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L’evasione fiscale in Italia ammonta a circa 85 miliardi di euro, cifra  raccapricciante, ma sembra niente nei confronti degli sprechi  della Pubblica Amministrazione che ammonterebbero a 180 miliardi di euro l’anno (studio della C.G.I.A. di Mestre). 

I fautori di “Quer pasticciaccio brutto” di Largo Priori Emilio a Cremona  contribuiranno all’aumento dell’importo degli sprechi e saranno  candidati, di diritto ad accedere nella mala Amministrazione  Pubblica.

Vediamo, in sintesi, come sostenere queste affermazioni.

La Regione Lombardia ha deliberato finanziamenti per opere di  riqualificazione-manutenzione destinati all’ospedale maggiore, tra  cui:

– messa a norma dell’impianto antincendio;

– nuova distribuzione  del pronto soccorso;

– 30 milioni di euro per la demolizione dell’attuale ospedale. Notizia, quest’ultima, pubblicizzata sui media,  con solerte anticipo, almeno dieci anni prima dell’eventuale utilizzo.  Un monito per segnalare che la procedura per il nuovo ospedale prosegue, nonostante la contrarietà di migliaia di cittadini cremonesi. 

Davanti all’inevitabile necessità di ristrutturare l’attuale ospedale, questi e  altri lavori necessari e improcrastinabili che seguiranno saranno,  come afferma l’Asl, eseguiti solo per tamponare le attuali esigenze del  Maggiore, con minimali interventi sufficienti per mantenerlo adeguato  allo svolgimento delle sue funzioni durante tutti gli anni necessari per  terminare il nuovo, con il risultato che durante quel periodo, circa 10 anni, i pazienti cremonesi avranno un ospedale rabberciato, non  propriamente consono alle sue funzioni, costretti a farsi curare in nosocomi di città limitrofe e in strutture private. Tutti i costi sostenuti per i lavori, se pur saranno minimi, di manutenzione-ristrutturazione e aggiornamento delle attrezzature e impianti, andranno sprecati  insieme agli importi per la demolizione dell’immobile. Il totale lo  possiamo solo ipotizzare, attingendo dal modello per la stima dei  costi teorici di manutenzione di altri ospedali similari.

Possiamo considerare l’importo di circa euro 60 milioni totali per 10 anni.  Aggiungendo 30 milioni per la demolizione, avremo un primo spreco di euro 90 milioni di euro.

Il direttore generale Ezio Belleri nell’incontro avuto negli uffici Asl è stato molto  gentile. Dopo aver ascoltato le ragioni del No al nuovo ospedale, non si è trattenuto sull’argomento, con la proiezione di ampie  slides, ha illustrato tutte le qualità del progetto del nuovo ospedale, esaltandolo sia sotto l’aspetto architettonico che funzionale.

Il  progetto vincitore ha enormi criticità, che in seguito segnaliamo, sia sotto l’aspetto economico, in particolare quello realizzativo. Poteva avere un senso (“anche se un senso…. non ce l’ha”), ipotizzare la sua costruzione in un’area nuova, distante dall’attuale. Anche questa ipotesi non avrebbe però incontrato l’approvazione dei  cittadini cremonesi, perché hanno già un ospedale, deve essere solo  riqualificato. Lo stesso dottor Giuseppe Rossi, ex DG Asl, prima del bando per il  nuovo ospedale, si era espresso per la riqualificazione, ma i responsabili  politici locali, (li ha chiamati “vostri”) hanno optato per il nuovo.  Purtroppo, i “nostri” politici non hanno la cultura necessaria per  intavolare un vero dialogo con gli architetti star che ingaggiano i quali, dal canto loro, non sono interessati alla sfida di un limite sociale, di  attenzione per evitare sprechi che ricadono sulla comunità. I loro  progetti sono commissionati da enti, amministrazione pubbliche e i controlli tecnico-amministrativi non sono al pari dei committenti  privati, che rischiano risorse proprie. Spesso, o meglio di regola, i budget iniziali messi a disposizione per le opere pubbliche aumentano a dismisura, ma poco importa, tanto rientrano nei 180  miliardi di sprechi della Pubblica Amministrazione. 

La scelta per il nuovo ospedale è stata supportata dal quotidiano locale che  per l’occasione ha censurato la pubblicazione delle ragioni dei sostenitori del NO al nuovo ospedale. Disarmante il “coup de theatre”  inscenato con gli ignari alunni di una scuola media, coinvolti  nella presentazione del progetto Cuccinella senza un contradditorio,  ma con l’intervento, avvilente, dello stesso professionista.

Sono poi seguite altre banali fake news, senza fondamento, solo per cercare di influenzare l’opinione pubblica. Vediamo le più  sorprendenti.

