Home

Si cerca adozione per una coppia di cani di razza Malinois, maschio e femmina di 16 mesi. Entrambi sono equilibratissimi, mansueti, molto affettuosi. Entrambi provengono dai mattatoi cinesi. Sono stati salvati da Davide Acito di Action Project Animal. Necessitano d’ampio giardino, recinzione adeguata e proprietario dinamico, che abbia tempo da dedicare loro. Scrupoloso preaffido. Chi fosse interessato può a telefonare a Katia 3397150111 che abita in provincia di Cremona.

Sono solo undici e potrebbe sembrare una manciata poco significativa di fronte alle migliaia di cani che in questi giorni vengono uccisi, sezionati e distribuiti come cibo al Festival di Yulin, l’evento-mattatoio che ogni anno a fine giugno  nella provincia Guangxi Zhuang celebra nel sangue il solstizio d’estate. Un tempo lo faceva all’insegna dei lychees, le cosiddette «ciliegie della Cina», ormai presenti anche nei nostri supermercati. Ma dal 2010, con un’operazione di puro marketing che nulla ha di tradizionale, ai frutti  è stata associata anche la carne di cane, che nella regione viene tuttora consumata. Anche se sono solo undici, quei cani che hanno conquistato la libertà sono il simbolo di una lotta che non si ferma. E’ la battaglia di Davide Acito, 37 anni, italiano che vive tra il lago di Garda e il Canton Ticino, che da dieci anni compie missioni in Cina per cercare di sottrarre quanti più cani possibile da un destino non solo tragico ma anche disumano. Gli animali  vengono infatti macellati seduta stante nei wet market, diventati tristemente famosi ai tempi della pandemia da covid-19, dopo una detenzione in condizioni terribili, tra gabbie, privazioni del cibo e dell’acqua e percosse nella convinzione che lo stress e il terrore rendano la loro carne migliore.

Questi viaggi della speranza Acito li compie anche in altri periodi dell’anno e complessivamente calcola di avere fino ad oggi evitato la mannaia ad almeno un migliaio di cani e circa 200 gatti. A 150 di loro è già riuscito a trovare una nuova casa in Europa – Italia, ma anche Germania, Svizzera e Svezia -, a partire da Wolf, uno dei primi salvati, che ha deciso di tenere con sé. Ma è con l’avvicinarsi del festival che la sua azione diventa importante, perché è in queste giornate che i riflettori restano accesi e le autorità tendono a effettuare qualche controllo in più. Finita la manifestazione, tutto rientra nella consuetudine, tutto torna ad avvenire nell’ombra e nel silenzio.

l’associazione fondata da Acito, Action Project Animal, collabora con altre organizzazioni internazionali ma anche con diversi attivisti locali, perché il consumo di carne di cane è limitato ad una piccolissima percentuale della popolazione e sono molti i cinesi che, al contrario, vi si oppongono. «Ma su un totale di un miliardo e 300 milioni di persone – fa notare Acito – anche un misero 3%, perché di questo parliamo,  corrisponde a numeri altissimi».

Si stima che siano oltre 10 milioni ogni anno i cani che vengono macellati e trasformati in pietanze nei ristoranti che li offrono come prelibatezze o venduti in tagli ai privati. Avviene per 365 giorni su 365, ma con l’occasione del festival anche chi magari normalmente non si nutre di cane e capita nella zona per i festeggiamenti si lascia tentare dalla curiosità. Un po’ come gli occidentali che assaggiano cangurococcodrillo o altri animali esotici che mai nella vita normale si sognerebbero  di considerare cibo. E senza neppure spostarsi troppo da casa. Sono molti i ristoranti che anche in Italia  offrono carni insolite e ricordiamo bene le code per lo «Zebraburger» al padiglione dello Zimbabwe all’Expo di Milano. 

Che sia tradizione, abitudine o sfizio occasionale, per la filiera gli affari sono garantiti. Si parla di filiera, ma dietro al fenomeno c’è molta illegalità. Il governo centrale da alcuni anni ha escluso cani e gatti dall’elenco delle specie considerate commestibili, ma non ha fatto un granché per vietare davvero questa pratica, soprattutto nelle province più lontane dalla capitale. Il tutto si può svolgere dunque senza troppe formalità, diciamo pure senza regole.

Degli undici cani salvati da Acito, due sono pastori Malinois, uno è un labrador e uno un molossoide microchippato. Tutti cani di proprietà, insomma, sottratti alle famiglie con cui vivevano. I casi di rapimenti sono molti e nel mucchio finiscono anche cani randagi che vengono raccattati sulle strade. Ci sono poi cucciolate che arrivano da fattrici costrette a sfornare animali a ripetizione, di qualunque razza o incrocio. Gli animali vengono poi radunati da intermediari che li stipano in gabbie o li caricano nei cassoni di camion o su carri. E che li maneggiano in modi spicci, senza lesinare percosse ad ogni accenno di minima ribellione. Sono molti i video girati dai gruppi animalisti che negli anni lo hanno documentato. Immagini dure e violente, che il rispetto per la dignità degli animali stessi impediscono di mostrare.

