Home

Nel 2007, il successo del Vaffanculo Day di Beppe Grillo certificava la repulsione dei cittadini verso la classe politica. La Casta, il pamphlet di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, monopolizzava il mercato editoriale e certificava il rigetto.

Lo stesso anno nasceva il PD.  Walter Veltroni veniva incoronato segretario del nuovo partito. In anticipo su Barack Obama credeva in Yes, We Can e «da bambino giocava sempre ai cowboy buoni contro gli indiani buoni anche se gli altri non si divertivano molto». È Uolter, il buonista, l’ex comunista più sensibile ai diritti civili che alla lotta di classe. 

Ma già nel 1998 Nanni Moretti si era spazientito per il giro di valzer del partito. «D’Alema dì qualcosa di sinistra», supplicava il protagonista di Aprile.

Nel nostro territorio Giuseppe Torchio era il presidente della Provincia. Gian Carlo Corada il sindaco di Cremona. Luciano Toscani di Casalmaggiore. A Crema si svolgevano le elezioni e Bruno Bruttomesso subentrava a Claudio Ceravolo. Paolo Bodini era senatore della repubblica.  Gianni Rossoni, assessore regionale. Luciano Pizzetti, consigliere regionale.

Oggi, a 18 anni di distanza, il vaffanculo Day è stato istituzionalizzato dagli elettori con il vaffanculo urne. Nel contempo è stata declassata la funzione dei corpi intermedi, partiti e sindacati i più penalizzati. In generale, la casta è ancora viva.  Gode di ottima salute ed è peggiore della precedente. Proteiforme e ipocrita, ha elevato l’opportunismo a proprio modello di azione e di vita. Dopo avere occupato il posto degli sfrattati, i sostituti hanno capito in fretta che una poltrona Frau è più comoda e gratificante di uno strapuntino sul treno dei pendolari.  Si sono adeguati.

Nella nostra provincia l’arrivo dei parvenu usurpatori non ha procurato brividi particolari. L’omeostasi ha prevalso.   In un territorio da sempre popolato da bradipi e conservatori, la nuova élite non ha provocato sconvolgimenti sensibili rispetto al passato.  Cremonesi, cremaschi e casalaschi, non hanno perso il sonno. Pragmatici, si sono attenuti alla regola che morto un papa se ne fa un altro: una smorfia annoiata, basta per esternare il fastidio. 

Al pari del morbillo e delle altre malattie esantematiche dell’infanzia, l’enclave di paraculi non si può evitare. Si potrebbe prevenire, ma non esistono vaccini specifici per questo virus. L’attuale casta provinciale comprende amministratori pubblici apicali, stakeholder, associazioni di categoria, ma non tutte con lo stesso peso specifico. 

Per esempio, la Libera associazione agricoltori conta quanto il due di briscola. Il suo quotidiano, anoressico per la crisi della carta stampata e per l’avvento degli online, ha perso il monopolio dell’informazione locale. Ha ridotto la sua capacità di indirizzare le scelte dei pubblici amministratori e dei cittadini, che ora se ne fottono della linea suggerita dal giornale. 

Anche i segretari dei partiti e dei sindacati hanno smarrito l’appeal di un tempo. Pochi se li filano. Al contrario, sono schizzati ai vertici dello slurp collettivo presidenti e consiglieri di amministrazione delle partecipate.  Tra le new entry ci sono alcuni rampanti, ma svanito l’entusiasmo per la novità, si rivelano fuochi fatui. 

Potrebbe rientrare nella casta Fabio Bertusi, il pokerista della politica, ma il suo ruolo destabilizzante negli equilibri di potere lo esclude. Quasi sempre determinante nelle nomine di enti e società è un incursore che spariglia il mazzo.  E mai con il poker in mano. Come ci riesca è il mistero della politica cremonese.  A suo favore gioca l’inconsistenza di una classe politica di zucchero filato, più simile a un soffione di dente di leone che a un masso di granito.

Poi c’è un dominus che, come Manitù per gli indiani d’America, è superiore alla casta, la quale s’inchina a lui. La sua parola, in città, vale quanto il verbo del Vangelo per i cattolici. 

Veltroni non è più segretario del Pd. Fa il giornalista, il regista, lo scrittore, l’opinionista e il borghese di buon senso e di sinistra.  Educato e mai sopra le righe, è un rassicurante affabulatore da salotto e di talk show, distante anni luce dal tribuno di piazza e di assemblee di militanti incazzati.  Al suo posto, Elly Schlein che vaga nell’universo del centrosinistra in cerca di un approdo. La lotta di classe la conosce per averla studiata. Un po’ meno praticata.

Torchio, inossidabile, è il Garibaldi di noialtri. Eroe dei due mondi, abita a Cremona, ma è sindaco di Bozzolo, nel Mantovano. Poi capogruppo della minoranza di centrosinistra nella provincia virgiliana.  

Corada, Bodini, Ceravolo e Bruttomesso hanno lasciato la politica attiva.

Rossoni si conferma cavallo di razza. Sindaco di Offanengo e presidente dell’Area omogenea Cremasca, criniera bianca, ha l’aspetto del grande saggio. Probabilmente lo è. Di sicuro, è la volpe argentata, silver fox della provincia.  Una spanna sopra gli altri.

Sulla breccia anche Toscani e Pizzetti, i due Luciano, la Lu-Lu provinciale, che non è il nome di una baiadera, ma della coppia d’attacco del centrosinistra cremonese. 

Il primo è consigliere comunale di Casalmaggiore e vicepresidente della Provincia.  Il secondo è il presidente del Consiglio comunale di Cremona. È mentore, maestro e pigmalione del sindaco Andrea Virgilio che però stenta a volare da solo. 

