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Così vanno le cose in una società totalmente partecipata dalle due province di Cremona e di Brescia. I consigli provinciali rinviano la discussione a settembre del piano di risanamento di Centropadane Engineering srl e il giorno dopo la società licenzia quattro dipendenti. Mai si era vista in una società partecipata totalmente da enti pubblici un simile accanimento contro i dipendenti. Tanto più che vengono confermati i compenti del direttore, del presidente e del vice, figure apicali responsabili della gestione insieme col consiglio d’amministrazione. Una figuraccia della politica, uno schiaffo ai lavoratori. La Uil prende pesantemente posizione

Ecco il comunicato del sindacato.

In un gesto unilaterale e gravissimo, il Direttore di Centropadane Engineering S.r.l– società a totale partecipazione pubblica delle Province di Cremona e Brescia – ha proceduto al licenziamento di quattro dipendenti, rompendo in maniera inspiegabile il tavolo di confronto sindacale da lui stesso richiesto (e concesso dalla UILTuCS UIL Cremona con un primo incontro nella giornata di giovedì 24 luglio) tramite PEC meno di dieci giorni fa. Una decisione improvvisa, comunicata ai lavoratori senza alcun preavviso né percorso condiviso, che rappresenta non solo un’evidente violazione delle procedure sindacali previste in questi casi, ma anche un palese atto di pubblica sfiducia nei confronti dei soci pubblici, che – proprio nella giornata di ieri nel corso dei rispettivi consigli provinciali – avevano formalmente chiesto di rinviare ogni decisione a settembre per valutare con attenzione il piano di riorganizzazione presentato dalla direzione. A rendere la vicenda ancora più grave è il criterio con cui sarebbero stati scelti i lavoratori da licenziare, ovvero l’anzianità di servizio. Una motivazione pretestuosa e inaccettabile: peraltro l’ultimo assunto in azienda, infatti, è proprio il direttore stesso, che ancora una volta si autoesclude da ogni valutazione che potrebbe penalizzarlo. Siamo di fronte a un comportamento non solo dubbio da un punto di vista giuridico (4 sono i licenziamenti intimati, ma altri 3 dipendenti lasciano l’azienda con dimissioni volontarie spinti dal clima che si è venuto a creare, determinando nei fatti un taglio di 7 unità lavorative), ma che segnala un disprezzo assoluto per le norme, per le persone e per i valori che dovrebbero ispirare una società a partecipazione pubblica. È un fatto inaccettabile, scandaloso e vergognoso. E non si tratta solo di numeri, ma di quattro (o meglio sette) famiglie gettate nell’incertezza da una scelta arbitraria e arrogante di un direttore che fa a pezzi la dignità dei lavoratori e l’essenza stessa del confronto sindacale e che si permette persino di ignorare le indicazioni dei soci pubblici dell’azienda stessa, giunte IL GIORNO PRIMA. Alla luce di questi fatti gravissimi, chiediamo un intervento immediato e risolutivo da parte dei Presidenti delle Province di Cremona e Brescia. I soci pubblici hanno il dovere – morale, politico e istituzionale – di riaffermare la loro autorità, pretendere l’immediato ritiro dei licenziamenti e ripristinare un clima di legalità, rispetto e confronto all’interno di Centropadane Engineering e con l’organizzazione sindacale che rappresenta i lavoratori. Se oggi molti cittadini si allontanano dalle istituzioni, è anche a causa di gestioni come questa, che alimentano sfiducia, rassegnazione e rabbia. Il silenzio sarebbe complicità. Ora è il momento di scegliere da che parte stare.

 

Marco Tencati

responsabile provinciale UILTuCS UIL Cremona

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