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La psicanalisi le chiama associazioni libere. Dopo la lettura di verbali dell’assemblea dei soci,  del Xonsiglio provinciale e di documenti del Consiglio di amministrazione ufficiali, reperibili in Rete e  relativi a Centro Padane Engineering srl, viene da pensare a Il Buono il Brutto e il Cattivo di Sergio Leone.  Ma anche a Kafka. Con una differenza: inutile pagare l’analista per comprendere il significato inconscio.

Nel Buono, il Brutto e il Cattivo a giocarsi la partita sono Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef.  Per Centro Padane Engineering srl si affrontano le province di Cremona e Brescia, il Consiglio di amministrazione della società, il Comitato di indirizzo e controllo, organismo dirimente per le società in house.  E Centro Padane Engineering srl lo è.

Semisconosciuto ai non addetti ai lavori e poco ricordato anche dagli esperti locali di partecipate, il Comitato di Indirizzo e controllo di Centro Padane srl assomiglia al cavaliere pallido dei film western. Arriva, sfratta i prepotenti dalla Steelville di turno e se ne va. Ignoti i luoghi di provenienza e della successiva destinazione. 

Il Comitato di indirizzo e controllo di Centro Padane Engineering srl non è una superstar. Ha scarsa visibilità mediatica e sfiora l’impresa la ricerca sui siti istituzionali di documenti che lo riguardino È noto il nome del presidente, Rosolino Azzali, storico e stimato amministratore pubblico, perché viene citato in alcuni atti ufficiali (verbale di assemblea straordinaria del 30 giugno 2025).

Per Centro Padane Engineering srl il triello finale del film di  Sergio Leone, entrato nella storia del cinema, è ipotesi remota, ma da non scartare e un domani potrebbe figurare negli annali del nostro territorio.  Possibilità alimentata dagli avvenimenti che hanno segnato la storia della società negli ultimi due anni

Con ordine.

Mercoledì, 30 luglio 2025, presso l’aula magna dell’Itis Torriani, si riunisce il  Consiglio provinciale di Cremona. All’ordine del giorno: Società in house providing Centro Padane Engineering Srl-Provvedimenti ai sensi articolo 14 Tusp.  

Oltre al presidente Roberto Mariani, sono presenti 10 consiglieri. Due gli assenti: Edoardo Vola, centrosinistra, e Gianni Rossoni, centrodestra (verbale numero 19, in pubblicazione, con 12 allegati, sull’Albo pretorio dal 5 al 20 agosto). 

Per i presenti non sarà un pomeriggio al luna park, con uno spensierato giro sul calcinculo. Piuttosto un viaggio in un girone infernale dove, per la legge del contrappasso, il calcinculo è sostituito con il calcinpalle. E Good vibrations dei Beach Boys sarebbe sprecato.

Il bilancio da brividi della società. Il ruolo di buoni samaritani dei consiglieri provinciali. L’obbligo di togliere Centro Padane Engineering Srl dalla palude. La preoccupazione di evitare figure di palta. Questo è il quadro. Notturno, claustrofobico.

Sono le 18.45, si va per incominciare.

I presenti dispongono della documentazione del bilancio 2024 della società, approvato il 27 maggio 2025 dal Consiglio di amministrazione e il 30 giugno 2025 dall’assemblea dei soci.  Tra questi, la provincia di Cremona, che detiene il 48,27 per cento delle quote societarie, partecipazione identica a quella della Provincia di Brescia. 

La perdita complessiva è di 1.056.070 euro, buco che l’azzeramento totale delle riserve e del capitale della società non bastano a coprire.

I soci dovranno scucire quattrini supplementari. E non è tutto. Per mantenere in vita il paziente ne serviranno altri, finalizzati alla ricostituzione del capitale bruciato, almeno secondo il minimo previsto dalla legge. In caso contrario, Centro Padane Engineering srl  scomparirà. E con essa i sogni di gloria di chi ipotizzava faville e un futuro da startup da sballo. Certo, non un unicorno, ma mai dire mai, se si tratta di politici locali.  A tutt’oggi è rimasto il corno. 

I Comuni bresciani e cremonesi, detentori delle briciole, non contribuiranno né a ripianare le perdite eccedenti le riserve e il capitale sociale, né alla ricostituzione del capitale stesso.  Fa eccezione l’Unione di Comuni Oglio-Ciria, che con il suo barchino rimane al fianco delle ammiraglie acciaccate. Con i lillipuziani che tolgono il disturbo, a smazzarsela rimangono i due giganti e il nanerottolo. Le Province saliranno al 49,83 per cento delle quote per ciascuna.  Per entrambe il fuoristrada è una suppostona di oltre 500 mila euro a testa. 

Salvata la società, come il soldato Ryan, come la si fa sopravvivere?

