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Majorino, Piloni, Soldo, Rozza, Casati, Astuti, Del Bono, Cominelli, Bordo, Borghetti, Galimberti, Azzali, Signoroni Tadioli…e decine e decine di sindaci, in una parola il PD locale (Cgil inclusa) e regionale fino al livello nazionale di Bonaldi, Sereni, Shlein: li abbiamo chiamati tutti, ciascuno per il proprio ruolo, non una, troppe volte con centinaia di telefonate, precedute e seguite da mail di presentazione e invio della documentazione richiesta.                                                         

Abbiamo contribuito all’inquinamento dell’etere con questa messaggistica e ogni volta abbiamo appurato che il PD è il muro, la porta chiusa, l’ ‘assenza’ fatta persona nella persona di ciascuno dei suoi esponenti e portavoce in nome dell’acquiescenza a quanto deciso “colà dove si puote ciò che si vuole”, anche quando il deliberato fa a pugni con quanto recitano i programmi e si rilancia h24 da megafoni e microfoni.                                                                                                                           

Abbiamo iniziato col consigliere Majorino, la cui segreteria si è limitata a darci a ottobre ’23 un numero di cellulare (di Soldo) irraggiungibile dopo il primo contatto, per proseguire poi la marcia forti della virtù dell’asino. E, poichè ‘gutta cavat lapidem’, abbiamo un risultato. E’ l’incontro dell’11 settembre scorso con i consiglieri Piloni, Rozza, Borghetti, che è valso solo a confermare ‘l’assenza’ di cui sopra tanto sul piano del merito che del metodo.                                   

Nel merito infatti la consigliera Maria Rozza ha dichiarato insistendo che “gli ospedali vecchi sono ricettacoli di virus” e parlava dell’ospedale di Cremona che è il più giovane della Lombardia; il consigliere Carlo Borghetti, responsabile PD per la sanità in Regione, non si è peritato di affermare, come già ci aveva scritto ad agosto, che pur non conoscendo il progetto del nuovo ospedale lo approva poiché fior di esperti attestano che un ospedale non possa vivere più di 20-30 anni; il consigliere Matteo Piloni ha sottoscritto e confermato i pareri e la linea nervosamente tranchant dei suoi colleghi. Quanto al metodo, la settimana scorsa abbiamo saputo da Roma che il placet dei tre consiglieri alle nostre richieste di contatto era venuto solo dopo la segnalazione al Nazionale dei mancati riscontri ai nostri appelli.                               

Che ora sulla stampa locale (Blog Zanolli 21/11) Piloni si spenda in difesa del SSN e ne lamenti l’ impoverimento è fatto che merita una chiosa: ciascuno è libero di menare il can per l’aia come crede, ma chi fa politica non è libero di offendere l’intelligenza di concittadini ed elettori. Con le campagne di raccolta-firme e le facili dichiara-zioni fai solo propaganda elettorale, se di fatto, sordo a ogni appello, ti schieri col partito del cemento (di destra o di sinistra?) in difesa di progetti che drenano le poche risorse per costruire muri nuovi che certo non hanno mani per curare.   

Salvi il SSN se dici no allo spreco delle risorse senza le quali muore la sanità pubblica, se agisci per provvedere a che l’unico ospedale al servizio di 200mila cremonesi e casalaschi abbia non inutili muri nuovi ma fondi e personale validi a garantire il diritto alla salute che la Costituzione sancisce e di cui ogni politico è per mandato attivo custode. In più, fai politica solo se ti poni al servizio dei veri bisogni della collettività, se coltivi il confronto e lo eleggi a metodo.

Se agisci fuori da questi paletti non agisci più politicamente e perdi legittimazione. Perchè fuori da questi paletti non c’è più la politica ma solo ‘terra di nessuno’ dove vige il diritto del più forte, che è assenza del diritto e negazione della democrazia, quella di cui il PD si fregia anche nel nome.

 

Gianluca Franzoni

Rosella Vacchelli

Comitato per la difesa della sanità pubblica e dell’ospedale  di Cremona’ 

                                                                                                     

 

 

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