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Anni fa aveva subìto un aneurisma all’aorta addominale che nei giorni scorsi si è di nuovo aperta. L’intervento chirurgico all’ospedale maggiore di Cremona costituiva l’estremo tentativo di salvargli la vita. Purtroppo Attilio Calza, che tra due mesi avrebbe compiuto novant’anni, non ha superato l’operazione e all’alba di oggi è spirato. Era stato bene fino all’altro giorno. Aveva trascorso giorni sereni a casa di amici ad Arma di Taggia. Giovedì aveva pranzato con la moglie Tiziana Bianchi al ristorante della Canottieri Baldesio. Medico geriatra, autorità a livello internazionale nel settore delle demenze senili, Calza  aveva continuato a esercitare la libera professione dopo i quarant’anni trascorsi alle dipendenze dell’ospedale e dieci dal pensionamento in poi alle Figlie di San Camillo. Anche in piena estate, nonostante il caldo torrido, lo si poteva incontrare mentre a piedi o in bicicletta si recava a visitare a domicilio i pazienti, partendo da casa, in zona Castello, o dal suo studio in piazza Vida. Non si negava mai. All’indiscussa competenza, grazie alla quale è stato un punto di riferimento insostibuibile per generazioni di pazienti, affiancava una grande sensibilità e una positività che infondevano fiducia nel malato, doti fondamentali per un corretto approccio al paziente. Colto, affabile, gentile, sottilmente ironico, amava il suo lavoro. Era un medico d’altri tempi. Una persona davvero speciale. Lo si dice di molti, ma nel suo caso è il modo perfetto per definirlo, come persona e come professionista. Sempre disponibile, costantemente aggiornato sulle più recenti scoperte scientifiche, era  profondo conoscitore degli studi internazionali. E’ stato presidente provinciale dell’Ordine dei Medici e per parecchi anni socio del Rotary Cremona Po dal quale si è dimesso in età avanzata.

Aveva sposato in prime nozze Fausta Grassi, una delle quattro figlie di Guido, fondatore dell’Ocrim, morta tragicamente in un incidente stradale quando ricopriva la carica di presidente della società. Da lei ha avuto due figli, Aldo e Guido.

 

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