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Il 23 dicembre su Rai 3 dalle ore 7, nell’ambito della trasmissione Buongiorno Regione, si parlerà del libro ‘I Dimenticati’, autore il cremonese Roberto Fiorentini.

Maggio 1940. Ai circa 25 mila italiani residenti in Libia, tra Tripoli, Bengasi e la Cirenaica, è notificata una circolare delle autorità locali. Invita le famiglie, con figli dai 5 ai 10 anni, a inviarli in Italia dove sarebbero stati accolti, per tutto il periodo estivo, nelle colonie marine costruite del regime fascista.  Il 3 giugno 3000 bambini, partono così dal porto di Tripoli, a bordo della nave Augustus. Il giorno successivo per il porto di Napoli, poi trasferiti nelle colonie del regime chi sul mar Adriatico, chi sulla riviera ligure di Ponente, chi in zone montane.  Non torneranno mai più nelle loro famiglie.

Racconta tutta questa incredibile odissea il nuovo libro del giornalista Roberto Fiorentini dal titolo ‘I dimenticati’ (Ronca Editore). Lo fa con la voce di una delle sopravvissute, Silvia Napoletano, ora 92enne, che vive nel Piacentino. Una storia oscura e drammatica del regime fascista quasi mai raccontata e rimasta solo nella memoria personale dei pochi sopravvissuti.

La narrazione parte proprio dalla Libia e da quel terribile viaggio in nave dove 3000 bambini erano stati ammassati ‘come pecore’ (così racconta Silvia) per raggiungere il porto di Napoli, sempre controllati dalle ‘educatrici’ e dalle ‘camicie nere’. La voce della protagonista narra la sua odissea, prima nelle colonie estive della Romagna; poi in quelle in collina sull’Appennino tosco romagnolo. Vita da caserma per quei bimbi e quelle bimbe.

“Alla caduta del regime  la vita diventa un vero inferno”, racconta Silvia.  Cibo finito. Vestiti spariti. Scarpe inesistenti. Notti da brividi e da paura in mezzo alle sparatorie tra i partigiani, uomini allo sbando del fascismo e truppe tedesche in ritirata. A pranzo e a cena solo l’erba che, di giorno, quelle bambine raccoglievano nei campi a combattimenti sospesi.

Fiorentini traccia anche una vera mappa di questi luoghi, soprattutto nell’Italia del Nord, che dovevano essere di villeggiatura ma che, con il passare del tempo, si sono trasformati in grandi carceri da cui non potere più uscire. Ricostruisce l’indottrinamento a cui erano sottoposti i piccoli ospiti: lettere, canzoni, disegni, tutto era utile per far celebrare ai bimbi le ‘progressive sorti’ del regime.

Un viaggio nell’orrore troppo velocemente dimenticato dalla memoria collettiva del Paese. ‘Ho voluto dar voce a questi bambini – spiega Fiorentini – perché i bimbi, ieri come oggi, sono le principali vittime di ogni conflitto bellico. I più indifesi. I più deboli. E per questo i più ‘’Dimenticati”.

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