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Arriva dal commercio la prima grana per Virgilio. Ma non c’entra il Pride o altro: qui vanno ricostruiti i rapporti con le associazioni. Il segreto dello schiaffo del soldato è tutto lì: volgi le spalle ai commilitoni, pigli la sberla e, privo d’indizi, non puoi che tirare a caso per individuare il “colpevole”. Può essere stato il soldato che ti “nonnizza” tutti i giorni, ma può anche essere stato il tuo commilitone più vicino. Quello col quale ti confidi in cerca di conforto.

Fatto è che la pappina arriva sempre da chi meno te l’aspetti.

Il nuovo sindaco Andrea Virgilio ha sicuramente messo in conto che qualche ceffone sarebbe arrivato, forse non così presto, a giunta nemmeno presentata. Ma vai a sapere se aveva ipotizzato che le prime a farsi sotto sarebbero state le associazioni del commercio. Oddio, pratico della macchina comunale, Andrea lo è, dunque un pensiero lo ha sicuramente fatto. Ma ci avrà preso?

Poco conta, perché a poche settimane dall’elezione, eccola qui la prima polemica. Il mondo del commercio cremonese ingaggia un botta e risposta col primo cittadino, reo, a parere delle associazioni, di aver consentito lo svolgimento di più eventi proprio in concomitanza con l’avvio dei saldi.

Il punto, però, non è il Pride o il Tanta Robba Festival, checché ne dicano cittadini o commentatori della domenica (qualcuno insinua che la polemica altro non sia che il cavallo di troia per attaccare il Pride). Via, Cremona è inclusiva e la vexata quaestio non è certo questa, senza contare che gli eventi in questione non sono lesivi per il commercio: chi partecipa al Pride e chi viene per il Tanta Robba (nella foto centrale), a tutto pensa fuorché a fare shopping.

Vero è che se gli eventi si “intasano” l’imbuto stringe. Cominciano così a mancare parcheggi, la viabilità ne soffre, la passeggiata lungo la “vasca” ne risente. Ma da qui a mettere la pistola fumante in mano agli organizzatori di questi eventi ne passa.

Il vero nodo della questione, qui, è il rapporto tra l’Amministrazione e il commercio. O meglio, tra l’amministrazione e le associazioni che riuniscono i commercianti. E questa è tutto tranne che una notizia. La questione è annosa. Ricordo d’averne scritto sotto i mandati di Bodini, Corada, Perri, Galimberti… Parliamo di venti e passa anni. E siamo ancora qui. Palazzo e commercianti faticano a dialogare. Anzi, talvolta si guardano in cagnesco e si volgono le spalle a vicenda.

Non serve cercare “colpe”, perché ognuno fa il suo mestiere. Ma qualcuno che dovrebbe farlo meglio c’è di sicuro: chi, calendario alla mano, segna in rosso gli eventi che tentano di rianimare Cremona, di tenerla in vita.

Non c’è bisogno di un project manager per capire che se per due mesi non fai nulla e in tre giorni mi organizzi Woodstock, la riunione mondiale degli esperti di entomologia, il fine settimana col rodeo, la maxigrigliata in città con l’hamburger più grande del mondo e il concerto con Accardo al Museo del Violino e i Metallica in piazza del Duomo, la città non regge.

Mica solo il commercio. Tutta la città. Gli eventi vanno programmati con cura, strizzando l’occhio alla strategia: porto in città più gente che posso ma lo faccio un po’ alla volta, diluendo il tutto nell’arco di un anno.

Banale? Come due chiacchiere sul tempo tra sconosciuti in un ascensore. Ovvio. Però tocca farci caso. Tocca pensare, programmare.

Soprattutto, tocca all’Amministrazione ricucire un rapporto logorato, sfilacciato, consunto da decenni con un settore chiave per la città. Tocca parlarsi. Tocca riunirsi, vedersi in faccia, affrontare i problemi e trovare una soluzione. Cosa che negli ultimi venti anni non è stata fatta (o non abbastanza). Men che meno negli ultimi dieci.

Dunque, più che affidarsi ai botta e risposta che giovano solo ai giornali e ai cittadini che godono scorrendo i social, qui è il caso di rimboccarsi le maniche e aprire un dialogo serio. Ricucire questo strappo prima che il tessuto si logori ancor di più.

Allora, hai voglia a metter pezze. Come si dice: saranno sempre peggio del buco.

 

Federico Centenari

 

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