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La sala conferenze Virginia Carini Dainotti della Biblioteca Statale di Cremona ha fatto da sfondo alla presentazione dell’ultima mostra di Antonio Leoni, un viaggio all’interno di una piccola ma significativa parte della sua produzione fotografica presentata per l’occasione dalla direttrice della Biblioteca Raffaella Barbierato.

Giornalista, fotografo, visionario. Sono molte le parole che possono descrivere la vita di un uomo, Antonio Leoni, che ha fatto del suo mestiere un esempio che ancora oggi non viene dimenticato. Giornalista instancabile e fotografo sublime, Leoni è una firma storica della città di Cremona, un professionista che ha formato intere generazioni di giornalisti cremonesi, gli stessi che oggi sono diventati a loro volta importanti direttori e affermati esperti nell’arte della scrittura.

A raccontare la vita dell’Antonio-padre è stata sua figlia, Antonella Leoni, che in rappresentanza del resto della famiglia presente in prima fila ha raccontato :“Ricordo le ore passate nella camera oscura che aveva allestito in casa, la sua attenzione ai dettagli esprimeva il profondo amore per quello che stava facendo. La mostra che vediamo oggi è una sintesi di una vita dedicata alla fotografia, una passione che ha attraversato il tempo ed è arrivata ad oggi fino a noi”.

A descrivere la vita dell’Antonio-giornalista è stato Mario Silla, pupillo di Leoni a Mondo Padano e oggi direttore di CremonaSera: “Diverse realtà italiane avrebbero voluto accogliere la mostra, sono arrivate richieste da Milano, Brescia e Parma, quindi sono grato alla famiglia di Antonio che ha donato 60 anni di passione fotografica alla nostra biblioteca. Mi fa piacere vedere in sala fotografi storici cremonesi, vuol dire che Antonio ha lasciato qualcosa anche a loro, sia dal punto di vista artistico che da quello professionale”.

”Guardando le foto si nota il legame profondo di Antonio con la sua città, quel legame che lo spingeva a spronarla. Cremona e Leoni, un binomio inscindibile. Antonio oltre che uno straordinario fotografo è stato anche un grande giornalista, uno dei grandi dal dopoguerra in poi. Se non lo avessi incontrato non avrei fatto il giornalista – ha rivelato Silla -.. Lavorare con lui a Mondo Padano è stata un’esperienza esaltante e straordinaria, una grande bottega di giornalismo. Poche parole e molta pratica, si imparava di tutto”.

In chiusura l’intervento della professoressa Anna Maramotti Politi, che descrivendo l’esperienza sensoriale della mostra ha raccontato dell’Antonio-artista: “Chi osserva  le foto di Leoni non è più un semplice osservatore, ma cade dentro nell’immagine, fa parte dell’immagine, e di conseguenza ne risulta che l’emozione non è solo sentimentalismo, ma è sentimento estetico che ognuno sperimenta con le particolarità che gli appartengono. La dimensione estetica che la mostra suscita non è solo sentire, ma è appartenenza”.

L’ultimo e inatteso intervento è stato quello del giornalista Giorgio Barbieri, che dai posti a sedere è andato al tavolo dei relatori per condividere con tutti i presenti alcuni momenti della sua carriera vissuta insieme ad Antonio, e di come i suoi insegnamenti siano ancora oggi i pilastri che l’hanno portato a vivere la carriera da giornalista.

La mostra fotografica di Antonio Leoni sarà visibile fino al 3 maggio all’interno della Biblioteca Statale di Cremona. Un’occasione per scoprire l’arte di un uomo che ha donato la sua vita alla sua amata città.

 

Luca Marca
Nella foto centrale Anna Maramotti Politi, Raffaella Barbierato, Mario Silla e Antonella Leoni

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