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koMartedì 21 ottobre alle ore 11,30 nella Sala Eventi di SpazioComune, si è svolto l’incontro promosso da Stati Generali Clima Ambiente e Salute, moderato dal coordinatore Marco Pezzoni, con tematica il “parco Rottami” dell’acciaieria Arvedi a Spinadesco, con la partecipazione di Luigi Lipara, presidente del Comitato BiometaNo e referente in altri comitati, Giovanna Perrotta del Circolo Vedo Verde Legambiente di Cremona e Franco Rainini, presidente nazionale di Pro Natura.

Presenti in sala una rappresentanza dei cittadini di Spinadesco, Ezio Corradi di No Triv, alcuni rappresentanti del comitato di Quartiere Q3 Cavatigozzi, oltre a un gruppo della coalizione M5s Cremona Cambia Musica guidato dalla capogruppo Paola Tacchini, molto sensibile a queste tematiche, già quando ci fu nel 2020 la nascita, dall’oggi al domani e in modo non legittimo, del parco rottami di via Acquaviva a Cavatigozzi (oggi smantellato).

Durante l’incontro sono stati presentati i documenti di diverse provenienze che confluiscono nella richiesta di rivedere il progetto del nuovo parco rottami. Infatti, sia i cittadini che le associazioni ambientaliste si sono uniti contro il previsto sacrificio di 10 mila metri quadrati di bosco filtro, (con poco più di vent’anni di vita) per costruire al suo posto una sorta di tettoia aperta su tre lati, che difficilmente potrà garantire il contenimento di polveri e rumori, situazione già sperimentata dagli abitanti della zona Dossetto con il precedente parco, che ha portato alcuni di loro a dover svendere la propria abitazione e andare a vivere altrove.

Il progetto prevede il riempimento con scorie inertizzate della scarpata morfologica fino ad arrivare a colmare un dislivello di 5 metri, oltre al taglio del bosco filtro esistente, per un deposito di rifiuti metallici da immettere nella linea di produzione dell’acciaieria.
Le principali criticità sono:
– Massiccio abbattimento del bosco filtro ormai maturo (20 anni) esistente tra l’impianto e l’abitato di Spinadesco.
– Riempimento della scarpata morfologica con scorie inertizzate.
– Ampliamento ad ovest dell’impianto industriale con avvicinamento all’abitato di Spinadesco.
– Impatto ambientale: la riduzione dell’area destinata alla forestazione comporta un aggravio sotto il profilo ambientale e sanitario, indipendentemente dalla futura destinazione d’uso.
– Impatto emissivo: l’ampliamento dell’ambito produttivo comporterà l’avvicinamento delle fonti di emissione di polveri, inquinanti di combustione da traffico e rumore a ridosso dell’abitato di Spinadesco.
– Raccomandazione: ATS suggerisce di valutare alternative localizzative per l’ampliamento nel Rapporto Ambientale.

Il procedimento è in corso e si sono già verificati i seguenti passaggi:
– Presentazione della richiesta di Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT) da parte dell’Acciaieria Arvedi S.p.A. al Comune di Spinadesco.
– 12.03.2025 prima conferenza per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), fase preliminare (già in questa fase ATS e Provincia di Cremona avanzano osservazioni significative)
– 28.08.2025 apertura della fase di consultazione mediante la pubblicazione dell’avviso di messa a disposizione del pubblico ai sensi dell’art. 14 del D.L. 152/06 da parte del Comune di Spinadesco.
– 15.10.2025 Seconda conferenza di valutazione (ad oggi non ancora disponibile il verbale.

Le osservazioni presentate da Stati Generali Clima Ambiente e Salute della provincia di Cremona sono le seguenti:
– Non è stata prevista una effettiva informazione e un fattivo coinvolgimento dei cittadini.
– L’asserita sensibile riduzione del numero di passaggi ferroviari e di mezzi pesanti su gomma, previsti verso lo stabilimento “Arvedi Nord” non risulta dimostrata in quanto non è presente alcuna struttura di deposito di rottami/rifiuti metallici nel suddetto stabilimento.
– Come richiesto da ATS Valpadana, si chiede che vengano esposte proposte alternative di cui non si trova riscontro nei documenti presentati.
– La zona oggetto della richiesta di variante è costituita da un’area boschiva di circa vent’anni, realizzata come compensazione ambientale, presenta un livello di crescita tale da produrre benefici ambientali che difficilmente, e per lungo tempo, la nuova area da destinare a parco potrà generare.
– Agli atti mancano elementi per valutare l’asserita adeguatezza delle opere di mitigazione e compensazione delle emissioni di polveri, inquinanti e rumori, non essendo noti quantità e composizione dei rifiuti metallici stoccati e movimentati, numero e tipologia dei mezzi impiegati per la movimentazione, ecc.
– Mancano azioni di monitoraggio ex post per la rilevazione di polveri, inquinanti e rumore.

Macro criticità emerse nella seconda conferenza di valutazione del 15 ottobre:
– Assenza di una alternativa di progetto (carenza di un elemento essenziale della Valutazione Ambientale Strategica VAS)
– Mancata rispondenza del progetto di realizzazione del parco urbano a nord con i requisiti previsti dalla normativa forestale per la compensazione del taglio del bosco con rapporto di riforestazione 1/5.
– Lo studio sull’impatto acustico (non disponibile in consultazione), a causa di avvicinamento dell’impianto all’abitato e che con il taglio del bosco non garantirebbe miglioramenti rispetto all’impatto sui recettori.
– Esigenza di tutela del bosco filtro esistente, rilevata dai cittadini e dall’Amministrazione di Spinadesco, affinché non venga sottratta alla sua funzione.
Su queste criticità unito il fronte Stati Generali con Legambiente e Pro Natura, ma interessanti anche gli interventi successivi di Ezio Corradi che ha ripercorso lo storico delle mobilitazioni da lui stesso portate avanti già nel 2005, con la costituzione dei primi comitati cittadini. Oggi come allora ci sono delle criticità insostenibili, ed è fondamentale un dialogo tra cittadini e istituzioni.

Importante il resoconto di Stefania Lampugnani, ex abitante di Cavatigozzi, che ha ripercorso il suo calvario quando è sorto il primo parco rottami a 100 metri dalla sua abitazione, trasformando il suo angolo di paradiso abitativo in un inferno di rumori polveri e inquinamento. All’epoca si era sentita sola, salvo poche eccezioni. Oggi, invece, il comitato di Cavatigozzi si dice pronto a sostenere i vicini di Spinadesco.

In un breve intervento Paola Tacchini ha voluto ricordare il famoso studio epidemiologico, poi interrotto, del dottor Ricci, che aveva sottolineato quanto la percentuale di tumori, tra i quali quello alla mammella, fosse fra le più alte non solo d’Italia, ma della stessa Pianura Padana, e quanto sia importante fra noi cittadini e associazioni fare rete ad aiutarci reciprocamente, perché l’aria non ha costrizioni e il problema di inquinamento ambientale di un territorio esce dai propri confini e ci riguarda tutti.

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