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Come tristemente accaduto, da tempo immemorabile, a tante altre statue cittadine, anche a quella, invero bellissima, che, in piazza Stradivari, fu, non molti anni or sono, gradevolmente collocata in ricordo del nostro sommo liutaio, è capitato, ormai credo da almeno un paio d’anni, di dover subire un grave e odioso furto. Un ignoto teppista strappò allora infatti dalla mano di Stradivari quel compasso che stava consegnando ad un vivace ragazzino, probabilmente suo figlio. Era evidente il significato di quella simpatica scenetta che ricordava la trasmissione dell’arte liutaria dal sommo maestro al figlio e, attraverso questi, ai tanti abilissimi artigiani che, nella nostra città, ne avrebbero, nei secoli successivi e sino ad oggi, conservata e tramandata la sapienza realizzativa.

Privato del suo compasso, il malcapitato Stradivari sembra ora, ai passanti più superficiali, solo un  povero mendicante colto nell’atto di invocare la carità dei passanti per calmare il figliolo che lo accompagna e che si agita per la fame.
Osservando bene la scenetta si noterà, però, che l’invocazione del sommo liutaio sembra rivolta verso il palazzo comunale, palazzo dal quale dovrebbe, prima o poi, l’ordine di ripristinare lo stato originale della statua!
Michele De Crecchio

L'Editoriale

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