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E’ un vero mistero quello che riguarda il recente ritrovamento di trecento salami gettati dal cavalcavia dell’autostrada. Roba da porci: perché  buttare dal ponte tutta quella roba? Roba da maiali: chi è stato a compiere un’azione così indegna?  Tuttavia ad un attento osservatore non sarà sfuggita la reticenza dei locali mezzi di comunicazione a precisare di quali salami si tratta: salame cremonese (morbido, speziato, macinatura media, anche aglio, taglio verticale)? salame di Felino (compatto, magro, lardelli piccoli, colore rosso rubino, taglio obliquo)? salame cremasco (morbido, lucido, fondo amarognolo, persino nobile, taglio diritto)? salame piacentino (grana grossa, lardelli consistenti e rosati, rosso carico, taglio non dichiarato)? Altro? Purtroppo nessuna spiegazione, nessuna descrizione, al punto da dubitare sul ruolo che deve svolgere la stampa libera, garantito dall’articolo 21 della Costituzione Repubblicana e dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.

Perché tanta reticenza?  Possiamo anche concordare con il grande riserbo riguardante il Cesio radioattivo, ma almeno sui salami esigiamo chiarezza.

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