Pizzetti dà le carte e comanda il centrosinistra. È la sirena omerica che a Cremona affascina Fratelli d’Italia.

La Lu-Lu è stata una coppia di spicco nel panorama politico locale del tempo che fu. Lo è tuttora.  Per indiscutibili meriti propri e scarsità altrui, Pizzetti e Toscani non cadono mai: sempre in piedi, come l’Ercolino di una storica pubblicità Galbani.  Conoscono le regole della giungla politica e le applicano con precisione e cinismo. Si chiama realpolitik. Non temono le onde dell’oceano e le sabbie mobili della palude provinciale.  Pagaiano sul Po con la spocchia e la supponenza d’essere l’Invincible armada.  Scordano la storia: tanto invincibile non lo è stata.

Torchio, Rossoni, Toscani, Pizzetti sono i sopravvissuti di quella selezione traumatica imposta al termine del secolo scorso da Mani pulite e proseguita negli anni seguenti con l’avvento della Seconda repubblica. 

È la vecchia guardia ma, nella nostra provincia, è più giovane delle generazioni più recenti loro sì già vecchie. Virgulti rinsecchiti, non sono né cresciuti, né sbocciati. Hanno deluso e disatteso le promesse.  Tradito aspettative e speranze. Ragazzi volonterosi, ma sprovvisti di background politico, si arrabattano con poche idee, molto confuse. Non basta il fare, ma è necessario sapere cosa fare e come farlo. Prive di ideali, punti di riferimento e di memoria storica, presuntuose e irritanti quanto basta per evitare confronto e dialogo, le nuove leve hanno portato nella marginalità il nostro territorio. Calimero, pulcino nero della Lombardia, per la nostra provincia non si prospetta un futuro luminoso e anche Ava-come lava, il detersivo dell’olandesina che a Carosello lo schiarisce, risulta inefficace.

Dato per scontato il pessimismo della ragione, resta l’ottimismo della volontà, di gramsciana memoria, ma sorge il dubbio che la formula funzioni.  Orfana della passione, la politica si riduce a freddo dare e avere dove i concetti di comunità e di bene comune sono secondari e non dirimenti. Biometano a San Rocco, cessione di Lgh ad A2A, gestione del progetto nuovo ospedale, le nomine dei consigli di amministrazione e dei revisori dei conti di Padania Acque, sono le tessere di un puzzle che racconta l’inadeguatezza dei leader locali.

Infine l’ansia e la smania patologica dei giovani centurioni di apparire li espone a un eccessivo presenzialismo sui social e sui mezzi di comunicazione tradizionali. Una sovraesposizione mediatica che in alcune circostanze non solo è controproducente, ma è anche ridicola. La notizia non è la pipì fatta fuori dal vasino, ma anche quella che lo centra.

Controproducente è l’insistenza di Consorzio.it e del suo amministratore delegato Bruno Garatti nel ribadire in continuazione d’essere i più bravi del bigoncio.  L’ex segretario provinciale Pd Vittore Soldo e il suo successore Michele Bellini vanno ad agosto in bici a Grado. Non in Mongolia. La Provincia (18 agosto) pubblica un articolo con foto, particolari di cronaca e dichiarazioni di Bellini.  «Sei giorni di viaggio, 615 chilometri percorsi e 40 ore in sella: tutto per amicizia». È la tredicesima fatica di Ercole.  «E forse – chiosa il segretario Pd – il senso di ciò che abbiamo vissuto lo restituiscono meglio i versi di Baudelaire» e via con la citazione della poesia in questione. Bravo, ma qualche volta dovrebbe intervenire sui problemi del territorio. Quattordicesima fatica di Ercole. 

Era il 2007 e si annunciava uno tsunami politico. È il 2025 e nella nostra provincia decidono gli stessi di allora. Il Pd continua la sua marcia verso la perdita di identità e l’omologazione con il centro. Per scavalcarlo al centro. Per i qualunquisti del bar sport, per gli intellettuali dello spritz, per i Cipputi che tirano la lima e non conoscono le poesie di Baudelaire, i partiti sono poco sotto il male assoluto. Se li conosci li eviti. Ma loro non ti evitano e decidono per te.  Conclusione? Il Gattopardo aveva ragione: cambiare tutto per non cambiare nulla. : Banale, ma attuale. Purtroppo.  E vaffanculo e astensione non invertono la rotta.

 

Antonio Grassi

 

L'Editoriale

In Breve

Ospite

Gruppi di Cammino, Afm Crema e Ats Valpadana

L’Amministrazione comunale di Crema, con la collaborazione dell’Ats Valpadana e dell’Azienda Farmaceutica Municipale (AFM), organizza un incontro pubblico di promozione dei ‘Gruppi di Cammino’. L’appuntamento

Leggi Tutto »

Democrazia e bigné

Rachele sta preparando il suo esame di storia: una parte monografica sul tema della democrazia. E’ un tema avvincente. Si fa trasportare da citazioni illustri.

Leggi Tutto »

La sorpresa

Scattò la scintilla imponderabile della simpatia reciproca quando Isa, 28 anni, sposata, insegnante di ginnastica alla scuola media di Pontevico, località in provincia di Brescia,

Leggi Tutto »

Il dono

Si avvicinava il Natale e Greta, da sempre un animo filantropico, voleva fare qualcosa per gli altri:  decise di attivare una raccolta fondi nel suo

Leggi Tutto »

Contatti

Per contattarci puoi scrivere una email all’indirizzo qui sopra riportato. Oppure compila il modulo qui a fianco.