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Sono i soldi che fanno la guerra. E tredici milioni di euro sono più che sufficienti per scatenarla. Tredici milioni di euro, che nelle intenzioni del presidente della provincia, Roberto Mariani, dovrebbero passare da Dovera a Casalmaggiore, Comuni geograficamente agli antipodi. Il primo definisce il confine occidentale della provincia, il secondo quello orientale.

Tredici milioni assegnati dalla Regione per la costruzione della tangenziale di Dovera, che Mariani ha deciso di dirottare su quella di Casalmaggiore. 

Tredici milioni che possono dividere il territorio.

Un fulmine a ciel sereno per restare nel classico.  Una scossa nel pantano della politica locale per essere più concreti.  

Un tiro di dadi a Monopoli e Casalmaggiore si ritrova proprietaria dell’area di Viale della Vittoria. E Dovera? Con le pezze sul culo, privata anche di Vicolo Stretto e 13 milioni in viaggio per il Casalasco. 

Mariani è presidente della Provincia da poco più di quattro mesi. Ha sostituito Mirko Signoroni, sindaco di Dovera, coincidenza che alimenta maldicenze gratuite, Mariani è anche sindaco di Stagno, Comune cremonese. E per i cremaschi più malpensanti, questa provenienza è ragione sufficiente per diffidare.  E l’insegnamento di Giulio Andreotti è tutt’ora valido: «A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso s’indovina».

Gli abitanti dell’Alto Cremasco e gli automobilisti in viaggio sulla Bergamina s’incazzeranno e i primi cartelli bellicosi comparsi contro la migrazione dei 13 milioni confermano che l’esodo non sarà una gita domenicale fuori porta.

Pontieri e pompieri dei due schieramenti sono già al lavoro per dimostrare che l’operazione è razionale. Che rientra nella razionale gestione delle risorse disponibili per il territorio.  Che lo spostamento è inquadrato nel contesto generale della provincia. Che questo. Che quello.  Che qui. Che là. 

E chissenefrega, già rispondono gli irriducibili dello status quo: la Regione li ha destinati a Dovera e a Dovera restano.

La priorità è già entrata in ogni discussione sul tema. È la chiave per giustificare l’esproprio. Chiave che diventa passepartout per aprire la cassaforte dei cremaschi e impossessarsi del tesoro. È l’apriti sesamo per entrare nella caverna della Regione e prendersi i 13 milioni. 

La priorità provinciale è volubile. In quattro mesi è cambiata in relazione a chi la governa.   E anche la geografia ci mette il carico. Per Milano è Dovera. Per Cremona è Casalmaggiore. 

Se la narrazione prevarrà sui fatti, la ferita si rimarginerà. La cicatrice, invece, resterà e  Dovera soffrirà di un disturbo post-traumatico da stress. 

Giusto o sbagliato, i cremaschi non dimenticheranno. E questo è il problema.   

Senza entrare nel merito delle motivazioni di Mariani per giustificare la scelta, la vicenda paga la disastrosa gestione della comunicazione. 

La notizia è esplosa all’improvviso, con il realismo cinico di uno scoop di cronaca nera, cavallo di battaglia di Crema News, primo quotidiano locale a informare dell’operazione programmata da Mariani.  Testata online, versione digitale de La Notte di Nino Nutrizio – pazienza se il paragone è esagerato –  Crema news ha sparato l’esodo dei tredici milioni nel modo a lei più congeniale: «Scippati 13 milioni necessari: vanno a Casalmaggiore» (1 febbraio).

A rimorchio sono arrivati gli altri organi di informazione. Signoroni ha esposto le proprie ragioni. Mariani ha controbattuto e puntualizzato. È stata coinvolta l’Area omogenea cremasca che ha ascoltato i duellanti in separata sede.  I consiglieri regionali non sono risultati protagonisti. 

La situazione è fluida e i pronostici non sono semplici.

Non è da escludere che tra i due contendenti, il padrone della cassa si rompa le palle e decida di non mollare un euro. Che la Regione possa rivedere l’assegnazione dei 13 milioni e destinarli ad altra provincia meno conflittuale.

