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Il covid non molla e non mollerà. Dati RaiNews mostrano una parabola ascendente che si impenna dopo un andamento lineare dal 16 giugno al 1° luglio per salire vertiginosamente, con picchi significativi, da fine luglio alla metà di agosto. Per Ferragosto in tanti erano a letto con mal di gola, raffreddore, febbre, calo della sensibilità a sapori e odori e tutte le antipatiche correlazioni al virus di Wuhan.

Adesso il virus, contrariamente al passato, colpisce in estate. Il “carognavirus”, come lo abbiamo conosciuto, muta come un serpente. Colpisce, seppure più dolcemente, ma colpisce ancora. Eppure non ne parla più nessuno. C’è un silenzio mediatico, prima ancora politico, intorno a questo affaire. Ats Valpadana fa i compiti con diligenza. Raccoglie e trasmette i dati, ovvero gli esiti dei tamponi, alla Regione Lombardia che tramite Lombardia Notizie, l’organ house istituzionale, divulga ancora sul sito i riscontri della pandemia. Dati obnubilati dal fatto che molti, e sono la maggior parte, alla presenza dei sintomi non si fanno più il tampone o se lo fanno sono homemade e quindi sfuggono alla statistica. Ma chi consulta il lodevole giornale Lombardia Notizie? Pochi addetti ai lavori. La gente comune non trova aggiornamenti sui media a larga diffusione. Internet tace. Il problema non esiste più?

La politica porta avanti la narrazione berlusconiana dei ristoranti pieni, spiagge affollate, alberghi al completo. Va tutto bene. Non ce n’è di ‘coviddi’. I mezzi di diffusione di massa non cercano di risollevare un clamore ormai sopito. Tuttavia accompagnare il processo, dopo averci fatto morire di paura, sarebbe auspicabile. Non per procurato allarme, ma per spiegare e accompagnare le persone verso la normalità o la quasi normalità di un’influenza, che il vaccino ha in parte domato.

Non si muore più come agli inizi. Un colpo al cuore solo a rievocare quei tempi, il 2020. Quattro anni fa. Ne sembrano passati quattrocento. Un amarcord tragico di bare e gente che moriva come le mosche. Ne abbiamo fatta di strada. Eppure ci si ammala ancora.

Dopo quattro vaccini e quattro influenze covid, chi scrive ci crede ancora. Vaccinatevi. Fonti interne all’ospedale di Cremona, persone che hanno sputato sangue in quegli anni atroci, rilanciano il tema dei vaccini. Vaccinatevi, soprattutto gli anziani. Un’amica complottista, che non esita a chiamarmi covidiota, liquida la cosa in modo netto: “Non è più remunerativo il vaccino anticovid, adesso sono concentrati sul vaiolo delle scimmie”. Eppure non si direbbe: si sono susseguite parecchie campagne vaccinali anticovid e la Regione Lombardia non ha mai smesso di martellare. Il punto è che la gente non lo sa. Non è più un problema. E’ finito. Perché mai dovrei vaccinarmi? La comunicazione è tutto. L’invito è non abbandonare questo percorso. Aggiornare. Far sapere. Sempre. 

Quei quattro disperati che incontrate all’Esselunga o vedete in giro con la mascherina, due sono ammalati e gli altri due, irriducibili romantici, non vogliono ammalarsi. In farmacia, dove vi fanno il tampone, vi consigliano, al riscontro della malattia, di assumere antinfiammatori, Brufen o OKI a piacere, integratori per sostenere il sistema immunitario, non la tachipirina.

Si può andare in giro tranquillamente, usando la mascherina. Grazie al cielo ora omettono l’ansiogena “vigile attesa”.

 

Francesca Codazzi

 

https://www.rainews.it/ran24/speciali/2020/covid19/lombardia.php

Affetti da covid Joe Biden e molti altri: il vaccino è da aggiornare

 

                

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