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Cremona, con la dimensione di una piccola città, ha sempre permesso  spostamenti interni rapidi e scorrevoli. Da qualche tempo non è più così. In diverse vie si formano code di veicoli che allungano i tempi di trasferimento, provocando inutili ritardi a chi vuole essere puntuale. Inoltre, aumentano il malumore e l’inquinamento. E non solo a causa delle discutibili soluzioni viabilistiche, temporanee o stabili, che vengono di volta in volta decise dagli addetti ai lavori del Comune, ma anche e soprattutto per il fatto che molti automobilisti procedono così lentamente da provocare rallentamenti e blocchi dei flussi di traffico. 

Anche se Cremona è una città con un’alta percentuale di ultrasessantenni, “vecchi e tardi”, come diceva Dante (Inferno, XXVI verso 106) il quale con l’aggettivo “tardi” voleva significare non tanto “lenti” quanto “rimbambiti”,  di rallentatori seriali del traffico cittadino se ne trovano tra i giovani freschi di patente, tra i guidatori di mezza età, tra le donne di ogni età e tra gli immigrati africani, asiatici o europei. Un esempio: lungo il tratto finale di via Dante, dove nelle ore di punta il traffico è intenso, quando a uno dei numerosi semafori si accende il verde, il primo della fila indugia a partire e se ne sta lì. Distratto? Scarsa confidenza nel far muovere l’auto? Timoroso di sbattere contro la vettura di qualche vicino di corsia o egoisticamente fedele alla religione della roba, cioè l’attaccamento a ciò che si possiede che diventa il senso stesso della vita,  descritta da Giovanni Verga (1840-1922)? Non è dato sapere. Chi segue, a sua volta ritarda la partenza per gli stessi motivi, mentre il tempo del verde scorre inesorabile e, come in una teoria meccanicistica, mentre la lentezza si trasmette da un veicolo al successivo, scatta di nuovo il rosso. La coda aumenta e raggiunge il culmine allo svincolo che porta da via Dante in via Palestro. La corsia a volte si riduce per la presenza di qualche auto o furgone in sosta vietata. Lo spazio che resta sarebbe sufficiente per passare rispetto all’ingombro di una vettura, a patto di quasi sfiorare sia il veicolo in sosta sia le auto ferme al rosso della corsia accanto. Manovra troppo audace, funambolica per parecchi guidatori, i quali preferiscono aspettare il verde che verrà. Il tempo passa e l’inquinamento aumenta. 

Situazioni simili si verificano in vari punti della città, ma si incontrano anche soluzioni viabilistiche che, oltre a rallentare il traffico, favoriscono insulti e litigi tra automobilisti. In via Giordano, all’altezza del semaforo di via del Sale, è stato lasciato lo spazio perché due vetture possano affiancarsi in attesa del verde, senza alcuna striscia bianca per delimitare le corsie. Al verde si parte tutti insieme, ma si crea una situazione delicata, dato che la via continua con una sola corsia. Chi passa per primo? Passo io o passi tu? Il prepotente qui ha l’occasione di mettere in mostra i muscoli, ma potrebbe trovare l’opposizione di un automobilista più svelto. Cosa che capita spesso, con momenti di alta tensione. Stessa prassi a porta Venezia. Davanti al semaforo che permette di proseguire in via Mantova, s’incontra la divisione in due corsie. Le auto si affiancano ma poi, al verde, si scopre che via Mantova dispone di una sola corsia. Anche qui la situazione può diventare incandescente. Oltre alla mancanza di senso civico di moltissimi automobilisti prepotenti e ignoranti (sono gli stessi che non mettono la freccia cambiando direzione),  c’è, potremmo dire, una sorta di concorso di provocazione da parte degli addetti ai lavori del Comune, che hanno partorito tali soluzioni. Ma non meravigliamoci. Ogni città produce le guide istituzionali che si merita.

Una speranza c’è: bisognerebbe ricorrere all’Intelligenza Artificiale per battere l’Ignoranza Naturale.

Sperangelo Bandera

L'Editoriale

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