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Se il “buon governo❞ si misura non sempre su un periodo breve ma spesso su più anni con l’Affaire Scuolabus di Sergnano siamo certo di fronte ad un “cattivo governo❞ che ha interessato sia la precedente amministrazione comunale che l’attuale già presente, nei suoi ruoli apicali (sindaco e assessori) già nella scorsa tornata.  Un mezzo nuovo, costato 70mila euro di soldi pubblici, acquistato nel 2023 e ora già in vendita. È questa la storia difficile da credere ma purtroppo vera dello scuolabus comunale di Sergnano, un caso emblematico di scelte discutibili e spreco di denaro dei contribuenti

Solo due anni fa, autunno del 2023, veniva presentato, fotografato e benedetto il nuovo scuolabus, con l’immancabile rinfresco finale, regalo al paese da parte di Stogit, che riadattato all’uso, era costato una cifra tra i 60 ed i 70 mila euro. 

Finalmente tutti i ragazzi di Sergnano abitanti non nel centro storico, avevano la possibilità di accedere a un servizio utile. 

Sorvoliamo sul fatto che nei due anni di utilizzo dello Scuolabus, il mezzo fosse posizionato nelle pause a Bagnolo Cremasco e non a Sergnano. 

E‘ superfluo sottolineare che uno scuolabus che doveva fare un tragitto di 6 km al giorno, ne facesse invece più di 60 con relativi rischi e manutenzioni ripetute. 

Sarà stato sicuramente un caso che, per responsabilità e disattenzione di qualcuno, il mezzo abbia circolato per più di un mese con la revisione scaduta e sia stato fermo più o meno per lo stesso periodo in attesa della stessa; fortunatamente non ci sono mai stati incidenti o problemi altrimenti sarebbe stato ben peggio. 

Anche non sottolineando queste “disavventure”, ci siamo trovati qualche giorno fa con la notizia che l’attuale Amministrazione ha messo in vendita lo scuolabus perché le adesioni al servizio di trasporto alunni sono drasticamente calate. 

La domanda o le domande da farsi sono: perché sono calate? 

Come si è arrivati a questo punto

Non esiste qualche altra soluzione? 

Noi proponiamo alcune risposte certamente non esaurienti ma sufficienti per iniziare un dibattito costruttivo. 

1) Non sarebbe stato più intelligente guardare e studiare l’andamento demografico di Sergnano e rendersi conto che, oramai da qualche anno, i nuovi nati e quindi le alunne e alunni iscritti, sono sempre di meno?

2) Non sarà che essere passati per questo servizio da una retta di 50 euro a una di 200 possa aver scoraggiato tante famiglie dall’accedervi?

3) La vendita del mezzo è davvero la miglior soluzione, oppure si poteva ovviare con l’assunzione di un dipendente/autista che guidasse il mezzo e aiutasse l’unico cantoniere che abbiamo per il resto del tempo?

4) Siamo certi che il servizio per le frequenti uscite didattiche sia degli alunni della scuola materna, elementare e della scuola media, unita al servizio trasporto durante il periodo del Grest, costi meno del mantenimento di un mezzo, spese che graveranno ulteriormente sulle spalle delle famiglie di Sergnano? 

La morale? 

Un mezzo costato 70.000 euro di fondi pubblici, più 76.000 euro in due anni di autisti esterni, ora finisce in vendita come se fosse un rottame qualsiasi. Intanto, i cittadini continuano a pagare tasse, mentre le buone idee restano ferme come lo scuolabus nel parcheggio del Comune. 

Come dicevamo in apertura, il “buon governo” è fatto di riflessioni vere, con la capacità di guardare lontano e anticipare le cose e gli andamenti della vita. 

Ma questo modo di fare ci sembra proprio avviato a una lenta, graduale e purtroppo inesorabile via dell’estinzione. 

 

Gian Paolo Samarani 

Paolo Franceschini 

Marco Riva 

Mario Andrini 

consiglieri comunali 

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