Aeroporto o aeromorto? Nubi sul Migliaro dopo l’accordo coi cinesi

8 Giugno 2023

Trovano conferma in seno all’Aeroclub le preoccupazioni espresse da Marcello Ventura,  capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale nonché consigliere regionale, sull’accordo con una società cinese legata al gruppo Pirelli per effettuare il collaudo delle gomme sulla pista del Migliaro. Diversi piloti, sconcertati dalla mancanza di informazioni certe e spiazzati da un annuncio inatteso e vago sui contenuti dell’intesa, hanno chiesto al presidente un incontro chiarificatore, che sperano si tenga quanto prima.

Suscita perplessità tra i soci innanzi tutto il fatto che un’impresa che fattura 1,6 miliardi di euro abbia scelto il piccolo aeroporto di Cremona, dotato di una pista lunga 600 metri, per svolgere test su pneumatici di trattori e camion.

Inoltre ci si chiede se non esistano altre strutture che offrano la possibilità di effettuare prove lungo l’intero corso della settimana, senza doversi interrompere per consentire i voli.

L’Enac è stato informato? L’Ente nazionale per l’aviazione civile è l’autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile sottoposta al controllo del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. La Migliaro srl è proprietaria dello scalo, ma ciò non significa che il privato possa disporre a suo piacimento della struttura soprattutto se impieghi diversi dall’attività aeroportuale comportano rischi per la navigazione.

I piloti si domandano se le prove non danneggeranno la pista. In tal senso appare opportuna la richiesta di intervento che Ventura rivolge al sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. ‘Sappiamo che si tratta di società privata che può fare quel che vuole – scrive Ventura – ma la ricaduta di questa decisione è su tutta la collettività che ne beneficia, da chi vola, a chi guarda, a chi usa il paracadute, alle pattuglie di ogni genere, a tutto quel mondo che gira attorno.  L’Amministrazione comunale dovrebbe immediatamente intervenire e adoperarsi per bloccare questa operazione sbagliata per il territorio: favorire una azienda cinese (sappiamo quanto non piaccia la via della seta) il cui accordo con Pirelli è nell’occhio del ciclone (infatti ormai è multimarca con dubbi sui bilanci) non è sicuramente il modo per rispondere alle richieste di sviluppo del territorio anche dal punto di vista occupazionale, visto che non sono previste assunzioni’.

Non è una domanda, ma una certezza il fatto che la presenza dei tecnici cinesi limiterà la possibilità di volare, anche perché nei fine settimana la pista è utilizzata prevalentemente dai paracadutisti. E tra questi ultimi e i piloti ci sono tensioni motivate, tra l’altro, dal fatto che la quota annua individuale versata dai parà è 500 euro, mentre per i piloti è di 1.500.  I piloti sostengono  di non riuscire a far breccia in consiglio. Dicono di avere scarsa voce in capitolo perché i due consigli, quello di Migliaro srl e quello dell’Aeroclub, sono incrociati e ‘blindati’. Il presidente Aurelio La Monica lavora a stretto contatto col suo vice Angelo Castagna, presidente per due mandati e non più rieleggibile, che è anche vicepresidente in entrambi i consigli. Vanna Bazzi, presidente di Migliaro srl, è consigliera dell’Aeroclub. Claudio Sghia è consigliere in entrambi gli organismi. Silvia Lega, consigliere nella Migliaro srl, è revisore dei conti nell’Aeroclub. Alcuni soci, in dissenso col consiglio, si sono dimessi.

Suscita malcontento il fatto che l’accordo non preveda un utilizzo occasionale, ma un impiego continuativo incompatibile con la regolare attività aeroportuale: tutti i lunedì e martedì l’accesso sarà riservato ai mezzi pesanti per i test sulle gomme.  Non si sa quanto Migliaro srl ricaverà da questa concessione, ma si presume che il compenso sia lauto.

Da quando era presidente Claudio Albera, cioè da decenni, si parla dell’allungamento della pista ma gli attuali gestori dello scalo non sembrano intenzionati a muoversi in questa direzione. Basterebbero 200 metri per permettere ad aerei più importanti di atterrare favorendo una politica di sviluppo turistico con un progetto serio e con richiesta di contributi. ‘Che l’accordo per il collaudo delle gomme sia una operazione strategica per salvare il proprio bilancio? Tutto lo farebbe supporre.  Ma come fa un aeroporto a trasformarsi a giorni alterni in una pista di collaudo? Anche l’elisoccorso avrebbe problemi e non indifferenti in caso di operatività’ polemizza Ventura.

All’aeroporto di Cremona si ripiega su attività alternative a quelle statutarie, ma sicuramente più remunerative, quando il mondo del volo in Italia è in espansione. Lo confermano lo sviluppo in atto nella zona di Milano e il potenziamento dello scalo di Ozzano Emilia che ha triplicato il parco macchine.

‘Aeroporto o aeromorto?’ La domanda circola al Migliaro. Non riguarda solo i soci ma la città e il territorio dato che quella struttura è un valore aggiunto per Cremona. Che cosa ne vogliamo fare?

 

Vittoriano Zanolli 

 

 

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