo è limitato e fallisce.

Vorrei sentire parlare di più del Vangelo di Gesù che è un messaggio così bello, chiaro, liberante che purtroppo nei secoli abbiamo soffocato con tante infrastrutture, leggi, norme che, come tutto ciò che è umano, hanno poi presentato la loro precarietà e il non essere così infallibili come in alcuni secoli si credeva.

In piccoli spiragli di luce tutto ciò che desidero già si può vedere per opera di piccole donne e piccoli uomini che, senza far rumore, si spendono vivendo tra gli ultimi.  E quindi il papa che vorrei è quello che sappia condurre la nave di Cristo su questi binari, ancorato all’unico faro, Gesù che, se fosse oggi sulla terra, vedremmo su un barcone in mezzo al mare, sotto le macerie di terre martoriate dai conflitti, nella cella di un detenuto, sul  bordo di una strada, vivere con un senza fissa dimora, vicino a chi si sta spegnendo con le sue mani, abbracciato a chi vive nella disperazione, accanto a chi non è compreso e accolto per le scelte di vita che fa, per ricordare a ciascuno che la Speranza non delude ed è davvero per tutti.  

 

Alessandro Parmigiani

insegnante di religione

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