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Il club grigiorosso ha chiuso l’esercizio al 30 giugno 2024 con un utile di oltre 2 milioni di euro, il secondo consecutivo dopo quello della stagione in Serie A. Lo scrive Marco Sacchi su CF Calcio Finanza.

Dopo la stagione 2022/23 in Serie A la Cremonese è tornata a dare battaglia in Serie B, a caccia di una nuova promozione nella massima serie. La squadra guidata da Giovanni Stroppa si trova attualmente in quarta posizione in campionato e punta a raggiungere almeno i playoff, considerando che la corsa alla promozione diretta appare complicata e vede ormai Pisa e Sassuolo in fuga.

Per raggiungere questo obiettivo, il club lombardo può contare sull’ingente sforzo economico da parte della proprietà, che dall’estate del 2007 porta il nome dell’imprenditore imprenditore Giovanni Arvedi. L’uomo d’affari ha salvato il club da una crisi finanziaria molto grave ed è riuscito a portarlo dalla Serie C fino alla Serie A, prima appunto della retrocessione maturata nel 2023.

Arvedi dal 2007 non ha mai fatto mancare il suo impegno, a livello economico, alla società grigiorossa, arrivando fino a cifre record nel corso del 2022/23 e, come vedremo, anche durante la stagione 2023/24.

Le cifre degli ultimi anni

Come emerge dal bilancio che Calcio e Finanza ha consultato, «l’ammontare dei proventi dagli sponsor ufficiali e istituzionali è generato dai contratti sottoscritti a tale titolo per la stagione sportiva 2023/2024 riconducibili, principalmente, a società del Gruppo Finarvedi i quali ammontano a complessivi euro 32 milioni contro gli euro 42 milioni della precedente stagione sportiva».

La cifra è in diminuzione rispetto a quella stanziata dalla proprietà nella stagione 2022/23, ma rappresenta comunque oltre il 55% del fatturato della Cremonese. Se a questo dato sommiamo i 10 milioni di euro di paracadute, scopriamo che su 57,6 milioni di fatturato, solamente 15,6 milioni corrispondono a ricavi caratteristici.

Ampliando l’analisi, dal 2020 al 2024 le risorse provenienti da società controllate da Arvedi sono passate da un minimo di 14,35 milioni di euro del 2021 fino appunto ai 42 milioni della stagione legata alla Serie A, per un totale che – con l’apporto emerso dall’ultimo esercizio – ha toccato 122,9 milioni di ricavi nel giro di cinque anni.

Come detto, nell’ultimo bilancio, chiuso con un utile di 2 milioni di euro, le risorse provenienti da Arvedi sono state pari al 55% sul totale degli introiti registrati dalla Cremonese, con un impatto negli ultimi cinque esercizi pari al 53,49%. La quota versate da società riconducibili alla proprietà, negli ultimi bilanci, ha sostanzialmente garantito la copertura della spesa sostenuta per gli stipendi dei tesserati, pari a 95,2 milioni contro i 122,9 milioni versati come sponsorizzazioni.

Cremonese, il bilancio 2024: i ricavi

Nel dettaglio, la Cremonese ha registrato ricavi per complessivi 57,7 milioni di euro nella stagione 2023/24 (rispetto agli 89 milioni del 2022/23 quando la squadra ha disputato il campionato di Serie A), con la quota maggiore legata appunto ai ricavi commerciali, pari a oltre 39 milioni di euro di cui appunto 32 milioni legati alle sponsorizzazioni da parte della proprietà. Tra le altre fonti di entrata, i diritti televisivi sono passati da 30,3 a 2 milioni di euro a causa della retrocessione in Serie B.

  • Ricavi da gara: 1,7 milioni di euro;
  • Ricavi commerciali: 39,4 milioni di euro;
  • Paracadute retrocessione: 10 milioni di euro;
  • Ricavi da diritti tv: 2,9 milioni di euro;
  • Ricavi gestione calciatori: 2,8 milioni di euro;
  • Altri ricavi: 57,6 milioni di euro;
  • TOTALE: 89 milioni

Cremonese, il bilancio 2024: i costi

I costi sono stati pari a complessivi 54 milioni di euro, in forte calo rispetto ai 79,1 milioni dell’esercizio al 30 giugno 2023. A pesare in particolare sono stati i costi per il personale, pari a 29,1 milioni di cui 20,8 milioni legati agli stipendi dei tesserati. Tra le altre voci, gli ammortamenti legati ai diritti dei calciatori sono stati pari a 8 milioni.

  • Costi per il personale: 29,1 milioni di euro;
  • Ammortamenti e svalutazioni: 12,8 milioni di euro;
  • Costi per servizi: 7,9 milioni;
  • Altri costi: 4,2 milioni di euro;
  • TOTALE: 54 milioni.

Il risultato netto è stato così positivo per 2 milioni di euro, rispetto all’utile di 7,1 milioni dell’esercizio precedente. I debiti lordi erano pari a 19,7 milioni, con una posizione finanziaria netta negativa per 179mila euro (alla luce di liquidità per 392mila euro) mentre il patrimonio netto al 30 giugno 2024 era in crescita a 10,7 milioni rispetto a 8,7 milioni del 30 giugno 2023.

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