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I membri del direttivo provinciale della Lega Andrea Bergamaschini, (capogruppo in consiglio compnale a Crema), Stefano Samarati (sindaco di Agnadello e coordinatore dei sindaci della Lega), Davide Valdameri e Rosolino Bertoni hanno scritto al consiglio direttivo e alla segreteria provinciale, alla segreteria regionale e a quella federale, per discutere il provvedimento disciplinare sulla condotta di Monica Riccardi in merito alle elezioni Provinciali del 29 settembre scorso.

”Con la presente – si legge nella lettera – si richiede l’apertura di una discussione urgente e l’adozione di un provvedimento in merito alla condotta di Monica Riccardi, responsabile della comunicazione, durante le recenti elezioni provinciali del 29 settembre 2024. Tale comportamento appare in palese e deliberato contrasto con la linea politica adottata unanimemente dal consiglio direttivo provinciale in data 30 luglio 2024, con l’esplicita indicazione del sostegno unitario alla candidatura di Palmiro Angelo Bibiani per il consiglio provinciale”

Alla Riccardi, i colleghi leghisti contestano ”esternazioni pubbliche sui suoi profili che evidenziano un sostegno esplicito alla candidatura di Filippo Raglio, in netta opposizione alla linea ufficiale. Tali esternazioni, rese accessibili a un vasto pubblico e in aperta sfida alle direttive del consiglio, rappresentano una grave violazione dei principi di lealtà e rispetto verso l’organo direttivo e l’intera comunità politica che esso rappresenta”

”Aciò – prosegue la lettera – si aggiunge  la pubblicazione di messaggi, successivi alla tornata elettorale, nel gruppo WhatsApp degli amministratori, che mettono ulteriormente in luce una volontà di azione motivata da logiche personali di ritorsione politica”.

Nella missiva si riportano ”due esempi significativi di tali affermazioni della signora Riccardi”:

”Questi messaggi non solo confermano il voto a Raglio – scrivono i denuncianti -, ma chiariscono che tale decisione è stata presa per ragioni di ripicca personale, aggravando ulteriormente la posizione della Riccardi e gettando ombre sulla sua condotta eticaIn aggiunta, il risultato delle elezioni conferma l’impatto diretto che la sua scelta ha avuto sull’esito finale: Palmiro Angelo Bibiani, nostro candidato ufficiale, ha mancato l’elezione per 1 voto giungendo settimo su sei eletti., Di seguito i voti dei primi sei eletti: 

  1. Rava: 7097
  2. Patelli: 7032  
  3. Rossoni: 5940 
  4. Raglio: 5354
  5. Oneta: 4834 
  6. Zabert: 4744 
  7. Bibiani: 4714 (non eletto

”A seguito di questo comportamento – si denuncia nella lettera -, la Lega in consiglio provinciale perde un seggio, penalizzando la rappresentanza del movimento all’interno dell’organo istituzionale. Va sottolineato che la questione verte esclusivamente sul mancato rispetto delle direttive interne del consiglio e sulla lealtà politica che ci si aspetta da chi ricopre incarichi di responsabilità.  Inoltre, la mancata elezione di Palmiro Angelo Bibiani, comporta una significativa perdita di rappresentanza territoriale per i sindaci e amministratori del territorio, privando il Cremasco di un’importante voce all’interno del consiglio provincialeAlla luce di quanto esposto, appare evidente che le azioni della signora Riccardi non solo contravvengono agli obblighi imposti dal regolamento provinciale, ma minano gravemente l’autorità e la coesione interna del nostro gruppo dirigente”.

Gli autori dell’esposto elencano gli articoli del regolamento ”che risultano palesemente violati”:  E commentano: ”Il comportamento in questione costituisce un pericoloso precedente che non può essere tollerato, in quanto compromette la stabilità e la coerenza dell’azione politica sul territorio. Una risposta ferma e tempestiva è necessaria per preservare la fiducia nella leadership e assicurare che simili episodi non si ripetano in futuro”. 

Nell’esposto si chiede  la rimozione immediata di Monica Riccardi dalla carica di responsabile della comunicazione, ”al fine di tutelare l’integrità del gruppo dirigente e l‘apertura di un procedimento disciplinare, da inoltrare al direttivo regionale, per la violazione del  regolamento provinciale e delle direttive politiche stabilite dal consiglio direttivo”

 

 

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