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Signor Direttore 

dopo una iniziale ubriacatura alcuni politici locali, usciti fisicamente indenni nel 2022 dal covid-19 e  desiderosi per sé, e forse incuranti degli altri, di sacrificare sull’altare della Sanità l’attuale ospedale,  monumento a loro dire dell’inefficienza sanitaria, e visto come colpevole delle morti di tanti cremonesi, hanno pensato di erigere un “tempio di bellezza e armonia” che potesse preservare noi tutti da futuri  flagelli biblici. 

In pochi mesi si sono bruciate le tappe di un percorso che avrebbe a nostro avviso dovuto essere più  prudente ma soprattutto partecipato dai veri fruitori dell’ospedale pubblico. 

Nel 2023 si è aperta e chiusa la gara per il progetto di un nuovo ospedale, eliminando aprioristicamente  qualsiasi dubbio che una persona prudente avrebbe dovuto avere ponendosi un interrogativo semplice:  ristrutturiamo l’attuale ospedale o ne costruiamo uno nuovo? 

Riascoltando gli interventi registrati dalle emittenti cremonesi come CR1 e Telecolor dei politici locali, degli  operatori sanitari, dei rappresenti delle associazioni del terzo settore, convocati in poche settimane ed  informati con “lezioni magistrali” di circa 30-45 minuti dal direttore generale dell’Asst di Cremona Ezio Belleri, risulta chiaro come tutto questo percorso sia stato capovolto rispetto ad un procedere partecipativo  e non unilateralmente informativo di questi settori della società. 

Il percorso “informativo” dell’Azienda Sanitaria, è stato promesso più volte, continuerà a cerchi sempre più ampi (capigruppo del Consiglio comunale, sanitari interni all’Asst, terzo settore associazionistico, sindaci dei  Comuni nell’ambito dell’Asst) fino ad arrivare ai cittadini del territorio. 

Dal “sasso/nuovo ospedale” lanciato nello stagno della pianura padana cremonese si sono alzate ondate di  cori consenzienti e plaudenti di persone via via sempre più coinvolte in una aggregazione di interessi  corporativi dove ognuno guardava l’altro per sapere da che parte stare, sopra o sotto l’onda. 

Per i presenti ad ogni assise l’istinto di sopravvivenza li ha portati in coro a dire “si” …e a cavalcare l’onda,  che partendo dallo tsunami dell’onda che si è formata nel primo incontro di Ezio Belleri con i  capigruppo nel Consiglio comunale di Cremona, si è poi propagata agli altri incontri con la semplice e inesorabile logica minimale de: “se i nostri “rappresentanti massimi” hanno deciso questa via  accondiscendente …e si sono presi in faccia il “sasso/nuovo ospedale” senza battere ciglio, chi siamo noi  per dire di no, chi siamo noi per frapporci a questa onda montante?”. 

Ora l’onda, sempre più attenuata, arriverà alla gente comune, se la direzione dell’Asst avrà il coraggio di  terminare ciò che ha promesso, e ascoltare coloro che avrebbe dovuto informare per primi delle possibilità  che noi tutti avevamo di fronte, allora noi del Movimento saremo presenti e chiederemo di intervenire, con  egual tempo del rappresentante delle istituzioni, per informare i presenti della possibilità concreta, e meno  costosa di molte centinaia di milioni, di riqualificare l’attuale ospedale.

Informare e poi deliberare su dati concreti accessibili a tutti in egual misura, con dati confrontabili per  decidere su quale via sia giusto camminare, è la migliore e la più onesta delle strategie. Tutti sono in grado  di capire se sono correttamente informati e non posti davanti all’emozione di un miraggio, di uno spot  pubblicitario, com’è il progetto del nuovo ospedale targato architetto Cucinella edizione 30 novembre 2023. 

Ripetiamo, un miraggio. Chi dei capigruppo, che molto probabilmente non era al corrente dei dati  particolareggiati del 1° progetto Cucinella, ha ascoltato l’informativa del DG Belleri in Consiglio comunale e  si è reso conto di come la 2^ edizione del progetto presentato in quella occasione è notevolmente  ridimensionata nel numero di piani dell’edificio, nel numero di camere con letti singoli o doppi, dell’assenza  del “laghetto” di 100 metri di diametro, dell’assenza della pista ludico-sportiva sopra i tetti dell’edifico, della  delocalizzazione dell’eliporto lontano 400 metri dal Pronto Soccorso ecc.?

Solo se fossero stati informati preventivamente o avessero studiato il progetto originale, si sarebbero  accorti di questo ridimensionamento che nei meno distratti avrebbe dovuto far sorgere qualche dubbio  sulla grandeur del primo progetto e pure sulla possibilità di attuare la 2^ versione del progetto… vista la carenza cronica di denaro dello Stato italiano incapace per esempio di finanziare le case di comunità della nostra provincia. 

(Alcune fonti riportano che delle 125 Case di Comunità con accreditamento provvisorio, dichiarate attive, in  Lombardia delle 216 previste, molte presentano carenze di personale, con 85 prive di medici di base e 112 senza pediatri. L’allestimento di una casa di comunità ha un costo medio di 1,6 milioni di euro e il solo costo annuo  di personale ha un importo medio di 1,2 milioni) 

Ma tutte o quasi le persone che crediamo al di sopra dell’allucinazione del miraggio Cucinella, hanno  preferito cavalcare l’onda per non essere travolti? 

Signor Direttore, se ci sarà concesso, tramite il suo giornale informeremo i suoi lettori dell’esito della  richiesta che faremo nei prossimi giorni ai dirigenti dell’Asst di poter partecipare all’incontro pubblico con i  cremonesi per poter esporre le ragioni del movimento per la riqualificazione dell’attuale Ospedale, preludio  ad una più ampia consultazione che vorremmo poter concordare con il dottor Belleri, di tutte le circa 160.000 persone che vivono nell’Asst di Cremona. L’onda si rifrange su ognuno di queste migliaia di scogli, e non è  escluso che riattivata dalla maggioranza di essi non ritorni nel punto di origine che l’ha provocata e lo  sommerga. 

 

Movimento per la riqualificazione dell’ospedale di Cremona

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Edoardo Raspelli

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