Niente paura, a normalizzare lo sconquasso ci penserà il Piano di risanamento approvato dal Consiglio di amministrazione di Centro Padane Engineering srl il 23 luglio 2025. E qui inizia la parte più interessante del Consiglio provinciale.

La terapia taumaturgica, come tutte quelle simili, è ambivalente. Può sortire un risultato strepitoso, oppure trasformarsi in un devastante flop.  In un disastro politico-amministrativo.  

Luciano Toscani, consigliere del centrosinistra, fiuta il pericolo e propone il rimedio. Presenta un emendamento che rimodula il documento in discussione.  Politico esperto e di lungo corso, Toscani pondera le parole che sceglie con cura adattando l’intervento al contesto. Usa il bisturi, lavora di fino. L’emendamento è una raffinata operazione di micro chirurgia semantica, finalizzata a non approvare il Piano di risanamento senza bocciarlo. Basta la presa d’atto e l’aggiunta dello slurp: «Rappresenta una documentata e motivata prospettiva di recupero dell’economicità e dell’efficienza della gestione societaria».  E vai col liscio. Capolavoro moroteo, l’emendamento toglie ogni responsabilità all’mministrazione provinciale e assurge a polizza kasco contro polemiche e critiche, nell’eventualità d’insuccesso della rianimazione. Se il piano di risanamento fallisce, fischi al Consiglio d’amministrazione. Se funziona applausi alla Provincia.  Machiavelli. 

Ma Toscani punta al rischio zero. Intravede, tra i potenziali pericoli, le previsioni del Consiglio di amministrazione. Detto, fatto.  Dal documento scompare il seguente passaggio: «Il consiglio (ndr) prende atto della previsione a chiudere al 31/12/2025 inviata ai soci con PEC del 24 luglio 2025 nostro protocollo 2025/64094 conservata agli atti che prevede un risultato economico positivo».

Toscani, con l’abilità del chirurgo estetico, toglie una parola qui e una là, poi piazza la sforbiciata degna dei censori bacchettoni della prima repubblica.  Zac e finisce nei rifiuti la proposta di affidare a un tecnico «di provata capacità e competenze un incarico per l’aggiornamento e la revisione del progetto di risanamento».  

Non serve essere Noam Chomsky per interpretare l’emendamento come un avviso ai naviganti. Un’allerta ai membri del Consiglio di amministrazione di Centro Padane Engineering srl: signori, guardate che ora sono cavoli vostri.  I paracadute sono terminati.

Se così stanno le cose, l’ipotesi del duello non è peregrina. Manca il terzo per il triello, ma c’è tempo. Ci sarà.

La votazione al testo emendato chiude la seduta. A favore si dichiarano i consiglieri di centrosinistra compatti, presidente compreso. Contrari i due consiglieri di Forza Italia e Lega. Astenuti i tre di Fratelli d’Italia.   

Time out per una puntualizzazione.  Oggi, gli schieramenti storici sono canne al vento.  Si piegano anche per una semplice brezza.  A Cremona, un refolo portatore del messaggio per una poltrona, una prebenda, una carica da assegnare, incurva le canne di 45 gradi. Anche di 90, se la sedia vacante sta nel Consiglio d’amministrazione di una partecipata.  

Il centrodestra, dopo essersi presentato unito alle elezioni provinciali, in Consiglio si è diviso in due schieramenti per volontà di Fratelli D’Italia. Da una parte i meloniani con tre consiglieri. Dall’altra, il gruppo Centrodestra per Cremona, formato da due consiglieri di Forza Italia e uno della lega. Non è stata una sorpresa. In città è noto il fascino esercitato dal Pd su Marcello Ventura, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e sfociato in una liaison. Dangereuse?  Per ora, solo non esaltante per la politica cittadina. Time out finito.

E adesso riprende la storia.

L’attuale Consiglio di amministrazione è stato eletto dall’assemblea dei soci di Centro Padane Srl. Il 21 maggio del 2024.  Ma la data da non dimenticare è il 6 marzo 2025.  Alle 16,18 di quel giovedì, si riunisce il Consiglio di amministrazione della società, nel frattempo è diventata Centro Padane Engineering srl e più avanti si capirà il quando, il come e il perché.

Sul tavolo, l’aggiornamento della situazione economico-finanziaria e gli obiettivi.  Poi la presa d’atto della manifestazione di interesse di Cicognolo per entrare nella società (verbale numero 79).

