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Notizia dell’ ultima ora: è stato approvato dal Consiglio di amministrazione della società Centro Padane il piano di risanamento che conferma tra le altre cose gli emolumenti al presidente, al direttore e ai consiglieri della società pur in presenza di diverse carenze che evidenziano come non siano stati raggiunti gli obiettivi di bilancio, scaricando i costi sulle spalle dei dipendenti cui sono state già inviate le lettere di licenziamento.

Fratelli d’Italia, che nel CDA esprime il presidente e un consigliere, ha subito approvato il piano mentre il presidente della Provincia, Mariani, e il PD, pur consapevoli delle carenze del piano, hanno preso atto senza opporsi, di fatto avallando la scelta di Fratelli d’Italia. Gli altri partiti di opposizione, Lega e Forza Italia si sono opposti denunciando l’esistenza di un accordo sottobanco tra la maggioranza e FDI e chiedendo al presidente Mariani di rimettere tutto in discussione.

Non so come andrà a finire la questione ma, a mio avviso, questo è l’ennesimo caso su cui aleggia il sospetto che la gestione della cosa pubblica sia in città che in provincia sia regolata da un patto consociativo implicito tra il PD e il maggior partito di opposizione, FDI, a discapito di tutti gli altri. E questo perché così si è deciso da parte del leader di fatto del PD in città e in provincia e dal frontrunner del maggior partito di opposizione.

I nomi? Per carità, sono noti anche ai sassi.

Vincenzo Montuori

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