Non è da escludere un’ennesima figura di cacca della Provincia, intesa come territorio non come amministrazione.

Nella gestione dell’operazione Cash Exodus sono stati commessi alcuni errori che sorprendono. Impensabili per politici e amministratori pubblici navigati.

Il curriculum di lusso di Mariani non ha bisogno di commenti. Non è da meno quello di Luciano Toscani, vicepresidente provinciale, consigliere comunale di Casalmaggiore e braccio destro del presidente della provincia nella campagna a sostegno del trasferimento delle risorse da ovest ad est. Per esempio, giustificare l’esproprio dei 13 milioni di euro perché il Cremasco ha ottenuto più fondi regionali del Casalasco e pretendere che Dovera accetti di sacrificarsi per riequilibrare la spartizione dei pani e dei pesci, è un eccesso di ottimismo.

Evidenziare che la tangenziale cremasca è meno necessaria di quella casalasca, sarà anche vero, ma quando la Regione ha distribuito i fondi avrà valutato lo stato delle cose.  Se Casalmaggiore non ha ricevuto il finanziamento le possibilità sono due. O non ha inoltrato la domanda, oppure non è stata tanto convincente nel dimostrare la necessità dell’infrastruttura. Il saggio dice: chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Se al posto di Dovera ci fosse Stagno, come reagirebbe il sindaco Mariani? 

Per completare la tangenziale di Dovera mancherebbero 4,5 milioni. Per quella di Casalmaggiore, costo previsto 40 milioni, anche dopo avere incassato i 13 milioni di Alì Babà, ne servirebbero altri 27.  Saranno chiesti all’Anas, con la quale è in programma un incontro a marzo (Oglio Po News, 2 febbraio).  Giovanni Trapattoni diceva: dire gatto quando l’hai nel sacco.

È fuorviante giustificare l’operazione Cash Exodus con la notazione che il Cremasco ha ricevuto più fondi del Casalasco.

Se si applica il principio del riequilibrio tra chi ha ricevuto di più e chi meno dai fondi regionali, allora sarebbe coerente applicarlo in tutti i settori.

Per esempio il Cremasco potrebbe rivendicare più posti in strutture Rsa (residenze sanitarie assistenziali). Nella Repubblica del Tortello la dotazione è di 423,42 posti letto per 10.000 abitanti, inferiore alla media regionale di 476,36, pari all’11 per cento in meno (La Provincia, 24 dicembre 2024). Ma è anche inferiore alla media provinciale. Un riequilibrio non sarebbe fuori luogo. 

Discorso a parte meriterebbero le centinaia di milioni stanziati per il nuovo ospedale di Cremona.  Ma non è questo il punto. Non è la grandezza della fetta di torta. Non è il confronto tra chi la riceve più grossa o più piccola.  È il metodo della politica provinciale che va rivisto.

Sgarrupata e inadeguata la politica deve cambiare passo e, forse, politici.   

Mariani ha dichiarato di voler modificare impostazione. La partenza non è stata delle migliori.  Oltre alla polemica attuale Dovera-Casalmaggiore, è stato protagonista dello scontro sulla nomina del consiglio di amministrazione dell’Ato. 

 È all’inizio del mandato e può succedere.  Non merita di essere messo sulla graticola. Anzi il suo sforzo va apprezzato. 

I 13 milioni assegnati a Dovera, ora rivendicati da Casalmaggiore, confermano che la nostra Provincia manca di programmazione e di coordinamento. Rafforzano il principio che ogni frazione di territorio è monade e pensa ai cazzi propri.  Che la stalla viene chiusa quando i buoi sono scappati. Che siamo dei Tafazzi, bravi a farci male da soli. Insuperabili nelle guerre fratricide. Le guerre dei poveri. Quelle per un tozzo di pane. Le guerre dei clochard della politica. 

The Times They Are a-Changin’ resta una chimera. Bob Dylan non abita a Cremona.

 

Antonio Grassi

    

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