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Il suolo insieme al lavoro e all’energia, a basso costo, sono strumenti che servono alla finanziarizzazione dell’economia e all’accumulazione del capitale. Si impongono ai Comuni costi aggiuntivi e la priorità di investimenti finanziari a scapito dei beni pubblici.

Nella stessa logica l’uso del cemento, come lo ha definito il filosofo Anselmi Jappe nel suo libro, “Arma di costruzione di massa”, materiale in grado di rappresentare la perfetta concretizzazione della logica capitalista. Ha cancellato tutte le peculiarità locali, tutte le tradizioni, e si è imposto come unica legge fin negli angoli più remoti del pianeta, dove l’arte di edificare un tempo rispondeva a una pluralità di tecniche e di immaginari. E così uniformando i luoghi, ha esteso il proprio monotono regno al mondo. A preoccupare è la sua adesione a quell’obsolescenza programmata che ha definitivamente trasformato le costruzioni in merce.

💢 Aumenta il costo del debito
La crescente importanza dei mercati finanziari e degli investimenti distoglie risorse dall’economia reale e rende più precari i bilanci pubblici, aumenta i tassi di interessi sul debito rendendo più difficile e oneroso il rimborso.

💢 Volatilità dei mercati e incertezza economica
L’instabilità dei mercati finanziari, la minore disponibilità di informazioni e una maggiore incertezza economica possono influenzare le entrate e la capacità di investimento.

💢 Investimenti solo a breve termine
La pressione per rendere i bilanci più appetibili agli investitori finanziari può favorire decisioni a breve termine a scapito di uno sviluppo sostenibile a lungo termine che crea valore pubblico.

💢 Trasformazione del valore dei beni
La trasformazione di beni come gli immobili da “valore d’uso” a “valore d’investimento” può portare a speculazioni, complicando la pianificazione urbana e rendendo più difficile l’accesso a servizi e risorse da parte dei cittadini.

💢 COMUNI RICATTATI
La funzione pubblica e sociale dei Comuni è stata erosa continuamente da patti di stabilità, riduzione dei trasferimenti da Stato e Regioni e fra i risultati il finanziamento con entrate proprie del 70,6% delle entrate – Open Data Rendiconti anno 2023, mentre la capacità di riscossione di quelle accertate è ferma al 53%. Un importo che sfiora i 30 miliardi e trend in aumento. Privatizzazione della Cassa Depositi e Prestiti che ha dismesso i panni di soggetto pubblico al servizio dei Comuni e divenuta soggetto di mercato che compete con le banche. I finanziamenti degli investimenti degli enti locali diventano normali operazioni con tassi di interesse stabiliti dal mercato, mutui contratti alcuni decenni fa oggi a tassi divenuti “da usura”, e quando parte la stagione della dismissione della ricchezza collettiva in mano ai Comuni, Cassa Depositi e Prestiti si trasforma in partner dei Comuni nella “valorizzazione” del patrimonio pubblico in vendita e in leva finanziaria per la privatizzazione dei servizi pubblici locali favorendo processi di aggregazione e accentramento nelle multiutility collocate in Borsa. (Cit. Marco Bersani – Attac Italia).

💢 COMPENSAZIONI FATALI
Una spinta a ritenere inevitabili e parte integrante delle fonti di finanziamento dei bilanci comunali gli oneri di urbanizzazione e la monetizzazione delle compensazioni ambientali, consolidando una eccessiva pervasività della finanza rendendo i Comuni più vulnerabili alle dinamiche speculative, compromettendo la loro capacità di rispondere ai bisogni sociali e di garantire servizi essenziali ai cittadini.

💢 ANZICHÈ TRANSIZIONE, CRESCITA INFINITA
Una parte significativa dei fondi del PNRR, compresa la componente dedicata alla transizione ecologica, è destinata a obiettivi di crescita, innovazione e competitività industriale, non alla riduzione dei consumi e all’esigenza di ristrutturare i paradigmi socioeconomici. Oltre il 69% dei Comuni in Italia conta meno di 5 mila abitanti, proprio laddove la spesa media pro-capite è più alta. Si continua a ignorare la democrazia di prossimità e non si è invertita, ad oggi, la rotta nella gestione e nella progettazione pubblica verso una circolarità della partecipazione.

💢 RIPENSARE I BILANCI DEI COMUNI
Le lotte dal basso che si sono risvegliate in tanti territori a difesa dei beni comuni e contro la speculazione finanziaria, chiedono ai Comuni di ripensare i bilanci senza oneri di urbanizzazione e compensazioni, perché è solo una questione di scelte, non di risorse.

Proviamo ad immaginare se i 18,47 miliardi di fondi PNRR ricevuti dai Comuni fossero tutti utilizzati per investimenti produttivi, cioè investimenti che generano altre risorse e contemporaneamente riducono la spesa corrente, liberando risorse per nuovi servizi ai cittadini e altri investimenti (come un domino), accrescendo l’autonomia finanziaria. Investimenti produttivi come l’efficientamento energetico del patrimonio pubblico (scuole, municipi, palestre comunali, patrimonio immobiliare pubblico), anticipando di quindici anni la sfida della Direttiva Comunitaria sull’efficienza energetica, riducendo in modo consistente consumi (60-65%), emissioni inquinanti, costi di utenze e manutenzione. Creando ambienti più confortevoli per cittadini e lavoratori, appropriati ai bisogni, migliori condizioni di sicurezza, meno costi assicurativi, quartieri più belli da vivere, occupazione, valorizzando il patrimonio pubblico.

Tolto l’alibi della carenza di risorse si riporta l’attenzione sulle scelte politiche: la pianificazione urbanistica torna libera e i Comuni diventano più forti e competitivi nella generazione di benessere delle comunità.

 

Maria Grazia Bonfante

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