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Il processo di elettrificazione dell’automobile non decolla. Imposto dall’Unione Europea, è fermo sulla pista di lancio e, negli ultimi mesi, ha fatto marcia indiero. Le vendite sono caratterizzate dal segno negativo, soprattutto in Italia. Gli ostacoli principali, è noto, sono l’approvigionamento e l’autonomia. Manca un numero adeguato di colonnine per il rifornimento e ricaricare il sistema batterie può diventare un problema che genera ansia. L’autonomia ufficiale, il numero di chilometri cioè dichiarato dalla Case costruttrici, è teorica in quanto viene stabilita in condizioni difficilmente realizzabili nell’uso normale: fari e condizionatore spenti, andatura costante a velocità moderata. Nella guida di tutti i giorni i chilometri percorribili con il “pieno” possono ridursi di molto. In autostrada, anche a velocità consigliata non superiore a 110 km/h, l’ansia costringe a tenere costantemente d’occhio l’autonomia. Durante il viaggio può tranquillizzare il fatto di aver individuato le colonnine lungo il percorso, ma l’inquetudine non scompare: saranno libere? e se avessi davanti due macchine, quanto tempo dovrò stare fermo?  

Altre incertezze si aggiungono pensando alla compravendita dell’auto elettrica usata. Il sistema delle batterie è molto costoso e incide per il 62% sul costo della vettura nuova. Il grado di usura è difficile da rilevare. Se hanno finito il ciclo di carica, non si possono “riparare”, bisogna acquistarle nuove in blocco. E chi vuole comprare un usato è dissuaso da una eventuale sostituzione delle batterie: stando alle statitistiche, oggi si opta per una vettura con motore termico, diesel o benzina che sia. 

Vi è anche un terzo ostacolo all’acquisto dell’auto elettrica. Se va a fuoco, il litio presente nelle batterie sviluppa una temperatura vicina ai 2000 gradi  e l’incendio non è domabile. L’auto si riduce a un mucchietto di materiali. Neppure se, per un incidente, entrasse in un canale d’irrigazione o in un fiume il fuoco si spegnerebbe perché a quella temperatura l’acqua viene divisa nei suoi componenti (H2 e O) e il fuoco userebbe l’ossigeno sprigionato dall’acqua per alimentarsi.

Infine la produzione di energia elettrica si ottiene bruciando petrolio o per via nucleare. Visto che in Italia le centrali nucleari non esistono, l’inquinamento continuerebbe via col  vento.  

 

Sperangelo Bandera

L'Editoriale

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