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”Buongiorno qui è l’Arma dei carabinieri. La targa della sua auto è stata clonata e con una macchina targata come la sua è stata compiuta una rapina. Si rechi immediatamente alla sede dell’ACI di Cremona in corso XX Settembre. Non importa se non è orario d’ufficio: c’è una corsia preferenziale dedicata che l’aiuterà a compilare tutti i documenti del caso. Vada subito!”.

A ricevere questa telefonata sul cellulare nei giorni scorsi, tra le 12,30 e le 13,30, è stato il proprietario di un appartamento di via Geromini, che si trovava in casa con la moglie. Superato l’iniziale sconcerto, l’anziano scende in garage e in auto raggiunge l’ACI. Perde tempo a trovare il parcheggio e quando arriva alla sede trova il portone chiuso e ovviamente nessuna corsia preferenziale. Al pensionato giunge un’altra telefonata dal medesimo numero: ”Carabinieri Cremona, siamo impegnati e non riusciamo a occuparci immediatamente del suo caso.Vada pure a casa a pranzare. Ci rifacciamo vivi noi. A proposito, lei abita in via Geromini, non è vero? Tutto collima. Stia tranquillo. Veniamo da lei al più presto”. Per risultare ancora più credibile, l’autore della telefonata chiede all’anziano conferma del nome della moglie. Confortato da questa nuova chiamata, certo che si tratti di militari dell’Arma, l’uomo si mette di nuovo alla guida e torna a casa. Quando arriva all’ingresso l’amara sorpresa: la porta è aperta, la camera da letto è a soqquadro, i cassetti sono aperti, vestiti e biancheria sono sparsi sul pavimento. La moglie, ignara, non s’è accorta di nulla. I ladri hanno rovistato in ogni angolo della casa finché non hanno trovato il luogo in cui erano custoditi gli oggetti di valore, ovviamenti trafugati. La seconda telefonata al marito era stata fatta dai ladri per accertarsi che l’uomo fosse ancora all’ACI e ci fosse tempo sufficiente a trovare tutti gli oggetti di valore.  Il bottino è ingente. Al pensionato non è rimasto altro da fare che recarsi dai carabinieri, quelli veri, a sporgere denuncia.

Qualche giorno prima, nello stesso condominio altri inquilini  erano stati contatattati, ma nessuno di loro aveva abboccato. I malviventi avevano utilizzato espedienti noti, ormai conosciuti ai più, che non hanno funzionato: ”Suo marito ha investito un bambino. Serve urgentemente denaro per pagare l’avvocato”.

Notazione a margine: l’autore delle due telefonate non ha tradito alcun accento straniero, né inflessioni dialettali. Italianissimo dunque. E settentrionale.

L'Editoriale

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