1 – che non fosse possibile l’intervento antisismico se non con lavori molto invasivi e costosi. Al contrario, oggi l’antisismico  è un intervento leggero, con fibre di carbonio e altri materiali  compositi, che non alterano i carichi e l’estetica della struttura,  praticamente invisibili, di veloce applicazione senza la necessità di  interrompere l’attività ospedaliera;

2 – che l’attuale ospedale fosse troppo  vecchio (55 anni: dovremmo demolire tutte le dighe che superano di  molto questa età),  senza la possibilità di modifiche per ampliare e  ottimizzare gli spazi. Affermazioni disinvolte. Non sono mai state fatte  analisi sulla qualità, degrado e obsolescenza funzionale,  tecnologica, economica dell’immobile, prima di dichiararlo inadatto  al recupero-riqualificazione; 

3 – che il Pronto soccorso fosse sempre intasato e quindi era necessario costruirne uno nuovo, più grande – E’ ormai risaputo che il problema si risolve con la realizzazione degli  ambulatori, funzionanti, di prossimità, vedi esempi a Mantova, Bologna e altri. 

Le condizioni del Maggiore richiedono inevitabili necessità di  ristrutturazione, di miglioramenti, ma le infrastrutture sono flessibili,  non obsolescenti. E’ un edificio in grado di adattarsi a nuove necessità  e accogliere usi diversi dagli attuali. 

Dall’esperienza di Imprese che hanno già affrontato la ristrutturazione  di ospedali in esercizio, sappiamo che è uno degli interventi più  delicati che si possa affrontare e importante di fronte all’evolversi  del mondo medico-sanitario.  

È indispensabile che l’Asl si doti di un progetto di ristrutturazione,  anche redatto dai tecnici interni che, sicuramente, sanno cogliere le vere esigenze di un ospedale proiettato nel futuro e pianificare bene  la distribuzione interna, prevedendo, sé necessario, di ampliare e  ottimizzare spazi come le aree ambulatoriali, presidi chirurgici, servizi  centrali di intervento e diagnosi, unità di ricovero.  

Oppure un appalto-concorso interpellando ditte specializzate in  ristrutturazioni, antisismica, risparmio energetico, aspetto  architettonico eccetera.

Il Maggiore è un edificio in grado di rispondere a  nuove necessità, adattabile ai cambiamenti, non presenta vincoli che  ostacolino una perfetta riqualificazione, senza chiedere grossi  interventi edilizi.

La riqualificazione-ristrutturazione consente di intervenire a stralci, a  step, e permette di destrutturare i percorsi delle nuove realizzazioni,  oltre a garantire la possibilità di perfezionare acquisizioni o realizzare  lavori rivolgendosi puntualmente e distintamente agli operatori più  competenti e competitivi. L’uso del sistema off Site, costruire a  secco con elementi prefabbricati che poi vengono assemblati in  cantiere, permette anche interventi di messa in sicurezza  antisismica, l’adeguamento per il risparmio energetico e di tutti i  sistemi tecnologici, antincendio e altro. presenti nel nostro ospedale e  che a tutt’oggi soffrono di trascuratezza e mancanza di manutenzione. L’intervento di riqualificazione con il sistema off-Site  non produce inquinamento, non crea disagi ai pazienti e alla fine dei  lavori, durata di 5-7 anni, avremo un ospedale in assoluto al passo  con i tempi e con un aspetto architettonico, estetico, accattivante e  di notevole bellezza. 

Il dottor Belleri, Dg dell’Asl. ha già programmato i primi lavori di  manutenzione-ristrutturazione del Maggiore, con l’accortezza  necessaria e senza, a suo dire, creare disagi ai pazienti ricoverati. Con  lo stesso criterio di intervento e con i sistemi e tempi sopra descritti, si possono realizzare tutte le opere edili di ristrutturazione e adeguamento impiantistico, ma non con interventi minimali e precari,  che servirebbero solo per sprecare risorse, ma seguendo un progetto  dettagliato dei lavori e dei tempi. Alla fine, ripetiamo, avremo un  ospedale efficientissimo e proiettato nel futuro.  

Tecnici, politici, amministratori pubblici e qualche silente vassallo,  sono obbiettivamente consapevoli che il progetto per il nuovo  ospedale dell’architetto Cuccinella non sia realizzabile, salvo che,   irresponsabilmente, si vogliano buttare centinaia di milioni e creare  disagi per 10-13 anni ai pazienti ricoverati e a tutti i cittadini che  devono frequentare il Maggiore e non solo. 

Vediamo di evidenziare le maggiori incongruenze partendo dal bando  redatto per il progetto del nuovo ospedale. 

Dei 5 progetti finalisti, 4 hanno previsto il nuovo ospedale nelle aree libere  dell’attuale complesso ospedaliero, mentre il progetto vincente è  previsto in prossimità e sul sedime dell’esistente.

Prima dell’inizio  dei lavori si dovranno demolire alcuni apparati dell’ospedale, che occupano la  superfice del nuovo progetto, e per completare l’opera sarà necessario  demolire il Maggiore, con tutti i disagi che non è difficile, per nessuno,  immaginare. 