L’attenzione internazionale su Yulin non piace alle autorità cinesi. Il governo centrale, come detto, formalmente non sostiene il commercio di carne di cane o di gatto, ma non interviene a fondo per contrastarlo. Cerca invece di limitare l’azione di attivisti di gruppi e associazioni per provare a contenere gli effetti della pubblicità negativa sulla reputazione del Paese. Molte manifestazioni di protesta vengono infatti organizzate nel mondo all’esterno delle ambasciate cinesi – nei giorni scorsi se ne è svolta una anche a Roma, promossa da Stop Plastica, Animalisti Italiani, Partito Animalista Italiano e Feline Guardians Against Borders – e questo irrita i piani alti a Pechino. Si cerca allora di contenere i fenomeni più cruenti, di dare delle regole che nei giorni del festival vengono in qualche modo fatte rispettare. Gli attivisti stranieri vengono invece ripetutamente controllati: «Ci chiedono le sim dei telefoni, non vogliono che effettuiamo riprese, ci fanno cancellare fotografie. Io ormai sono conosciuto, la polizia è venuta a cercarmi direttamente in albergo». Controlli approfonditi, interrogatori, di fatto forme sottili di intimidazione. Che non fermano però l’attività di Davide e di tanti come lui che operano in varie nazioni.

Lui stesso nel 2015 aveva appreso dell’esistenza del festival leggendo su un giornale la storia di una donna cinese che si batteva per esportare cani  prima che per loro fosse troppo tardi. «Ho capito che poteva essere anche la mia storia – racconta Acito, che ai tempi si occupava di diritti umani all’interno di una ong -. Ho raggiunto Yulin e casualmente l’ho incontrata. Il primo anno ho lavorato con lei, poi è nata Action Project Animal».

Liberare i cani non è semplice e servono molti fondi per gestire i viaggi, per tenere in attività una rete sul territorio, per intercettare e sottrarre gli animali ai loro aguzzini prima che arrivino alla fine del viaggio mortale. Per questo una parte importante del lavoro è quella della divulgazione. Spiegare quello che succede, informare l’opinione pubblica, coinvolgerla in una call-to-action sia per finanziare le operazioni di salvataggio – il costo per ogni cane salvato, tra recupero, cure, pratiche per l’esportazione e adozione finale arriva fino a 3 mila euro -,  sia per sollecitare le adozioni. «L’obiettivo finale è proprio quello – rimarca Davide -. Quei cani quasi sempre già vivevano in una famiglia da cui sono stati sottratti con violenza. Hanno scampato la morte, ma sarebbe inutile se questo non portasse ad un ritorno alla vita, ad una nuova casa». 

L’evento finisce nel weekend e come sempre si concluderà con il suo alto tributo di vite canine. «Tuttavia è una fortuna che esista Yulin — fa notare Acito —. Senza il festival nel mondo non si parlerebbe della carne di cane e dei suoi traffici e tutto resterebbe immutato. Invece un po’ alla volta le cose cambiano. Noi non ci arrendiamo e siamo già pronti a ripartire».

L'Editoriale

Ospite

Porte Aperte Festival. Cremona. 3 giorni 50 incontri

L’Associazione Culturale Porte Aperte, unitamente al Centro Fumetto Andrea Pazienza, al Comune di Cremona e al gruppo dei curatori  presenta la settima edizione del PAF – Porte Aperte Festival che si terrà a Cremona il 10-11-12

Leggi Tutto »

In Breve

Ospite

Borgo Loreto, il 22 raccolta RAEE e plastica dura

La postazione mobile, denominata Ecocar, per la raccolta dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e della plastica dura stazionerà sabato 22 febbraio a Borgo Loreto (via Legione Ceccopieri) dalle 8:30 alle 13. Alla

Leggi Tutto »

L’orologio

Una strada stretta del centro storico. Sulla sinistra, un portone di ferro dorato. Suono; qualcuno mi riconosce. Entro. Evito l’ascensore tipo ospedale – grande abbastanza

Leggi Tutto »

Lo zingarello

Poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde… (Dante: Inf. XV, 121-122) Quando i sessant’anni si profilano all’orizzonte può

Leggi Tutto »

L’auto e la filosofia

L’automobile, a volte, costituisce il perno su cui ruotano episodi che restano scolpiti per sempre nella memoria. Un professore di filosofia del Liceo Classico “Daniele

Leggi Tutto »

Contatti

Per contattarci puoi scrivere una email all’indirizzo qui sopra riportato. Oppure compila il modulo qui a fianco.