Relaziona il presidente Alexander Nisi. Informa che «la situazione semestrale al 30 giugno 2024 e la previsione a chiudere al 31 dicembre 2024 sono state discusse sia in occasione del Comitato di indirizzo e controllo del 19 luglio 2024 che durante l’assemblea del 26 luglio 2024». Precisa che «la previsione di chiudere al 31 dicembre 2024 e l’aggiornamento della situazione finanziaria sono state oggetto di discussione sia in occasione del comitato di indirizzo e controllo del 25 ottobre che durante l’assemblea dei soci del 29 ottobre 2024». Sottolinea. «Un ulteriore aggiornamento della situazione finanziaria è stato relazionato sia nel corso del Comitato di indirizzo e controllo del 3 dicembre 2024, che durante l’assemblea dei soci del 6 dicembre 2024». 

Un mantra ripetitivo e noioso per i lettori, ma non per comprendere anche le sfumature della vicenda.  Eh la Madonna! Commenterebbe Renato Pozzetto, e subito avrebbe chiesto: «Scusi, ma il Comitato di indirizzo e controllo e i soci sono stati informati?».

C’è poco da scherzare. La società è alla canna del gas. 

«Come già evidenziato – riferisce Nisi – durante le assemblee dei soci tenutesi nella seconda metà del 2024 la situazione economica ha influenzato in modo molto negativo anche la situazione finanziaria. Infatti, ormai da mesi, la società fatica moltissimo a reperire la liquidità necessaria al normale svolgimento delle attività ordinarie come pagamenti di stipendi, contributi, fornitori e quotidianità».  

Le brutte notizie non viaggiano mai da sole e Nisi conferma la tradizione: «Nelle settimane future – prosegue il presidente – la copertura finanziaria arriva a pagare gli stipendi e dei contributi dal 10 al 17 marzo, dopo di che non si ha a disposizione nessuna liquidità». 

La situazione è disperata, però il Comitato di indirizzo e controllo e soci sono informati. Ottimo lavoro per un Consiglio che vede il presidente incassare 44 mila euro l’anno, il vice 28 mila e il consigliere 22 mila. 

Tutto combacia. I soci spediscono il paziente al Consiglio di amministrazione, che lo rimbalza al Comitato di indirizzo e controllo. Il cerchio è chiuso. Il triello è completo. Resta la curiosità di sapere chi sia il Buono, chi il Brutto e chi il Cattivo.

Ma ora attenzione.  Il resoconto di Nisi al consiglio di amministrazione è del 6 marzo 2025. Dalla relazione si deduce che la malattia si è manifestata lo scorso anno. Un articolo di Cremonaoggi del 15 gennaio 2025 lo certifica: «Centro Padane srl, province chiamate a ripianare il bilancio».

Due settimane dopo, il colpo di scena.  Il Consiglio di amministrazione e le Province estraggono il coniglio dal cappello. Non viene specificato se la mossa è frutto di un brainstorming fra i tre soggetti coinvolti o di una pensata solitaria. Di certo, non era prevista.

 «Centro Padane Srl, approvate a maggioranza modifiche a statuto» titolava Cremona oggi, il 30 gennaio. Cosa è successo?  Una rivoluzione copernicana. Almeno così viene venduta. 

Centro Padane Srl cambia nome. Sarà Centro Padane Engineering Srl.  Il nuovo brand «amplia il raggio d’azione della società, includendo oltre alle opere infrastrutturali anche progettazione e gestione di lavori legati alla transizione ecologica». Una flebo miracolosa per la precaria salute della società. Scettico, Centrodestra per Cremona sceglie l’astensione collaborativa (Valeria Patelli Cremonasera, 1 febbraio).

Allegato al pezzo di Cremonaoggi, un video, reperibile anche su Youtube, propone un’intervista a Nisi di Giuliana Biagi«Siamo stati convocati – sottolinea – dal presidente Mariani con il quale stiamo svolgendo insieme un lavoro di grande collaborazione per portare alla luce certe dinamiche e portare Centro Padane ad essere più centrale all’interno delle province di Cremona e Brescia».  In che modo?  «Andremo a deliberare un aumento del capitale sociale per consentire a nuovi soci di entrare nella compagnia societaria». Intenzione encomiabile, ma in contrasto con la realtà: nei mesi successivi alcuni soci usciranno dalla società. 

Nisi ha dimenticato che la strada per l’inferno è lastricata da buone intenzioni. Che in provincia di Cremona pochi si sono accorti della centralità di Centro Padane Srl, mentre molti sanno del suo stato comatoso. Che Kafka è incompatibile con politica ed economia. 

Il piano di risanamento c’è. Il nome è stato cambiato. Il futuro di Centro Padane Engineering srl è tracciato. «Che la forza sia con te», come in Star Wars. Con la speranza che l’emendamento di Toscani risulti pleonastico.  Con l’auspico di non sentire «L’intervento è andato bene, ma il paziente è morto». Dita incrociate e lunga vita a Centro Padane Engineering Srl. Hasta la vista.

 

Antonio Grassi

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