Esaminando il “QUADRO ECONOMICO FINANZIARIO” e il corrispondente  “QUADRO TECNICO ECONOMICO” relativo al bando, si legge che per  determinare i costi complessivi dell’intervento, i tecnici Asl si sono avvalsi  di costi parametrici riferiti a nuove strutture ospedaliere, preventivati nel  2018 e 2020, dove il costo per posto letto era considerato di 310 mila  euro, mentre, sullo stesso quadro economico viene riferito che per la  costruzione e ristrutturazione dell’ospedale di Padova, già nel 2020,  avevano preventivato un costo di euro 472 mila per posto letto (per  1250 posti letto). Con gli aumenti dei costi dell’edilizia, le materie prime e altro., i  costi economici per la realizzazione di ospedali dai 450 ai 600 posti letto,  sono oggi stimati in euro 450-500 mila per posto letto.  

Tutta la documentazione relativa al bando di concorso dà adito a molte  perplessità. Ne riepiloghiamo alcune emblematiche.

Nell’area del nuovo  ospedale c’è una zona (delimitata in modo incredibilmente generico) con  l’indicazione DISCARICA DISMESSA! Nella tavola della PERICOLOSITA’  SISMICA LOCALE. l’area dell’ospedale risulta divisa in due zone: una parte  con pericolosità maggiore e l’altra con pericolosità minore!

Nella tavola  della SENSIBILITA’ SISMICA, l’area è descritta come NON INDAGATA!

Nella  tavola della COMPONENTE GEOLOGICA, risulta che la falda idrica è a  profondità minore di 5 metri. Discarica di che tipo? È possibile una  bonifica? In quali tempi? a che costi? Come mai il progetto prevede di  costruire sull’area della discarica senza avere la certezza della bonifica?  Perché prima di emettere il bando non è stata indagata la sensibilità  sismica dell’area? Internamente all’anello del nuovo ospedale è previsto  un “laghetto” che dovrebbe funzionale come depuratore e filtro biologico  delle acque. Indubbiamente la soluzione sarebbe ecologica e  naturalistica, ma questa sembra proprio una presa in giro. Esiste un  sistema di depurazione comunale e vogliono realizzare una “lanca”  proprio al centro dell’ospedale? Sappiamo benissimo che cosa comporta  questo tipo di depurazione, i costi di manutenzione e del personale che  possa garantire costantemente la salute delle piante. E in estate sarà il  buen retiro delle zanzare. Ma è il caso di affidare l’efficienza di un  ospedale a un sistema di depurazione che può andare in crisi da un  momento all’altro?  

Concludo con la più realistica previsione dei costi necessari per la  costruzione di un nuovo ospedale a Cremona: 

– Per la realizzazione della SCATOLA EDILIZIA  e dotazioni tecnologiche – 500.000×600 posti letto -euro 300.000.000,00  

– Per acquisto di nuovi arredi e il valore  degli attuali che andranno persi – euro 45.000.000,00

– Per MANUTENZIONE ed ADEGUAMENTO degli impianti tecnologici e lavori edili per 10 anni – euro 60.000.000,00 

– Per spese TECNICHE – euro 20.000.000,00 

– Per somme disposizione, verde, viabilità ecc. – euro 24.000.000,00 

– Per DEMOLIZIONE attuale ospedale – euro 30.000.000,00 

Per perdita VALORE dell’esistente – euro 100.000.000,00

TOTALE COSTO NUOVO EDIFICIO  più PERDITA VALORI ATTUALI – euro 579.000.000,00 

COSTI PARAMETRATI AD INTERVENTI  RECENTI Di RIABILITAZIONE DI EDIFICI OSPEDALIERI – euro 160.000.000,00 

CON L’INTERVENTO DI RIABILITAZIONE   SI RISPARMIANO – euro 419.000.000,00 

Termino rivolgendomi a due amici politici, di idee contrastanti, ma solidali  nell’affare nuovo ospedale, intelligenti, acculturati, con un certo carisma.  Sono capacità, doti che non vi sollevano dalle vostre responsabilità. Le  opere per la costruzione di un nuovo ospedale sarebbero uno sperpero di  risorse, una loro distrazione da utilizzi potenzialmente più produttivi e  necessari, come gli ambulatori di prossimità, un palazzetto dello sport, eccetera.

Un Paese come il nostro non può permettersi di sprecare risorse  pubbliche ai danni della collettività. Molte persone hanno maturato la consapevolezza che il progetto del nuovo ospedale è irrealizzabile. Se non viene fermata la procedura attuativa, miei cari amici politici, Luciano Pizzetti e Massimiliano Salini, avremo l’attuale ospedale che, privo di un progetto di riqualificazione, risulterà solo rabberciato, e il nuovo costruito, se va bene, solo a metà per mancanza di finanziamenti.

Non possiamo più  cantare “….che sarà sarà…”.

Prendetevi le vostre responsabilità.  

Giorgio Mantovani 

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