Nelle settimane scorse abbiamo lanciato l’allarme sulla situazione economico finanziaria della società a partecipazione pubblica Centropadane Engineering srl mettendoci però anche a disposizione per confrontarci con la maggioranza al fine di risolvere la delicata questione che riguarda la Provincia di Cremona in qualità di socio. Per questa ragione a metà del mese di luglio come gruppo Centrodestra per Cremona abbiamo depositato un ordine del giorno accompagnato dalla richiesta di poterlo discutere rapidamente. Soltanto martedì mattina, a circa 48 ore dal Consiglio Provinciale già fissato per oggi, 30 luglio, abbiamo ricevuto un corposo Piano di Risanamento aziendale (120 pagine compreso gli allegati) predisposto e approvato dal Consiglio di amministrazione della Società. Cosa emerge da una prima lettura del corposo documento?
1 – Innanzitutto la conferma della perdita di 1.048.000 euro del bilancio del 2024, perdita che viene ripianata dando fondo alle riserve della società nella misura di 500.000 euro e tramite l’azzeramento del capitale sociale di 500.000 euro precedentemente versato dai soci. Tutti soldi pubblici sprecati.
2 – La principale causa della perdita di esercizio, come il nostro gruppo consiliare ha sin da subito denunciato, è da ricondursi alla responsabilità dei soci, con particolare riferimento alla Provincia di Cremona che nel corso del 2024 ha fatto mancare alla società circa 500.000 euro di commesse promesse con il budget 2024 approvato dal Cda, dal Comitato di indirizzo e controllo e dall’assemblea dei soci senza riserve. Anche durante il primo semestre 2025 l’atteggiamento della Provincia di Cremona non è mutato: a fronte di un impegno a conferire incarichi alla società per circa 700.000 euro (budget approvato dal nuovo Cda e dai soci a dicembre 2024), al 30 giugno scorso gli incarichi conferiti alla società si sono limitati a 180.000 euro. Nello stesso periodo la Provincia di Cremona ha continuato ad affidare cospicui incarichi per prestazioni tecniche a professionisti esterni. Le relative determine sono consultabili sul sito dell’ente, sezione trasparenza. Uno scenario che come gruppo consigliare abbiamo evidenziato con forza, richiamando i vertici provinciali alle loro responsabilità nei confronti della società di cui detengono il controllo.
3 – Il risultato negativo della gestione 2024 ha portato i Comuni che avevano creduto nelle potenzialità della società ad uscire dalla compagine sociale, a fronte del comprensibile timore di dover ripianare le perdite generate dal mancato sostegno della Provincia di Cremona. Ad oggi la nuova compagine sociale è quindi composta dalla Provincia di Brescia, Provincia di Cremona e Unione Oglio Ciria.
4 – Il piano di risanamento aziendale è incentrato principalmente sulla riduzione del numero dei dipendenti i quali sono gli unici, paradossalmente, a non aver responsabilità dirette rispetto alla situazione economica finanziaria: il piano prevede infatti di licenziare quattro persone entro il mese di agosto, alle quali si vorrebbe addirittura rateizzare il versamento del TFR. Si propone inoltre di azzerare i superminimi degli stipendi e di abolire le misure di welfare aziendale. Tali azioni sono totalmente contrarie a quanto accade normalmente nelle aziende ben gestite. Simili azioni non sarebbero tollerate dalle forze politiche che oggi governano la Provincia di Cremona se venissero messe in campo da un imprenditore privato, ma che invece oggi vengono avallate.
Un esercizio muscolare che denota un approccio sbrigativo alla soluzione dei problemi aziendali oltre all’assenza di rispetto nei confronti delle 18 persone e delle loro famiglie che hanno investito le loro conoscenze e la loro professionalità all’interno della società. Il nostro gruppo non ritiene, diversamente da quanto sostenuto nel piano, che l’organico della società sia sovradimensionato. Crediamo invece che l’organico attuale avrebbe potuto essere pienamente valorizzato se la Provincia di Cremona avesse creduto di più nella propria società.
5 – In questo contesto di crisi, gli unici a non essere penalizzati sarebbero gli amministratori e il direttore generale, nonostante i risultati non certo lusinghieri. Il compenso del Presidente e dei due consiglieri di amministrazione (circa 100.000 euro all’anno) non verrebbe ridotto. Unica eccezione riguarda il compenso aggiuntivo di 6.000 euro per la figura del vicepresidente, indennità che non sarebbe neppure dovuta.
6 – Anche la previsione di chiusura del bilancio 2025 indicata in circa 2.5000.000 euro nel piano di rilancio aziendale, ci lascia perplessi. Se nel primo semestre 2025 i soci hanno conferito alla società incarichi per soli 700.000 euro, risulta difficile credere che in soli cinque mesi gli stessi soci affidino alla società incarichi per 1.800.000 euro. Nel caso ciò avvenisse, e noi lo auspichiamo, saremmo di fronte ad una palese mancanza di programmazione da parte dei soci e dei vertici della società.
Il gruppo consiliare Centrodestra per Cremona ha ritenuto doveroso, avendo seguito con attenzione la vicenda sin dall’inizio, rendere noto il contenuto del Piano di Risanamento proposto ed esprimendo le proprie perplessità. Non è accettabile che in una società a totale partecipazione pubblica si costruisca un piano di rilancio della stessa a discapito dei lavoratori, tagliando non solo posti di lavoro ma riducendo anche i benefici previsti dal welfare aziendale ed i benefit stipendiali, affossando così le motivazioni dei dipendenti allo stesso tempo la produttività degli stessi oltre che dell’azienda e della sua immagine.
Valeria Patelli
Giovanni Rossoni
Filippo Raglio
Centrodestra per Cremona